tag:blogger.com,1999:blog-45186063308518157022024-03-06T05:37:10.064+01:00cose 2.0argomenti generici, su base casuale, a volte, se mi vafabiohttp://www.blogger.com/profile/14661610780579971819noreply@blogger.comBlogger14125tag:blogger.com,1999:blog-4518606330851815702.post-43502289288353116342014-04-06T23:37:00.005+02:002022-03-23T13:27:21.428+01:00Cosmogonia, il bisogno dell'uomo di capire l'universo<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
Ovvero come far capire ad un occidentale ottuso e dedito a razionalismo oscurantista che esistono anche altre cose che, anche se non le spieghi con la logica, non è che non esistono o non vanno bene.<br />
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Come può dunque l'uomo, così piccolo, capire una cosa grande come l'universo senza darsi regole?<br />
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In effetti non può, non perché sia vietato o cosa, ma semplicemente perché appunto è troppo grande per essere compreso tutto in una volta sola.<br />
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Molte persone che mi conoscono sanno che ho passato gli ultimi 4 anni della mia vita a frequentare un vero e proprio apprendistato sciamanico presso un vero sciamano che ha ricevuto in eredità lo sciamanato da un uomo sacro <i><a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Shuar" target="_blank">Shuar</a></i>, popolo un tempo noto col nome dispregiativo <i>Jivaros</i> (nomadi) nativo delle montagne ecuadoriane.<br />
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Questo è il motivo per cui ho avuto l'occasione di vedere il mondo secondo una cosmogonia completamente diversa da quella in auge in questo luogo, in questo momento storico.<br />
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Detto popolo vanta un lignaggio culturale che si tramanda dalla notte dei tempi fino alla data odierna, i primi contatti colti che la nostra civiltà ebbe con popoli nativi tuttora esistenti furono curati dall'antropologo rumeno <i><a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Mircea_Eliade" target="_blank">Mircea Eliàde</a></i>, il quale visitò molti popoli nativi qua e là per il mondo. Detta opera fu successivamente proseguita/ripetuta, non saprei, dall'antropologo <i><a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Michael_Harner" target="_blank">Michael Harner</a></i> che dopo avere cercato i punti in comune tra i sistemi di vita dei vari popoli della Terra fondò il neosciamanesimo, una sorta di rivisitazione meccanica sintetizzata degli usi e costumi dei nativi.<br />
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Si stima dunque che il popolo Shuar viva secondo i propri usi e costumi da oltre 30000 anni (si avete letto bene: trentamila) e l'unica cosa che è riuscita a sfaldare il loro tessuto sociale è stato il capitalismo unitamente all'alterazione dell'ecosistema delle pianure ecuadoriane.<br />
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E' storicamente documentato che il popolo Shuar resistette prima alle minacce dell'impero Inca e poi, successivamente, ai conquistadores spagnoli che non sono mai riusciti ad avere la meglio militarmente. Solo quando le praterie furono colonizzate da profughi privi di speranza l'ecosistema fu irreversibilmente alterato, alcune specie si sono estinte in quanto la prateria fa parte dell'equilibrio naturale della selva. Estinguendosi certe specie di predatori (tra cui i Giaguari che sono dovuti migrare altrove a causa delle recinzioni e della caccia spietata) altre specie più in basso della catena alimentare si sono parimenti estinte a causa del sovrannumero essendo venuto a mancare il loro predatore principale, e così via.<br />
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In sostanza il popolo Shuar, che vive prevalentemente di caccia, si è trovato alla fame a causa del disastro ecologico prodotto da .... dei poveracci. Solo che per il governo ecuadoriano non è politicamente corretto dichiarare che dei poveracci hanno causato un disastro ambientale, per cui il popolo Shuar ha dovuto compensare acculturandosi ed adattandosi agli usi tipicamente occidentali per potersi difendere sul piano politico e sociale.<br />
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Dal punto di vista occidentale infatti gli Shuar non sono altro che dei barbari che vivono nelle foreste, i poveracci sono persone bisognose che vanno aiutate a tutti i costi, la natura è qualcosa da sfruttare a prescindere dall'impatto, poco importa che sia sotto gli occhi di tutti il disastro ambientale prodotto, del resto si tratta di uomini e come tali di una specie da soggiogare, non certo di uno dei tanti abitanti della natura.<br />
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La cosmogonia occidentale, a differenza di quella Shuar, ha poco più di un paio di migliaia di anni, essa riparte dalle ceneri dell'impero romano, è una sorta di <i>civiltà romana 2.0</i> di cui eredita alcuni capi saldi, tutti basati su ideologie.<br />
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Nella cosmogonia occidentale l'uomo è una macchina razionale che si perfeziona col passare del tempo, la civiltà "progredisce" sempre, non si parla mai di regressione perché non è politicamente corretto, anche quando le intemperanze di leader incapaci producono disastri, come ad esempio la formazione di imperi mostruosi che la storia ci insegna essere impossibile mantenerli in vita, ma non è corretto dirlo che in realtà siamo un branco di ciechi che guidano dei ciechi.<br />
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In pratica c'è un'ipocrisia di fondo dove il rispetto della forma prevale sull'efficacia, le cose si fanno in base a quello che è "giusto" dire, basando il <i>giusto</i> su idee che non necessariamente hanno riscontro, piuttosto che basarsi sul risultato.<br />
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La cosmogonia occidentale è "giovane", tutte le idee che ha partorito sono appunto idee filosofeggianti, cogitazioni astratte che hanno valenza solamente estetica. Il debole deve prevalere sul forte, l'idea sulla pratica, è una sorta di autoaffermazione dell'ego che ha portato a creare un dio buono che perdona tutti tranne la natura.<br />
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La cosmogonia degli Shuar è invece qualcosa di talmente antico che si perde nella storia dell'umanità stessa, essa è pervasa di conoscenze talmente antiche che sono espresse sotto forma di miti. Questi miti insegnano come la natura abbia alcune leggi inesorabili, alcune di esse sono le stesse note agli scienziati contemporanei e che vengono denominate "fisica", altre sono quelle gerarchiche dove è evidente che la prevalenza del più forte è una base imprescindibile. Infine esistono una lunga serie di "mappe" che descrivono vari ambiti della realtà più mutevoli e complessi da carpire, alcuni dei quali sono legati alla comprensione dell'origine della vita, delle emozioni, delle malattie ed in generale di tutto quello che si potrebbe definire salute.<br />
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Queste "mappe" gli uomini sacri sanno essere un'approssimazione della realtà per cui sanno anche che la stessa realtà è mappabile in diversi modi, alcuni più appropriati di altri a seconda del contesto. Utilizzare la mappa corretta diventa una vera e propria abilità artistica che è padroneggiabile da pochi elementi della comunità. Tipicamente questi elementi sono proprio i più forti, quelli che dimostrano di avere doti di destrezza ed intelligenza superiori a tutti gli altri. Questi uomini sono considerati sacri, essi divengono tipicamente apprendisti in età molto giovane e solo alla fine il più forte prevale ereditando le conoscenze da chi lo ha preceduto. Questi uomini sacri passano letteralmente le forche caudine per diventarlo, loro diventano così i depositari della saggezza e della conoscenza necessari a far sopravvivere l'intero villaggio in equilibrio con la natura e le sue forze, in occidente li definiamo con un neologismo linguistico ovvero li chiamiamo <i>sciamani</i>.<br />
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Sciamano infatti significa "uomo di conoscenza". Nella cosmogonia occidentale del XXI secolo l'unica forma di conoscenza ammessa è la scienza. Tutte le altre conoscenze sono considerate di serie B, questo ovviamente è il riflesso di una moda del momento, il reflusso della diffusione della tecnologia presso il volgo, la tecnica e la tecnologia che fanno sembrare la scienza l'unica cosa utile. Ma anche questa moda è destinata a tramontare.<br />
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Già dalla fine del XIX secolo uno sciamano poteva sembrare un primitivo dedito a rituali isterici e privi di senso, questo nella migliore delle ipotesi, nella peggiore l'indottrinamento e l'ignoranza portava le persone a ritenerli emanazioni del demonio o banalmente selvaggi eretici.<br />
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Quanta presunzione da parte di una cultura giovane e distruttiva nel giudicare una cultura antica e stabile! Del resto l'esimio antropologo Harner, nel suo libro dove parlava degli Shuar e dei Conibo, dimostra palesemente di avere confuso tra loro il senso di rituali diversissimi. Qualcuno sostiene che non capisse bene l'idioma degli Shuar, che figura di merda per un antropologo con tanto di titoli accademici. Del resto ciò che riportano i suoi libri è completamente inattendibile. Questo anche perché ha la pretesa di misurare la quantità d'acqua del mare con una squadra.<br />
Cosa poteva avere capito della loro cultura? Niente, infatti nel suo neosciamanesimo scimmiotta senza senso alcuno rituali dei quali ignora completamente anche lo scopo se non l'averne colto una possibile superficiale interpretazione soggettiva.<br />
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Il motivo è che se io voglio scrivere una parola posso tenere la penna in mano in mille modi diversi, posso usare una macchina da scrivere o un moderno computer con una stampante, posso scolpirla nella pietra o disegnarla sulla sabbia con un bastoncino, ma se chi mi vede farlo non sa leggere e scrivere tutto quello che vedrà è un complesso gesto insensato mentre il mio intento era scrivere una parola dotata di senso compiuto.<br />
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Harner, assieme alla maggior parte degli occidentali, ha confuso la penna con la parola, e questo viene dalla cultura dell'ipocrisia e della mistificazione a cui l'occidentale medio è abituato fin dalla nascita. Quando costringi un intero continente per millenni a credere in un dio ideale, i cui propositi sono palesemente contrari a quello che succede nella realtà pratica, abitui un popolo a mettere un confine netto tra la voglia di conoscere il più grande (l'esigenza di una spiritualità) e comprendere cosa essa sia. Detto popolo si abitua al fatto che le cose nel dominio della spiritualità sono "credenze" mentre le cose nel dominio della materia sono "comprensione". Ma questa separazione è vera solo in quest'epoca, in questo contesto, con questi presupposti.<br />
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Nelle comunità native questi presupposto sono assenti e pertanto decade la divisione a monte del problema stesso.<br />
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Questo sistema schizofrenico serve ai <i>potenti poco potenti</i>, quelli che sono deboli e dunque per dominare devono vendere una credibilità che non hanno, a mantenere la fiducia del popolo nonostante siano dei totali inetti.<br />
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Per questo la mappa dello sciamano, quella che lo porta a saltellare mezzora attorno ad un fuoco, viene vista da un occidentale come un gesto isterico e non come una vera e propria procedura. Lo sciamano sa che saltellando mezzora intorno al fuoco facendo altre cose, dettagli per lui importanti ma insignificanti per qualunque occidentale, ottiene un risultato. Sa che questo risultato non ha la precisione scientifica che un occidentale si aspetta ma comunque sa che ottiene qualcosa.<br />
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Se questo qualcosa non arriva significa che ha usato la mappa sbagliata e dunque riparte applicandone una diversa. L'occidentale invece, abituato ad un sistema bipolare dove credere=sacro=intangibile e sapere=pratico=scientifico, pensa che per lo sciamano il fuoco sia sacro, il ballo sia sacro, il tamburo sia sacro, e come tale sia semplicemente una pantomima infruttifera al pari della preghiera in chiesa la domenica mattina. Qualcosa che va fatto perché va fatto, perché lo fanno tutti, perché siccome la tradizione dice di farlo allora tu lo fai in maniera acritica e come semplice atto fideistico.<br />
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Cognitivamente l'occidentale medio non è capace di collegare l'infruttuosità della preghiera in chiesa alla totale mancanza di fondamento dei credi dogmatici, questo poiché viene abituato fin da bambino a vivere questa schizofrenia, per cui gli sembra normale credere in qualcosa che sa benissimo non servire a niente. E questo meccanismo trova la sua facile estensione nel tifare una squadra di calcio quando sono tutte più o meno uguali, nel votare un partito quando nessuno mantiene le promesse, nell'iscriversi ad un'associazione quando nessuno persegue lo scopo associativo, nel formare una lobby che si pone obiettivi talmente grandi da essere irraggiungibili, nell'avere un riconoscimento accademico quando gente priva di esso è decine di volte più abile nello stesso ambito ecc.<br />
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Lo sciamano, se scopre che si può ottenere lo stesso risultato collegando una stampante laser ad un treno a vapore, metterà nella sua mappa la stampante laser ed il treno a vapore e, se necessario, utilizzerà quella versione in luogo del saltellare attorno al fuoco. Questo perché allo sciamano non può fregare di meno del fuoco o del tamburo o del saltellamento. Per lui l'unica cosa sacra è la mappa, la conoscenza dell'universo, quel qualcosa che gli consente di padroneggiare la realtà a prescindere dalla forma in cui questo avviene. La mappa è sacra se descrive la realtà, sbagliata se non lo fa.<br />
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L'occidentale medio invece è legato solo ed unicamente alla forma: accetta un dogma infruttifero come insegnamento universale, accetta un leader inetto come capo, accetta di violentare la natura in favore di un "progresso" che porta malattie psichiatriche, cancro, disagio sociale e deterioramento dell'habitat. In sintesi l'occidentale medio si è vaccinato contro l'efficacia di quello che fa prediligendone la forma anche se essa non produce esito alcuno.<br />
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Per questo Harner confonde il rituale della ricerca dell'animale di potere con quello dell'Arutam, poiché esteticamente sono molto simili, per lui ciò che conta è la forma come per ogni occidentale abituato ad una fede dogmatica, la sua conoscenza della mappa è dunque una via di mezzo tra l'aver capito più o meno approssimativamente cosa sta facendo ed il considerare sacro qualcosa che di fatto non lo è del tutto nemmeno per i nativi stessi. Pone quindi la sua riverenza verso la forma senza capire che invece il nativo la riverenza ce l'ha per l'esito. Ma questo "errore" viene invero dal fatto che lo sciamano saggio, quando insegna queste cose agli altri, se tu ti innamori della forma si guarda bene dall'aprirti gli occhi e cerca anzi di farti clamorosamente scontrare contro il potenziale danno che ha scimmiottare una forma senza averla compresa.<br /><br />
All'inizio di primo impatto ho avuto l'impressione che stesse facendo questo, però con i mesi mi sono in qualche modo adattato a <i>non essere né carne né pesce</i> come gli altri che erano li da più tempo di me. Ho avuto l'umiltà di adeguarmi, di dargli il beneficio del dubbio, ho pagato profumatamente la conferma alle mie intuizioni che, a conti fatti, è stata di gran lunga la consapevolezza più utile che io abbia mai ottenuto. Ultimamente infatti, per motivi che non spiegherò non perché non voglia ma perché è impossibile farlo qui, ho capito il perché la mia intuizione era corretta oltre al fatto appunto che era corretta.<br /><br />
In molte occasioni egli stesso ha parlato di un <i>cambio di visione del mondo</i> che non in tutti avviene. Ancora non so se non si sia accorto che in me questo cambio di visione preesisteva ma l'avevo in qualche modo demolito perché qualche conto non mi tornava. Del resto io c'ero arrivato da solo vivendo a Ravenna in mezzo al cemento e all'inquinamento di una nota fabbrica di polimeri ... un ambiente inospitale e innaturale che non mi ha impedito di accedere attivamente a quella parte della realtà che la scienza rifiuta.<br />
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Certo a lui devo l'avermelo confermato, l'avermi aggiustato il tiro.<br />
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Per questo non mi stupisce affatto che Michael Harner non avesse capito niente: come me e gli altri abitué dello sciamano è stato volutamente indotto a credere il falso con un'astuzia degna del più meschino degli occidentali malfattori. Allo stesso modo l'articolo di Wikipedia dove si parla del popolo <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Shuar" target="_blank">Shuar</a> dice una marea di cavolate <strike>in</strike>fondate, forse perché si basa su quello che <strike>non</strike> hanno capito gli antropologi?<br />
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Del resto allo sciamano se gli dici che ciò che fa è una cazzata ti ride in faccia a crepapelle, non come quegli uomini di chiesa o di scienza che se gli contesti la religione o la fisica trasalgono. Perché intimamente lo sanno benissimo che se tu non ci credi loro sono fuori gioco, lo sciamano invece sa benissimo che se tu non ci credi sei fuori gioco tu.<br />
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Sul perché lo sciamano si comporti in questo modo lascio al lettore del blog tempo e spazio per farsi un'idea. L'unico suggerimento che darò è che, valutando i fatti a posteriori, se fossi stato al suo posto, avrei fatto la stessa cosa.<br />
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Qui infatti c'è il belligerante punto d'incontro tra quello che di fatto sono due cosmogonie opposte: per un uomo di conoscenza infatti l'unica cosa veramente sacra è sapere cosa sta facendo, qualunque cosa comporti, poco importa se per qualche cattedratico essa è incomprensibile o risibile. Del resto quando entri in contatto con una saggezza decimillennaria potrà importarti dell'opinione di una cultura che, rispetto ad essa, è <strike>un asilo nido</strike> un embrione non ancora formato?<br />
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Per un uomo occidentale invece esistono solo le sue belle idee: esse sono valide solo se sono scritte bene su un libro bello, se sono professate ed acclamate, pubblicizzate, l'amore per la carta, per il timbro, per il sigillo, per la garanzia, per lo scontrino fiscale che la attesta, per il sigillo di ceralacca che conferisce pregio a qualunque cosa ... il logo che conferisce visibilità vale più del prodotto che evidenzia ...<br />
... ci manca solo che una fossa biologica venga venduta a 1000 euro al litro perché sopra c'è il sigillo di ceralacca. Merda pregiata. E sentissi che buon olezzo!<br />
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Ma la merda è merda, è putrescente e puzza, non c'è sigillo che tenga ed è un dato di fatto che prescinde ogni cosmogonia. Ma se dico che la merda sigillata in ceralacca è merda offendo il sigillo, sono politicamente scorretto, eppure la merda è merda, sigillata o meno.<br />
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Quindi viviamo in un mondo dove il sigillo prevale sul contenuto: se per esempio domattina la Coca Cola imbottigliasse piscio di gatto e si inventasse la Yellow Cola nascerebbe una corrente di odio, dove le persone dotate di senso pratico si accorgerebbero della vera natura del contenuto perché il noto e potente sigillo non impedisce loro di valutare la realtà.<br />
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Poi però nascerebbe una corrente di odio opposta verso queste persone che diffamano il marchio centenario. Orde di avvocati cercherebbero di distruggere socialmente i detrattori appigliandosi a cavilli con il solo intento di insabbiare la verità e rovinarli socialmente.<br />
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In una società nativa non sarebbe necessario il marchio in quanto colui che produce la beneamata bibita sarebbe rispettato da tutti, se cercasse di fregare i suoi simili imbottigliando piscio di gatto si prenderebbe una marea di mazzate e il problema sarebbe risolto così, in maniera semplice rapida ed efficace gli verrebbe precluso di continuare a fare un simile scempio. Se insiste lo decapiti. Gli Shuar ad esempio sono noti nel mondo anglosassone come "headshrinkers" che viene spesso tradotto in italiano come <i>strizzacervelli </i>anche se letteralmente significa <i>restringitori di teste</i>.<br />
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Detto appellativo, che alla data odierna nel mondo anglosassone è transito agli psicologi, deriva da un crudelissimo rituale che gli Shuar praticavano ai propri nemici (il governo ecuadoriano lo ha severamente vietato a causa di un commercio clandestino di teste ristrette come macabri souvenir per turisti dal cattivo gusto) che era quello di decapitarli e restringere la testa del nemico ucciso che diventava poi un trofeo di guerra. Inutile dire che questa assurda pratica veniva fatta con uno scopo ben preciso ed assolutamente comprensibile, ma l'occidentale medio vede solo la crudeltà del gesto perché il senso di una pratica spirituale è abituato a non doverlo vedere pena essere tacciato di blasfemia.<br />
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La cosmogonia dove invece regnano le idee è dispersiva: è fatta di regole cavillose, di complessi ed inefficienti meccanismi, di complicazioni che sono il compendio al celare la scarsa qualità che si nasconde dietro ogni sigillo che pretende di far credere alla gente che la merda è una cosa buona per il semplice fatto che c'è il sigillo sopra. Detta cosmogonia è come una coltre di nebbia che rende tutto sbiadito, poco dettagliato, sterile, anemico, sofferente. E' come un cancro che elargisce punizioni esemplari a chi osa contrastare le regole cavillose per il semplice fatto che si trovava li, per caso, a fare qualcosa di approssimativo che ha danneggiato qualcunaltro che, per caso, era più debole.<br />
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In una società nativa il debole muore giovane, per cui non si pone il problema: se danneggi qualcuno è per forza perché sei un bastardo perché tutti sono sufficientemente forti da badare efficacemente a sé stessi. Se danneggi qualcuno quindi semplicemente ti fanno secco. E non c'è tanta redenzione se non quella di vivere in un contesto sociale dove il rispetto e l'affetto per gli altri deve necessariamente prevalere sulla meschinità.<br />
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Il prevalere del più forte produce quindi una società gregaria, il prevalere del più debole una società individualista.<br />
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Il prevalere del più forte produce una società capace di amare il prossimo, il prevalere del più debole produce una società dove tutti odiano tutti e ci si scambiano le peggiori meschinità vicendevolmente.<br />
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Il prevalere del più forte produce una società semplice e solida, non ha che qualche regola fondamentale che viene retta dal più forte di tutti, ovvero l'uomo sacro del villaggio, il prevalere del più debole produce una società complessa e cavillosa piena di regole incomprensibili che producono meccanismi costosi e avulsi dalla realtà in mano a persone prive della saggezza necessaria a comprenderli.<br />
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Una società forte ha una cosmogonia consapevole, affronta la realtà direttamente per quello che è senza ricamarci sopra, per ogni problema esiste una soluzione ben precisa, non ha la pretesa che questa sia ordinata ma semplicemente che funzioni. L'insieme delle soluzioni è una <i>mappa</i> che viene considerata sacra e viene tramandata a coloro che dimostrano la loro capacità che vengono quindi considerati uomini sacri.<br />
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Una società debole produce complicati ricami, si allontana sempre di più dalla realtà e dunque dalla natura che l'ha prodotta, rifiuta le sue leggi e le sostituisce con un surrogato delle stesse al quale pretende di attribuire valore di universalità. Pretende di trovare regole belle sotto il profilo formale che descrivano tutto, non si capacita del perché sono di più le cose prive di spiegazione che quelle con una spiegazione, pretende di essere la risposta definitiva a tutto senza per questo essere nemmeno lontanamente vicino ad esserlo, l'insieme delle sue inefficienze/ignoranze sono considerate eresia e parlarne è vietato (ricordo male o nel codice penale italiano ci sono dei reati ideologici?) o più semplicemente malcostume, nulla è sacro se non le idee avulse che difendono in maniera fine a sè stessa il sistema, cosa che avviene identica sia in scienza che in religione.<br />
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In sintesi, se confrontiamo le due cosmogonie esposte, se ne potrebbe concludere che l'uomo per capire l'universo impiega decine di migliaia di anni, può ambire solo a costruire mappe che descrivono una parte della realtà, che non sono sempre utilizzabili e che sono incredibilmente complesse. Dette mappe descrivono sempre e solo una parte della realtà e si basano sull'osservarla da punti di vista differenti, da cui l'esistenza di mappe differenti tra loro per descrivere la stessa cosa.<br />
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Il desiderio dell'uomo di vivere serenamente è possibile solo quando lo stesso vivere è in contatto con la propria natura, che si può descrivere appunto con le mappe, la quale insegna che l'unica vera giustizia è la natura stessa, ovvero seguendo al meglio possibile tutte le mappe da essa desumibili.<br />
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La cosmogonia occidentale non solo non descrive l'universo ma ha preso la direzione sbagliata, quella che porta a mistificarlo pesantemente.<br />
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Lo scienziato tuttavia, vittima del sistema, ha dentro di sè lo stesso identico trasporto dello sciamano verso la comprensione dell'universo ma il sistema lo educa a liberarsi dell'umiltà necessaria per accettare per buoni metodi che esulino dai dogmi sociali. Di fatto la cosmogonia occidentale ha costruito un fortino e ha detto che oltre le mura ci sono le colonne d'Ercole. Quello che succede dentro al fortino è sacro, quello che succede fuori è eresia. Quello che è dentro al fortino sei libero di spiegarlo come vuoi ed utilizzare il paradigma della scienza o della fede a piacimento, quello che succede fuori invece è tabù.<br />
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Se esci dalla porta del fortino c'è un giardinetto, li albergano scienziati, preti, ricercatori, leader politici, è cinto da una siepe, poi ci sono cartelli dovunque con scritto HIC SUNT LEONES oppure HIC SUNT DRACONES<br />
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Lo sciamano appunto per l'occidentale medio è quel pazzo che va a parlare con i leoni, e non capiscono perché nonostante il mondo occidentale sia così figo e trendy e alla moda egli si guardi bene dal visitare troppo spesso il fortino, del resto non ha voglia di sentire i discorsi dei suoi occupanti che sono noiosi come la messa cantata:<br />
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"chi li ha mai visti i leoni? Qualcuno forse in fotografia li ha visti ... ma i leoni sono quelli con le striscie o quelli con la criniera?"<br />
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"Boh ... io so che le uova le fa il frigorifero e le galline nascono con un vassoio di polistirolo sotto ed il cellophane sopra ..."<br />
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"Ah si? Anche il codice a barre?"<br />
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"Secondo me si"<br />
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"Eh ma sicuramente dipende dalla forma allotropica degli atomi di carbonio"<br />
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"No ma è l'allevamento col <i>metodo Krasnaplosky </i>che produce oscillazioni nel parenchima inferiore"<br />
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<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;">"Il <i>postulato di <span style="background-color: white; line-height: 18.2px;">Müller</span></i> lo spiega benissimo"</span></div>
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"Ma dove li hai presi quegli occhiali così fighi?"<br />
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"Eh li avevano in offerta al <i>Piccol</i> ..."<br />
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"Allora stasera tutti a ballare al <i>Narsete beach trendy disco pub oh yeah</i>"<br />
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.......<br />
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<span style="font-size: xx-small;">* Metodo Krasnaplosky, postulato di Muller, Piccol, Narsete beach trendy disco pub oh yeah, sono tutti marchi e sigilli registrati dai rispettivi occupanti del fortino</span><br />
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fabiohttp://www.blogger.com/profile/14661610780579971819noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-4518606330851815702.post-28160232243970310522014-03-12T04:44:00.000+01:002014-03-12T04:44:07.104+01:00Perché l'amore è una guerra vinta, ma la morale è una strategia perdente.<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<blockquote class="tr_bq">
<i>Il tatto è quel subdolo e disonesto comportamento umano in uso ai diplomatici i quali se ne servono per far credere ai poveretti di rispettarli e di non volerli manipolare.</i></blockquote>
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Questa riflessione mi è giunta poiché pensavo al vero senso dell'amicizia, non ho potuto fare a meno di pensare a quanto sia inutile un rapporto di amicizia quando in esso mancano la lealtà, la sincerità, la schiettezza e l'affetto profondo.<br />
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Si sente tutti i giorni parlare di amore, questa parola è di gran lunga la più abusata di tutte, soprattutto dalle persone che, per riempire il vuoto che sentono dentro, pensano che basti parlarne in continuazione per arrivare a capire cosa esso sia.<br />
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Questa ad esempio è la più grossa menzogna che si sta raccontando l'umanità, con tutte le sue false religioni il cui "amore" altro non è che una scatola vuota, tutta dorata, decorata, ma vuota.<br />
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Come si riallaccia alla riflessione di partenza? E' semplice: il bigotto medio pretende il <i>politically correct</i>, una parola talmente viscida che non si può nemmeno più dire in italiano, tocca dirla all'anglosassone, perché <i>politicamente corretto</i> non è sufficientemente <i>politically correct</i>.<br />
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Il bigotto medio, che in Italia corrisponde all'italiano medio, la persona mediocre per eccellenza, quella che si dice comunista ma vive nel lusso, che si dice laica e poi si scandalizza per tutto ciò che esula dalla morale cristiana, che dice di amare il prossimo e venderebbe sua madre, nella realtà fattiva altro non è che il poveretto che si fa manipolare.<br />
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Certo può darti fastidio, chiunque sia intellettualmente onesto è infastidito dal suo doppio gioco, dalla sua incoerenza di fondo, dalla sua schizofrenia intellettuale, ma alla fine è una povera vittima.<br />
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Il mondo infatti non è di chi anziché dirti "sei uno sfigato" ti fa capire con giri di parole che non sei all'altezza della sua elite, il mondo è di quello che pubblicamente non ti caga di striscio ma poi, quando ti incontra in un vicolo, o ti riversa in faccia ciò che pensa oppure ancora ti caga direttamente in testa.<br />
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Perché quella è diplomazia.<br />
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Certo l'esempio che ho fatto è banalissimo, un vero diplomatico riderebbe di gusto poiché parliamo di una persona dotata di uno stile e di un'intelligenza invidiabili, una dote rara insomma, infatti i potenti sono pochi eletti, ed io ho iniziato a dubitare del fatto che si possa essere tali senza avere certe doti.<br />
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Ciò che confonde è che molto spesso i potenti si circondano di gente di scarsissimo spessore, quelli che potremmo definire in maniera anglofona ma non poi così politicamente corretta degli <i>yes men</i>.<br />
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Lo <i>yes man</i> è quell'idiota che è sufficientemente scaltro da invidiare i potenti ma non sufficientemente per esserlo, è abbastanza intelligente per capire che lui è un poveretto ma non abbastanza per capire la vera differenza che corre tra lui e loro, è sufficientemente motivato per decidere di imparare a seguire le loro orme ma non sufficientemente consapevole per capire che gli manca qualcosa che, se ce l'avesse, sarebbe già uno di loro.<br />
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E dunque cosa fanno i veri potenti? Lo usano come un manichino. Lo mettono in una posizione di potere, gli mettono in mano qualcosa di già organizzato, già impostato, già collaudato, qualcosa che magari è talmente codificato nella cultura che si può studiare in una scuola, qualcosa i cui principi sono già stati codificati e revisionati, qualcosa per cui esiste sia una dottrina che una giurisprudenza, qualcosa che insomma si possa fare <i>scimmiottando quello che hanno già fatto gli altri</i>.<br />
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Lo <i>yes man</i> infatti è proprio in questo stato mentale: scimmiottare il potente per diventare tale. Per cui gli sembra naturale che se ad esempio gli viene data la carica di segretario di un partito debba semplicemente scimmiottare chi l'ha coperta prima di lui.<br />
<br />
E dunque succede spesso che lo <i>yes man</i> nel tempo diventi una persona di successo perché la plebaglia vede in lui quello che hanno fatto i suoi predecessori, lui ad un certo punto diventa un attore talmente bravo che diventa credibile, e questo avviene perché è lui il primo a crederci.<br />
<br />
E quindi un qualunque <i>yes man</i> potrebbe essere l'esperto economo che va al governo per la sua fama accademica, in teoria è colui prende su in pompa magna un governo tecnico salvatore del disastro spalleggiato dai veri potenti che agiscono in sordina, e poi ti accorgi che era un qualunque <i>yes man</i> perché da questo promettente governo tecnico scopri che la soluzione panacea per uscire da una crisi economica il massimo che è stato fatto è stato scimmiottare gli ultimi 50 anni di mediocrità aumentando le tasse e dimenticandosi di un problema clamoroso come gli esodati. <br />
Complimenti per la competenza! Ci vorrebbero più economisti come voi! Si, se volessimo distruggere tutto ce ne vorrebbero altri.<br />
<br />
E si... stavo parlando di Monti. Quello è lo <i>yes man</i> per antonomasia.<br />
<br />
Solo che se io dico che Monti è un idiota sono politicamente scorretto, se lui invece porta un paese alla rovina per la sua manifesta incompetenza, per quanto lui non sappia di avercela, allora quello è politicamente corretto, basta che si esprima bene quando parla in pubblico. Tanto tatto e nessuna strategia per lo <i>yes man</i> premier, tanta strategia e nessun tatto per chi manovra alle spalle. Lungi da me voler arrivare alla sua identità in questo blog.<br />
<br />
Il nostro manovratore a sua volta è ben lungi dal voler essere corretto, il vero potente è quello che ha creato lo yes man premier, gli ha furbamente delegato quel po' di potere che doveva avere, ben sapendo che il suo mandato sarebbe stato limitato dalla sua stessa incompetenza. Ecco quello si che ne sa di potere, quello si che è un vero potente, lui sa benissimo che Monti è l'idiota di turno, non si fa problemi a ragionare in termini politicamente scorretti per un motivo molto semplice: se lo facesse non sarebbe un bravo diplomatico e dunque perderebbe il suo potere immediatamente.<br />
<br />
Detto diplomatico non si sa chi sia, è quello che sta sopra Monti, ma anche sopra Berlusconi o Renzi o Grillo, quello che è sufficientemente potente e furbo da decidere chi mandare, avere la vera ultima parola e non doverci nemmen mettere la faccia.<br />
<br />
Il mondo è suo. Lui decide e sa benissimo quanto sia una merda il bigotto medio. Ed è là dove il bigotto medio è ignorante e gretto lui <i>divide et impera</i>.<br />
<br />
Per dirla terra terra: te lo mette nel culo col sabbione però ti ha preventivamente convinto che dire "ahia" sia maleducazione, quindi subisci in silenzio, anzi, tu bigotto ti preoccupi che nessun altro dica "ahia".<br />
<br />
In pratica gli regali la vittoria e difendi il suo podio in cambio di una vessazione.<br />
<br />
Posto che in questo blog non volevo parlare di potenti ne tantomeno appunto giungere all'identità di queste persone, la ragionevole conseguenza che mi sovviene è questa, che è poi il ragionamento da cui ero invero partito.<br />
<br />
In una spassosa chiacchierata avvenuta qualche giorno fa con un amico gli ho fatto notare come sussistano certe cose che non si possono dire alla propria fidanzata. E lui, che è molto meno rincoglionito di quanto voglia far credere, mi ha scherzosamente risposto: "come ad esempio dirle che è grassa?". Io: "beh così mi scadi di stile, hai preso proprio la prima del decalogo, puoi fare di meglio".<br />
<br />
Dal riconoscere un po' di questa falsa etichetta di fondo nel loro rapporto è partita la mia riflessione sulla maggiore autenticità che sta in un'amicizia, che si è poi ricondotta ad una riflessione sulla scarsissima autenticità che c'è in quella schiavitù reciproca che tipicamente chiamiamo amore:<br />
se una persona che ami è grassa la cosa più ovvia da fare è dirglielo.<br />
<br />
Non c'è amore nel mentirgli/le e lasciarlo/a da solo/a nel rovinare la propria salute.<br />
<br />
Allora come fa ad essere sano un rapporto dove la sincerità, se non è omologata ad un canone, diventa scomoda o comunque motivo di dissapori?<br />
<br />
Cioè se il tuo fidanzato omette un particolare spiacevole con il solo fine di farti contenta transitoriamente cosa ci guadagni? Non è forse come una dipendenza da una droga dove l'approvazione omologata alle regole di quello che è un gioco sociale standardizzato, apparentemente priva di forzature ma in realtà forzata, ti aliena dalla realtà e ti tiene lontana dal risolvere un problema che hai e che è anche grave?<br />
<br />
Posto che il tuo fidanzato, se sta con te, probabilmente non gli interessa se sei grassa anche se lo sei veramente, sennò non ci starebbe, ma quanto è autentico un rapporto del genere? Possiamo chiamarlo amore?<br />
<br />
Io penso proprio di no. Infatti poi non risponde a nessuna definizione dello stesso, posto che di sensate io non ne ho ancora lette da nessuna parte.<br />
<br />
Se per te trovare l'amore è trovare qualcuno che ti mente consapevolmente per farti felice stai vivendo un amore bigotto, falso, fatto di menzogne omologate, di dichiarazioni non spontanee che nascono da un codice morale ben preciso, un rapporto di mutua dipendenza che funziona esattamente come una droga: fattivamente sono un aborto umano però ho una persona che non fa che ripetermi che sono un dio, non mi importa se è vero o falso, l'importante è che continui a dirmelo così mi dimentico della realtà.<br />
<br />
Ma se ti fai una dose sufficientemente forte di una qualunque sostanza stupefacente non ti dimentichi di tutti i tuoi problemi lostesso?<br />
<br />
Una cosa a me compare evidente: possiamo chiamare questo tipo di approccio in tanti modi, ma amore è sicuramente l'ultimo. Infatti per come la vedo io è un'interdipendenza, uno stupefacente sociale che fa effetto ad entrambi i partecipanti alla farsa.<br />
<br />
Il suddetto amico era stato piuttosto brusco con la fidanzata, certo la stessa cosa si può dire gentilmente senza per questo essere falsi, e ad onor del vero non aveva invero fatto niente di speciale, anzi, aveva fatto quello che chiunque dovrebbe fare ovvero ragionare, agire e vivere indipendentemente da lei. Tuttavia io l'ho provocato e l'ho fatto sentire in colpa, ho recitato con lui la parte del bigotto medio, volevo vedere fino a che punto è consapevole di come si vive un rapporto dove l'amore è autentico e fino a che punto è condizionato dal codice morale vigente.<br />
<br />
E dunque l'ho messo davanti ad un controsenso: da un lato gli ho detto che non ci si comporta così con la fidanzata, dall'altro gli ho detto in faccia esattamente quello che pensavo di lui con la stessa crudezza con cui lui aveva trattato lei, facendo peraltro la parte dello stronzo che ti spiattella in faccia gratuitamente una critica esacerbata della sua gravità.<br />
<br />
Ovviamente la mia opinione non era contingente e dovuta al suo comportamento con la fidanzata ma era basata sull'intera esperienza conoscitiva che io ho nei suoi confronti, per cui gli ho spiegato in che modo io vivo l'amicizia, più o meno come sto cercando di fare qui nel blog, e gli ho mostrato che i suoi difetti ce li ho tutti li, sotto gli occhi, ma che questo non mi impedisce di amarlo e di considerarlo un amico.<br />
<br />
E quindi mi sono detto, tra me e me, ma se fossi al suo posto (io sono single) mi sentirei più amato da una fidanzata che mi dice "che gnocco che sei" e non mi ricorda che sono grasso o da un amico che la prima cosa che mi dice dopo 6 mesi che non mi vede è "non ti sei ancora messo a dieta?".<br />
<br />
Personalmente vedo molto più amore nella seconda.<br />
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Certo puoi dire la stessa cosa in maniera gentile senza essere falso, ma se vuoi spaccare i vincoli che portano all'inerzia, al lasciarsi andare, al trascurare la propria salute, non puoi essere delicato.<br />
<br />
Se non fosse una questione di amore autentico perché mai un amico, peraltro estremamente giovane, salterebbe un appuntamento con la propria fidanzata per stare due giorni con te?<br />
<br />
Forse perché inconsciamente si rende conto che il rapporto che tipicamente costruiamo con un partner in questa società ed in questo periodo storico è un rapporto di mera circostanza, magari non sa spiegarsi il perché, magari si sente in colpa quando la fidanzata fa le sue rimostranze, non si capacita dentro del perché pur provando per lei attrazione ed affetto non riesce a darle quello che lei vuole, gli sembra tuttavia normale che sia così perché a sua volta non ottiene da lei ciò che vuole.<br />
<br />
In verità nessuno dei due sa quello che vuole, se glielo chiedi ti risponderà in maniera più o meno confusa qualcosa che si potrebbe tradurre in "cerco amore", ma non ha la più pallida idea di cosa sia. E questo perché vive in una società dove amore è tutto ciò che non hai.<br />
<br />
Ma l'amore è tuttaltra cosa, ciò che non hai è l'aberrazione del politicamente corretto che ti conduce a riconoscere come amore tutto ciò che la società non è in grado di darti, ma quello non è amore, è una compensazione. Quello è scambiarsi l'autorizzazione, tipicamente esclusiva, ad accedere l'uno/a ai genitali dell'altro/a con il salvacondotto per le malelingue, la trasformazione in lecito di un'esigenza fisiologica vituperata mascherandola da amore che non è.<br />
<br />
E questo non è un discorso che riferisco a queste persone in specifico dal momento che sono molto più distaccate e serene della media, parlo di chiunque.<br />
<br />
Io vedo questo nella maggior parte delle coppie, e mi fa una tristezza enorme vederlo, perché lo chiamano amore, ci mettono dentro tutti i peggiori pastoni precotti come l'amore della morale cattolica, il matrimonio, ecc. lo chiamano amore ma è solo un rapporto di interdipendenza basato su un codice morale che prevede la sussistenza di una comunicazione priva di spontaneità e politicamente corretta, un'etichetta in sintesi, che deve essere preservata intonsa e che, al primo sfregio, decade e diventa motivo di guerra.<br />
<br />
Una persona a cui devo molto dice sempre: "i matrimoni moderni sono come lo yogurt, hanno la data di scadenza impressa già da quando escono dalla fabbrica". Ed è tristissimo toccare con mano nella vita quotidiana che ha ragione.<br />
<br />
L'amico di cui ho parlato non ha ancora chiarissima sta cosa, la sta vivendo, io lo sto punzecchiando affinché riesca a vederla, il mio amore per lui mi fa sentire in dovere di mostrargliela affinché possa avere l'opportunità di essere consapevole di cosa sia una forma d'amore schietta e autentica, come ad esempio la mia che mi porta a punzecchiarlo crudelmente e dargli consigli "sbagliati".<br />
<br />
Io vorrei che arrivasse ad avere chiaro quello che ho chiaro io. Per farlo spesso ricorro a espedienti crudeli, perché ciò che è autentico è forte, ciò che è forte è crudo e ciò che è crudo può spesso essere crudele quando ci tocca in prima persona.<br />
<br />
E' uno di quei casi in cui il fine giustifica i mezzi, talmente importante come fine che qualunque mezzo è lecito. In amore ed in guerra infatti tutto è lecito.<br />
<br />
Quanta tristezza mi fanno quei coniugi che per mere questioni di principio, tra cui ad esempio l'adulterio, fanno la parte delle vittime e si lanciano nelle peggiori meschinità pur di farsela pagare a vicenda. Gente che fino a 10 minuti prima non faceva altro che parlare d'amore, di fede, di rispetto e poi si vede quanto hai capito del rispetto, meno di zero.<br />
<br />
Ma come fai a dire che ami una persona se non sei capace di lasciarla libera di scopare con chi vuole?<br />
<br />
Se tu pensi che un essere umano debba scopare solo con te significa che tu pensi di possedere quell'essere umano, che lo consideri una tua proprietà come l'auto o la casa, dunque per te il matrimonio è un atto di proprietà legale, il fidanzamento è un compromesso di vendita .... quanta tristezza mi fa.<br />
<br />
Sarà che io sono infastidito anche dal cellulare sulla scrivania, è mio, lo uso, mi serve, è piccolo, eppure la sua presenza è invadente.<br />
<br />
Se per me è così difficile gestire un oggetto così piccolo ed inerte figuriamoci cosa me ne faccio di un intero essere umano ... niente! Anzi, troppa roba! Mi accontento di molto meno. Mi basta fare l'amore ogni tanto, non è che poi perché non voglio vederti non ti voglio bene, anzi, <u>è proprio perché ti voglio bene che ti aiuto ad essere libero/a</u>.<br />
<br />
Il mio ruolo nella tua vita è renderti forte e libero/a, è esserci se hai bisogno ma anche <u>non esserci se non hai bisogno</u>. In altre parole la mia presenza nella tua vita non è un limite ma un aiuto a ciò che desideri fare, se vuoi condividerlo con me io sono felice, ma se non vuoi farlo ... beh ... sono felice lostesso.<br />
<br />
Certo se sparisci, se non mi consideri più, se ti dimentichi che devi esserci quando io ho bisogno e non esserci quando io non ho bisogno, quello è un tradimento, l'unico tradimento che esiste ovvero il fatto che per me non hai più rispetto e/o considerazione. Ma questo è davvero difficile da fare, devi impegnarti per farlo (e qualcuno con me c'è riuscito pure, quindi in effetti non c'è limite al peggio).<br />
<br />
Quindi se ciò di cui hai bisogno è un pugno sui denti, perché in assenza di esso la tua vita sta derivando verso una grigia condizione di non morte, il mio amore per te è darti un pugno sui denti, cogliere il tempismo per farlo affinché quel pugno riaccenda la tua vita e ti riporti a vivere tutte le sue emozioni e le sue dinamiche, compreso il conto del dentista che TU dovrai pagare.<br />
<br />
Se io sento amore per te significa che le nostre vite condividono una meta, un qualcosa di superiore che non ci è necessariamente noto, ma siccome sappiamo che è importante la tua vita per me è importante tanto quanto la mia.<br />
<br />
E dunque io sono quel parere esterno e distaccato che si accorgerà che stai facendo una cazzata ancora prima che tu la faccia, ma sarò anche il braccio che ti toglierà dalle macerie quando vi sarai seppellito, il coraggio di strappare via il dente marcio procurandoti un dolore immenso ma anche la forza di spingerti ad agire per il meglio quando esiterai, la saggezza che ti distoglierà dall'eccessivo attaccamento e dipendenza affettiva ma anche l'affetto sincero per consolarti veramente quando sarai disperato. E se siamo amanti sarò la persona con cui condividere i piaceri dell'intimità ma anche colui che ti lascerà in pace quando avrai la sacrosanta necessità di stare con qualcunaltro.<br />
<br />
E quindi non mi lascerò condizionare da un'etichetta, se di amore si tratta tutte queste cose usciranno da me nella maniera più spontanea, cruda, rozza e politicamente scorretta, per il semplice fatto che il cuore ama e odia senza vie di mezzo, <i>tertium non datur</i>. Il resto sono segoni mentali e dunque non è amore ma è morale. Non c'è pezza.<br />
<br />
Allora non mi interessa del tatto, anzi fanculo al tatto, al politicamente corretto, il mondo è di chi è sufficientemente coraggioso da usare una schietta diplomazia con gli amici, una scaltra diplomazia con i nemici. In altre parole il mondo va vissuto col cuore perché chi si perde in segoni mentali è tagliato fuori. E' un semplice fatto fisico: se viaggi sulla retta arrivi prima a destinazione di chi fa dei gran ghirigori.<br />
<br />
La diplomazia schietta è accettare che le persone che ti amano veramente difficilmente saranno con te delicate, con esse vivrai gli estremi e dunque davanti a loro dovrai accettare di mettere tutti i tuoi pregi e difetti su un piatto in bella vista e venire costantemente lodato per i pregi e criticato per i difetti. E non importa se il prezzo della schiettezza è che i difetti diventino dolenti, perché è l'unico modo per vivere qualcosa di vero.<br />
<br />
Allo stesso modo la diplomazia scaltra è quella che ti porta a fare il buono ed il cattivo tempo col nemico, egli per te non sarà dunque più un essere umano ma carne da macello, e nemmeno qui nessuno sarà delicato o <i>politically correct</i>. Pensare che qualcuno possa essere carne da macello è difatti politicamente scorretto, contro ogni morale in voga in questo periodo storico, ma è l'unica cosa che ti rende padrone della vita e vincitore, poiché chi perde difficilmente sarà libero di beneficiare della schiettezza di amici ed amanti sinceri.<br />
<br />
Ciò detto l'unica cosa che dovrebbe rimanerti nel cuore è una semplice brezza nella quale risuona una frase banale come <i>os-cia la diplomazia</i><span style="font-size: xx-small; font-style: italic;">(1)</span>, un fuoco ardente che distilla veleno per liberarti di un tetro nemico e cercare la prosperità, <i>tertium non datur</i>.<br />
<br />
Perché nel cuore, per come è fatto, non può passare niente di più complicato di questo.<br />
<br />
<br />
<span style="font-size: xx-small;">Note a piè:</span><br />
<span style="font-size: xx-small;">(1) caspita la diplomazia</span><br />
<span style="font-size: xx-small;"><br /></span>
<br /></div>
fabiohttp://www.blogger.com/profile/14661610780579971819noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4518606330851815702.post-63000841656767429002014-03-03T19:51:00.000+01:002014-03-03T19:51:01.345+01:00Ma tu credi in Cristo?<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
Risposta:<br />
<br />
Si, è di tutti gli altri che non mi fido.<br />
<br />
<br />
<br />
Mi è stato chiesto di parlare di religione e così ho ritenuto di farlo veramente, ben sapendo che il richiedente lo faceva a suo rischio e pericolo e che, bhuahuahuahuahua, non ne uscirà illeso.<br />
<br />
Come molti sostengono io mi drogo. Questo dipende dal fatto che, essendo io già fuori di mio, drogarmi è una necessità che mi consente di tornare normale limitatamente alla breve durata dell'effetto psicotropo. Dopodiché torno alla mia normalità che corrisponde al trip di chiunque altro.<br />
<br />
Purtroppo il pusher a quanto pare è fuggito in Micronesia, probabilmente perché nel mentre è diventato ricco, per cui avendo finito la bamba oggi sono tornato alla mia normalità nella quale la seguente <i>mala vision<span style="font-size: xx-small;">(1)</span> </i>ha preso possesso della mia mente:<br />
<br />
<br />
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Voce: fabioooooooooOOOOOoooo</span><br />
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Io: <i>mo e mi signor t'am e fat ciapè un azident! Chi sit?<span style="font-size: xx-small;">(2)</span></i></span><br />
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Voce: sono Dio</span><br />
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Io: io chi?</span><br />
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Voce: no io, DIO!</span><br />
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Io: <i>ahhh, am pareva a me!<span style="font-size: xx-small;">(3)</span> </i>Ma l'ho già sentita sta storia ....</span><br />
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Voce: tu devi stare attento perché sennò a te ti bruciano!</span><br />
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Io: anche questa l'ho già sentita ....</span><br />
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Voce: devi stare attento perché tu hai capito</span><br />
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Io: mah, capito, parole grosse! Veramente qualche dubbio mi sta sovvenendo a dirti il vero ...</span><br />
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Voce: ma no! Intendevo dire che hai capito della religione grazie alla tua fede in me.</span><br />
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Io: ma scusa eh, io non sono mica cristiano, pensa un po' che io non sono così convinto che tu sia Dio, non è che basta che una voce fuori campo mi dica "sono Dio" per convincermi, dopo tutte le robe che ho visto potrei anche pensare che tu sia qualcosaltro ...</span><br />
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Voce: Ma infatti io non sono mica il Dio dei cristiani, cioè non esiste mica un dio fatto così! Figurati.</span><br />
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Io: ma dai ...</span><br />
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Voce: eh ma non penserai mica che i cristiani di adesso siano uguali ai seguaci di Cristo</span><br />
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Io: in effetti non l'ho mai pensato, ma perché insisti su sta cosa? Se sei veramente Dio dovresti sapere che non me ne frega una ceppa di niente</span><br />
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Voce: <i>oh ma tu sei proprio un cignale deh<span style="font-size: xx-small;">(4)</span></i></span><br />
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Io: si vabbè ci manca solo un dio fiorentino via! Dimmi piuttosto, qual'è la versione attendibile della Bibbia? Quella degli ebrei? Quella degli evangelici ... dei testim...</span><br />
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">(mi interrompe)</span><br />
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Voce: ma cosa me lo chiedi a fare che lo sai già che hanno tolto tutto!</span><br />
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Io: come tolto tutto? E chi l'ha scritta George Lucas quella di adesso?</span><br />
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Voce: Se l'avesse scritta George Lucas sarebbe meno pesante da leggere ... comunque si, han tolto tutto quello che era scomodo, che poi è quello che è importante, l'hanno tolto e ci hanno scritto una marea di cazzate!</span><br />
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Io: temevo. Ma chi è stato quindi?</span><br />
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Voce: beh sai all'epoca c'era l'impero romano, era la civiltà più grande ricca e potente dell'epoca, come adesso se ci fosse un problema sociale di portata internazionale se non chiamano gli USA tempo due giorni e arrivano da soli e ...</span><br />
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Io: si si, ho capito che intendi</span><br />
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Voce: cioè se tu insegni alla gente a fare tesoro della propria natura quelli non hanno più bisogno di niente, si danno alla macchia e poi?</span><br />
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Io: eh e poi?</span><br />
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Voce: è il peggiore incubo di ogni potente. Dopo chi li fa i lavori sporchi se tutti sanno che si può vivere liberi con poco e niente e che questo è anche abbastanza piacevole? </span><br />
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Io: Quindi insomma i romani sono stati abbastanza furbi per smascherarli</span><br />
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Voce: purtroppo non serve molta consapevolezza del problema per contrastarlo, ti sembra che quelli che adesso si proclamino fedeli lo siano davvero?</span><br />
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Io: ma figurati! E' pieno di gente che proclama l'amore incondizionato e poi venderebbe la propria madre per pochi spiccioli.</span><br />
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Voce: eh appunto, la gerarchia sociale per le alte sfere è una droga che da dipendenza. Di fatto i potenti dipendono dai poveracci che tirano la carretta, ma per fare in modo di schiavizzarli devono necessariamente imporre regole che li tengano poveri e privi di potere. Se le masse si rendono conto che esiste una vita altrettanto dura ma libera ai potenti gli hai rotto il giochino. </span><br />
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Io: e ovviamente già all'epoca dell'impero romano i potenti sapevano come tenere il loro potere</span><br />
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Voce: ovvio altrimenti non sarebbero stati potenti. I metodi sono sempre stati molteplici, alcuni violenti, altri subdoli ...</span><br />
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Io: col tempo hanno smesso con quelli violenti perché con quelli subdoli possono tirare il sasso e nascondere la mano</span><br />
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Voce: apparentemente si ma non è così vero, una volta ti crocifiggevano, poi hanno iniziato a bruciare le persone, adesso hanno metodi più fantascientifici ma il modo di farti fuori lo trovano se rompi troppo le scatole ....</span><br />
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Io: fanno prima a vendertela bene</span><br />
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Voce: verissimo! Infatti il cristianesimo fu la prima operazione di marketing internazionale della storia moderna.</span><br />
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Io: cioè?</span><br />
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Voce: hanno preso tutti i testi sacri, li hanno aggiustati affinché gli facesse comodo, poi hanno sfruttato la loro posizione di potere per far credere quello che volevano loro dicendo che quello era l'insegnamento di Cristo.</span><br />
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Io: quindi hanno messo la notte in una scatola, ci hanno scritto "Giorno di alta qualità" e hanno preteso che fosse quello il giorno.</span><br />
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Voce: esattamente.</span><br />
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Io: Ma i cristiani di allora?</span><br />
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Voce: è successo talmente tanto tempo fa che anche i responsabili ne hanno perso memoria, i reietti erano un grido soffocato già allora, figurati dopo così tanti anni, potremmo dire <i>Game Over</i>.</span><br />
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Io: capisco, forse ti riferisci ad un'epoca in cui avevano ancora la croce facile?</span><br />
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Voce: e tanti chiodi ...</span><br />
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Io: Ma quindi i famosi testi antichi? La fonte Q ?</span><br />
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Voce: Ahahaha, la fonte Q! Ti piace scherzare eh! Quando è successo non erano ancora così antichi, poi tieni conto che anche adesso si scannano per 10 euro secondo te non hanno fatto la fatica di togliere le stesse cose anche da quelli visto quanto era grande ciò che era in pericolo?</span><br />
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Io: già ... ma Muhammad<span style="font-size: xx-small;">(5)</span> se ne accorse!</span><br />
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Voce: si, ma se non lo chiami Maometto gli italiani non sanno chi sia! E anche lui cercò di spiegarlo, ma hanno tolto tutto pure da li, cioè erano potenti, potevano fare il buono e il cattivo tempo anche solo per capriccio, figurati se avevano paura degli arabi, anche a costo di farsi male avrebbero comunque calcato la mano ... come adesso insomma. Così nacque il califfato ...</span><br />
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Io: Sticazzi! Sai che non ci avevo pensato che potesse essere andata così ... i conti quadrerebbero anche sotto il profilo storico.</span><br />
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Voce: ma scusa non ti sembra una gran paraculata che il Corano è stato tramandato per 3 secoli per via orale? Non ha l'aria di una scusa un po' strascicata?</span><br />
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Io: in effetti ... se fosse una scusa non è che sarei stupito ecco.</span><br />
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Voce: ma tu ce l'hai presente quanto sono scassamaroni gli arabi?</span><br />
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Io: vabbè dai so ragazzi ... cioè quelli che ho conosciuto io sono persone estremamente oneste e semplici</span><br />
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Voce: si vabbè, mettiamola pure così, talmente onesti e puliti che finiscono per essere abbastanza testardi e orgogliosi, ma secondo te erano così stupidi da non scriverlo?</span><br />
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Io: non l'ho mai creduto infatti, sono convintissimo che l'abbiano scritto, meno convinto che il testo sia immutabile come sostengono. E lo dico dispiaciuto.</span><br />
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Voce: ma veramente Muhammad stesso lo aveva scritto! Non ti è venuto il dubbio che all'origine l'Islam sia stato fondato dai cristiani reietti esautorati del loro stesso credo?</span><br />
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Io: bah, basta parlare di ste cose, lo sai che mi viene su la perfidia... si che ci ho pensato. Quelli dall'oggi al domani si sono ritrovati esautorati di professare ciò che fino al giorno prima professavano con fede autentica e qualcuno che professava in loro nome la versione tarocca ... se ne saranno sì andati altrove a ricominciare daccapo. Sennò come si spiega che l'Islam è praticamente la versione 2.0 del cristianesimo?</span><br />
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Voce: eh ma temo che li abbiano trovati e abbiano fatto taglia e cuci anche della versione 2.0 trasformandola nella versione imperiale</span><br />
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Io: però non sono riusciti ad eliminare quel verso nella prima sura dove accusano la romana chiesa di blasfemia</span><br />
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Voce: era difficile scalzare via il presupposto stesso ma ... non lo trovi divertente?</span><br />
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Io: con una buona dose di sadismo si, ma alla fine non è servito a un cazzo nemmeno quella consapevolezza li per mantenere attenzione sul nocciolo del problema! Così si sono convinti che i testi e le tradizioni siano autentici anche se sono stati pesantemente alterati.</span><br />
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Voce: beh se fosse tutto così autentico ed immutabile perché la scissione in sciiti e sunniti? Evidentemente qualche elemento discordante c'è.</span><br />
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Io: dai per favore! Lo sai che mi sale la perfidia a parlare di questo! Cioè mi viene male a pensare a quanta gente sente bisogno di prendersi cura della propria anima ma tutto ciò che è mainstream a riguardo di questo argomento è il frutto di un colossale e perfettamente riuscito raggiro politico ...</span><br />
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Voce: come vuoi, vedi che hai capito? Del resto non c'è niente che non ti abbia già spiegato</span><br />
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Io: mettila pure come vuoi, se ti fa piacere pensare di essere tu la mia guida fai pure ma io non mi fido di te! Sarai il solito spiritello della domenica che arriva e pontifica sui massimi sistemi, probabilmente sei nato e vissuto dentro una foglia della pianta del mio studio, hai meno anni di me e non sei mai uscito da questa casa ... andar bene ciò che sai l'hai imparato proprio dal sottoscritto vivendo qui ...</span><br />
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Voce: credi ciò che ti pare, mettimi pure alla prova se vuoi.</span><br />
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Io: allora visto che tanto ti piace parlarmi di religioni dimmi, che tipo era Gesù?</span><br />
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Voce: era un rompipalle come te!</span><br />
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Io: eh si sta a vedere che mo sono come Gesù Cristo</span><br />
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Voce: ma se sei nato anche tu verso natale, hai anche il suo codice fiscale li memorizzato in un file sul computer, devi essere per forza tu! (divertito)</span><br />
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Io: <i>va a caghé va la<span style="font-size: xx-small;">(6)</span></i> dimmi piuttosto perché la gente lo ha mitizzato così, cosa faceva veramente?</span><br />
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Voce: beh lo sai anche tu che se entri in profondità nella tua natura puoi guarire dalle malattie, puoi imparare a vivere forte e sereno, puoi superare tutte le difficoltà anche gravi ed essere comunque mediamente felice. All'epoca non era tutto di cemento come adesso, se purificavi e potenziavi la tua anima potevi vivere veramente una vita prospera senza migrare all'altro capo del mondo ...</span><br />
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Io: ma quindi Gesù come faceva a convincere le persone?</span><br />
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Voce: Lo sai meglio di me come si fa a stimolare la curiosità</span><br />
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Io: tutto qui?</span><br />
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Voce: si tutto qui, l'unica differenza è che adesso c'è Internet, di gente che lo fa è pieno, se già al primo tentativo tutti hanno scritto una marea di cazzate figurati adesso che tutti lo fanno che marea di cazzate c'è ... e comunque anche tu hai convinto un sacco di persone facendole stare meglio, anche se poi non sono volute andare oltre hanno apprezzato lostesso.</span><br />
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Io: sospettavo che fosse così ... e comunque finora chi ha accettato i miei consigli e ne ha tratto beneficio continua a chiedermi consigli.</span><br />
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Voce: si ma ti conviene lasciare perdere, vivi la tua vita sereno, pensa alla tua anima ed a quella delle persone che sanno amare o che sanno essere grate, tieni lontane le altre e fai il possibile per fermarle se nuociono, è il massimo che puoi fare, alla fine sei solo un uomo.</span><br />
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Io: lo sto già facendo, non credo mica di essere dio, anzi, <i>a so sfighé dur<span style="font-size: xx-small;">(7)</span></i></span><br />
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Voce: lo so ....</span><br />
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Io: farò finta che "lo so" non si riferisse all'ultima cosa che ho detto. Ma mi dici chi sei insomma?</span><br />
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Voce: tanto non ti fidi di me, nessun uomo di conoscenza anche sfigato come dici tu lo farebbe, sai bene a chi devi chiedere sul mio conto.</span><br />
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Io: vabbè non te la prendere, di spiriti che pontificano ed irrompono nelle visioni quotidiane è pieno il mondo, per di più mi hai detto cose che già pensavo, non è che il tuo apporto sia così significativo ai fini della mia esistenza.</span><br />
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Voce: che scassacazzo che sei! E comunque le pensavi ma non eri convinto del tutto, il mio parere per quanto sia ti influenza un po'.</span><br />
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Io: forse hai ragione, devo dire che condivido ciò che vai dicendo, ma che importa?</span><br />
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Voce: ah beh, niente, si sa. Tutte le vie sono uguali e nessuna è importante, Don Juan docet <span style="font-size: xx-small;">(8)</span>.</span><br />
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Io: dunque non ti offendi se torno alle mie faccende domestiche, ho i piatti da lavare, il bagno che fra un po' mette le gambe e scappa ....</span><br />
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Voce: no no, vai pure, ci sentiamo alla prossima</span><br />
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Io: allora ti saluto alla maniera del mio maestro <i>animo y fuerza y hasta pronto!<span style="font-size: xx-small;">(9)</span></i></span><br />
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Voce: anche a te, ciao!</span><br />
<br />
<br />
<br />
<br />
A.A.A. cercasi disperatamente pusher con vasto assortimento di sostanze psicotrope, devo assolutamente assumerne per tornare normale affinché la prossima bloggata parli di calcio e di figa come farebbe chiunque al mio posto.<br />
<br />
<br />
<br />
<span style="font-family: Courier New, Courier, monospace; font-size: xx-small;">Note a piè:</span><br />
<span style="font-family: Courier New, Courier, monospace; font-size: xx-small;"><br /></span>
<span style="font-family: Courier New, Courier, monospace; font-size: xx-small;">(1) In lingua castigliana <i>terribile visione</i></span><br />
<span style="font-family: Courier New, Courier, monospace; font-size: xx-small;">(2) In lingua romagnola <i>oh mio signore mi hai fatto prendere un accidente! Chi sei?</i></span><br />
<span style="font-family: Courier New, Courier, monospace; font-size: xx-small;">(3) In lingua romagnola <i>ah mi pareva a me</i></span><br />
<span style="font-family: Courier New, Courier, monospace; font-size: xx-small;">(4) Espressione fiorentina<i> oh ma sei proprio un cinghiale </i>che intende fare riferimento alla scarsa socievolezza e scarsa raffinatezza nei modi</span><br />
<span style="font-family: Courier New, Courier, monospace; font-size: xx-small;">(5) <i style="background-color: white; line-height: 19.200000762939453px;">Abū l-Qāsim Muḥammad ibn ʿAbd Allāh ibn ʿAbd al-Muţţalīb al-Hāshimī, </i><span style="background-color: white; line-height: 19.200000762939453px;">Maometto per gli amici</span></span><br />
<span style="font-family: Courier New, Courier, monospace; font-size: xx-small;"><span style="background-color: white; line-height: 19.200000762939453px;">(6)</span><span style="background-color: white; line-height: 19.200000762939453px;"> In lingua romagnola <i>vai a cagare vai</i></span></span><br />
<span style="font-family: Courier New, Courier, monospace; font-size: xx-small;"><span style="background-color: white; line-height: 19.200000762939453px;">(7) In lingua romagnola <i>sono sfigato duro</i></span></span><br />
<span style="font-family: Courier New, Courier, monospace; font-size: xx-small;"><span style="background-color: white; line-height: 19.200000762939453px;">(8) </span><span style="background-color: white; text-align: justify; text-indent: 24px;">DON JUAN: «Tutto è solo una strada tra tantissime possibili. Devi sempre tenere a mente che una strada è solo una strada; se senti che non dovresti seguirla, non devi restare con essa a nessuna condizione. Per raggiungere una chiarezza del genere devi condurre una vita disciplinata. Solo allora saprai che qualsiasi strada è solo una strada e che non c'è nessun affronto, a se stessi o agli altri, nel lasciarla andare se questo è ciò che il tuo cuore ti dice di fare. Ma il tuo desiderio di insistere sulla strada o di abbandonarla deve essere libero dalla paura o dall'ambizione.» (C.Castaneda - Gli insegnamenti di Don Juan)</span></span><br />
<span style="background-color: white; text-align: justify; text-indent: 24px;"><span style="font-family: Courier New, Courier, monospace; font-size: xx-small;">(9) In lingua castigliana <i>forza e coraggio e a presto!</i> in realtà è la traduzione del saluto tradizionale del popolo Shuar che nella loro lingua è <i>Kàkaram Ajastà </i>che significa più verosimilmente ma meno letteralmente<i> diventa forte e potente </i>al quale ho aggiunto <i>a presto</i></span></span></div>
fabiohttp://www.blogger.com/profile/14661610780579971819noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-4518606330851815702.post-89796356302294675942014-02-28T02:36:00.001+01:002014-02-28T02:36:38.030+01:00Anticipare<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
Il mio maestro mi insegna che le cose prima si fanno e poi si spiegano. Il metodo peraltro è sorprendentemente efficace, il fatto che nel mondo accademico si faccia il contrario dovrebbe farvi riflettere sul valore del mondo accademico.<br />
Sarà per quello che anche i laureati sono a livello di un bambino cerebroleso delle elementari (che adesso si chiamano primarie ma tanto, alla fine, che differenza c'è lo sa solo la Gelmini<u><i><span style="font-size: xx-small;">(1)</span></i></u>) ???<br />
Se hai tante cose da fare prima si fa quella difficile, poi quelle più ovvie e banali. Anche qui dovrebbe farvi riflettere il fatto che il mondo accademico, fallendo miseramente, fa l'esatto contrario.<br />
<br />
Allo stesso modo io credo che parlerò del modo più difficile di informarsi da soli.<br />
<br />
Si perché nel blog precedente ho detto che è cosa banale, ma non sono entrato nel merito. Del resto nel mio stato d'animo c'era già l'avvilimento di dovere spiegare una cosa che per me è praticamente ovvia, quindi immaginate come mi sento a dover eviscerare qualcosa che per me è scontato e che faccio automaticamente nella mia quotidianità.<br />
<br />
Ma qualcuno ha giustamente eccepito con un "no" lapidario il mio tirar via ed evitare il discorso. In effetti mi si potrebbe eccepire una certa disonestà intellettuale nel non entrare nel merito, come dire "si vabbè fai lo sborone e ci dici che sei un mago e poi però non ci spieghi nemmeno il trucco più facile".<br />
<br />
Dulcis in fundo la medesima ed ovvia richiesta da parte di altri.<br />
<br />
Allora vi parlerò di anticipare.<br />
<br />
Quando andavo a scuola avevo un'insegnante incompetente e disonesta che insegnava lettere. Una persona infida che, nell'incapacità di impostare un lavoro vero e proprio, valutava le persone sulla base di un pregiudizio di fiducia basata su criteri che solo lei conosceva.<br />
<br />
Detta persona tuttavia una cosa utile la fece (l'unica a dire il vero) conducendomi nella biblioteca della scuola e consegnandomi nelle mani un libro di Ray Bradbury intitolato "Farenheit 451".<br />
<br />
Quando lessi quel libro nell'ormai lontano 1992, per cui parliamo di 22 anni fa, quello che c'era scritto ancora aveva il sapore della fantascienza, tuttavia una strana inquietudine mi pervase. Già all'epoca mi interessavo di elettronica, telecomunicazioni, informatica, anche se ad un livello hobbistico e assolutamente poco approfondito, ma un'idea di cosa era tecnicamente possibile o di cosa avremmo visto negli anni a venire già ce l'avevo.<br />
<br />
In effetti rimasi sorpreso dalla capacità visionaria dell'autore, soprattutto pensando che il libro fu scritto nell'ancora più lontano, direi addirittura remoto 1953.<br />
<br />
Ma io mi trovavo in quella che, rispetto alla trama del libro, potremmo definire era di mezzo. Io ero in pieno medioevo perché la distopia tecnologica del libro ancora non esisteva ma io sapevo essere tecnologicamente possibile.<br />
<br />
All'epoca, 22 anni fa dico, sapevo che prima o poi avrebbero fatto schermi grandi come pareti, che tutti ne avremmo avuto almeno uno, che il treno automatico sarebbe arrivato (la metropolitana 5 di Milano), qualunque luogo avrebbe avuto schermi e audio pubblicitari dovunque (pensate alla pubblicità al cinema che una volta non c'era o ai monitor onnipresenti con sopra video pubblicitari), che i libri cartacei sarebbero stati superati (kindle & co).<br />
<br />
Il nocciolo della distopia, ovvero che un governo vietasse i libri, era già evidente che fosse inutile: nel 1992 ci pensavano le persone da sole ad essere vittime della loro ignoranza crassa, ed io ero uno degli ignoranti, anche se rimasi sorpreso dal leggere idee tanto ardite e consapevoli.<br />
<br />
Oggi, a distanza di 22 anni, il medioevo è finito e ci troviamo in una situazione che ha già superato il futuro distopico di Bradbury. Ci sono voluti 61 anni affinché il suo pessimismo diventasse realtà. Immagino che coloro che abbiano letto il libro prima degli anni 90, ma forse anche nella seconda metà degli stessi anni 90, non si sia posto il problema di quanto fosse realistico, anche se in quel periodo iniziava già ad essere chiaro che il fosco futuro stesse diventando pericolosamente possibile.<br />
<br />
Cosa mancava per concretizzarsi?<br />
<br />
Pensarci. A qualcuno prima o poi sarebbe venuto in mente di mettere schermi pubblicitari dovunque, la tecnologia esisteva, ma finché non sono arrivati gli LCD la resa estetica demoliva ogni iniziativa. Anche se ormai un televisore piatto è cosa normale, nel nostro inconscio associamo lo schermo LCD a qualcosa di fantascientifico.<br />
Viviamo ancora di rendita della cosmogonia di Star Trek e similari, dove schermi piatti artefatti per la cinematografia sembravano già reali anche prima che fossero tecnicamente realizzabili. E il motivo per cui li costruiamo esteticamente così è che nel nostro canone estetico avevano già fatto breccia gli sceneggiatori, designer ante litteram, pionieri della fantatecnologia.<br />
<br />
Come anche il cellulare della Motorola, il celeberrimo Star Tac (che guardacaso assuona con Star Trek) e che è identico ai comunicatori che usavano Kirk ed il suo equipaggio.<br />
I moderni tablet sono esattamente come il dpad che veniva portato a Kirk contenente la burocrazia del futuro, e potrei citarne altri di esempi.<br />
<br />
Questo è il motivo per cui, inconsciamente, se vediamo uno schermo LCD pensiamo a qualcosa di futuribile. E questo è parimenti il motivo per cui se avessero messo i vecchi tubi catodici quando gli LCD non esistevano non si sarebbe ottenuto lo stesso livello di attenzione.<br />
<br />
Ma come ha fatto Bradbury ad anticipare così bene i tempi?<br />
<br />
Francamente ammetto di ignorarlo. L'ipotesi che ritengo più probabile è che lui non avesse nessuna particolare consapevolezza quando scrisse la sua storia, semplicemente per un caso fortuito gli eventi reali hanno preso una piega che per un caso beffardo del destino converge con la storia del libro.<br />
<br />
Il libro del resto non ebbe poi così tanto successo, sembrava quasi che la sua fantascienza fosse di serie B, un autore molto più valido sotto il profilo letterario che narrativo, sicuramente conosciuto ma non certo in voga. Questo lo dico senza nulla voler togliere all'autore il quale comunque ebbe una notevole vena creativa, seppe condensare gli elementi del declino sociale in un'ambientazione solo parzialmente fantascientifica, averci preso con precisione fu solo fortuna, scrivere una storia così bella fu invece talento.<br />
<br />
Il punto di vista anticipatorio infatti fu mio, che avendo letto il libro nell'età intermedia, ovvero quel periodo nebuloso in cui ancora la realtà non convergeva con la storia del libro ma si poteva capire che poteva benissimo succedere, fece suonare qualche campanello di allarme.<br />
<br />
In sintesi il procedimento consiste nel raccogliere idee, ovviamente non parliamo di idee mainstream, parliamo di idee azzardate. Pronosticando possibili epiloghi, ovviamente su basi concrete, oppure a volte anche semplicemente dando retta al proprio istinto e annotare quando l'allarme suona, si può porre attenzione su dettagli che, in quel determinato momento, sono già attendibili, sono già prolifici, stanno già cambiando il mondo.<br />
<br />
Non è una sfera di cristallo ma il risultato è lo stesso.<br />
<br />
Sappiamo già che la maggior parte di quei pronostici è sbagliata in partenza. Ma qualcuno è corretto, lo è per forza, o se non è corretto ci va talmente vicino che è solo impreciso.<br />
<br />
Vivere nel presente quindi consente di capire quale dei tanti pronostici era corretto. Certo può capitare che nessuno lo fosse, ma si fa sempre in tempo a farne uno appropriato. Non ci sono ovviamente garanzie, non c'è modo di sapere cosa succederà domani, ci sono eventi di cui comunque ignoreremo l'esistenza anche una volta avvenuti, alcuni che non possiamo immaginare, ma di quelli non interessa mai a nessuno se non per fare volume di stampa.<br />
<br />
Anticipare in altre parole significa vivere ancorati alla realtà. Solo chi ha competenze sufficienti su qualcosa è capace di prevedere come questa evolve. Allora si tratta di diventare competenti di realtà pratica. Vivere con i piedi per terra è l'unico modo per anticipare gli eventi.<br />
Se la tua capacità di analizzare la situazione presente conduce ad una sintesi efficace allora tutti i futuri possibili sono li, sotto i tuoi occhi.<br />
<br />
Quando una delle cose che hai ritenuto possibile, perché sai il perché può accadere, sta per accadere, allora lo vedi prima che succeda. Questo avviene perché sai il perché quella cosa avviene, dunque sai quale situazione è probabile che la generi. Lo capisci dagli indicatori, dalle avvisaglie, dal fatto che gli eventi prendono la piega che prevedibilmente avrebbero dovuto/potuto e che dunque le cose, tutto sommato, un senso, una causa-effetto la seguono.<br />
<br />
Perché dunque non ho bisogno dei giornali stampati per fare questo?<br />
<br />
Perché i giornali stampati non contengono una fotografia realistica di quello che sta succedendo, i giornali contengono kg di menzogne stampate con fine propagandistico o anche meramente commerciale, ai fini del nostro pronostico sono quindi del tutto ininfluenti.<br />
<br />
A noi interessa quella che io chiamo realtà fattiva. L'insieme delle cose che stanno succedendo per davvero. A me non interessa se l'azienda del comune che assegna le case popolari statisticamente assegna 10 case al mese, a me interessa che una famiglia in difficoltà che conosco personalmente ne aspetta una da 2 anni e ci sono degli immobili vuoti privi di assegnazione.<br />
<br />
Questa è la differenza tra la stampa e la realtà fattiva: la prima ti fa credere ciò che vuole, inventandosi dati, statistiche, fatti, meriti, ecc. per tutelare l'establishment, la seconda parla la lingua del fatto riscontrabile, della situazione concreta che puoi toccare con mano, quella che ti arriva direttamente imbattendoti nel problema e/o facendotelo riferire in prima persona da chi lo sta vivendo.<br />
<br />
Se vado a lamentarmi in comune che ci sono degli immobili vuoti e della gente in mezzo alla strada loro hanno una specie di vecchio registratore a bobine integrato nel cervello sul quale premono play e parte un nastro che dice "l'anno scorso abbiamo assegnato più di 900 immobili, quest anno siamo pronti per assegnarne altri 1200 ..." ovvero tutte informazioni che ai fini della realtà fattiva sono completamente inutili.<br />
<br />
I giornalisti invece hanno una specie di abitudine inamovibile di chiedere copie delle bobine anziché osservare la realtà fattiva. Forse perché quelli che gli pagano lo stipendio hanno a loro volta una bobina con cui dipingere la realtà che, non ci crederete, differisce notevolmente da quella fattiva.<br />
<br />
Ma come faccio a sapere che è così? Perché io anticipo anche loro.<br />
<br />
Non sono un mago, semplicemente quando leggo il giornale il mio scopo non è trarre un informazione ma scoprire in quale modo è stata alterata. Io ho già l'informazione in mano oppure, se non ce l'ho, so già che quella che trovo sul giornale non è corretta, probabilmente è pura fantasia (succede molto più spesso di quanto si immagini).<br />
<br />
Molto spesso l'inganno si svela conoscendo l'argomento di cui tratta la notizia. Non è raro infatti che il giornale denunci fatti tecnicamente impossibili, che abusi dell'ignoranza media delle persone per fomentare le paure inconscie.<br />
<br />
"Moglie assume hacker per spiare il telefonino del marito, riesce a sorprenderlo mentre si trova a letto con l'amante ..."<br />
<br />
A parte che io un telefonino hackerato lo devo ancora vedere, ma ammettiamo pure che esista un cavallo di troia che ti consenta di spiare il telefono in tempo reale e di accedere alla totalità delle sue risorse:<br />
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1) il telefonino non ha banda sufficiente a mandarle tutte all'hacker senza che il traffico generato non risulti visibile nella bolletta telefonica o nel credito, senza che il cellulare sia rallentato o che il servizio non sia significativamente afflitto<br />
2) anche ammesso che sia possibile (e non lo è) cosa facevano i due trasgressori? Si tenevano l'obiettivo della fotocamera puntato mentre scopavano e avevano il gps acceso?<br />
<br />
Cioè la flagranza è ovviamente mendace. Potrai al limite scovare qualche messaggio mandato via SMS o tramite WhatsApp, ma nulla di più.<br />
<br />
Come faccio a saperlo? E' vero: so come funziona un cellulare. Ma era sufficiente sapere come funziona la rete telefonica del cellulare per sapere che una simile notizia è completamente inventata. Visto che è praticamente la stessa da quando esiste è una cosa che nel mio bagaglio culturale era anticipabile da più di un decennio, anche prima che inventassero gli "smartphone" sapevo che semmai li avessero creati la rete cellulare sarebbe stata un limite per questo tipo di interferenze.<br />
<br />
Avevo anche capito che prima o poi i cellulari sarebbero diventati smartphone, ovvero piccoli computer tascabili dalle capacità limitate ma comunque versatili. Ma questo avrebbe potuto dirvelo qualunque tecnico anche 10 o 15 anni fa.<br />
<br />
Allora mi dico: visto che è tutto eccetto che infrequente trovare notizie completamente inventate come faccio a fidarmi del giornale?<br />
<br />
E' semplicissimo: non mi fido.<br />
<br />
Per me leggere il giornale equivale a leggere un'insieme di menzogne, il mio scopo non è dare per buone le notizie ma capire perché mi mentono a quel modo. Capire <i>chi mi mente e perché</i> è l'unica informazione veramente utile perché mi consente di capire chi decide e quali sono i suoi interessi.<br />
<br />
Sapendolo posso anticiparli. Anticipandoli posso desumere quali decisioni prenderanno i "potenti" del momento e capire cosa succederà domani, o dopodomani, e dunque avrò anticipato anche parte degli eventi.<br />
<br />
Per questi motivi io sostengo che anticipare sia necessario. Io ho messo in evidenza alcuni esempi che mi riguardano da vicino con i quali anticipare è stato possibile ed ha prodotto pronostici accurati.<br />
Ciò che ci impedisce di farlo è semplicemente l'ignoranza. Più cose ignoriamo e meno pronostici possiamo fare. Se siamo pigri e rimaniamo nella nostra ignoranza virtualmente possiamo bere qualunque cazzata ci raccontino, soprattutto quelle cucite ad hoc per sembrare credibili.<br />
<br />
L'abitudine e la volontà specifica consentono di diventare bravi a pronosticare le cose partendo dalle conoscenze. Cercare di capire dove sono le menzogne, le imprecisioni, l'ignoranza altrui, consente di sviluppare una capacità analitica che sia strettamente attinente alla realtà fattiva.<br />
<br />
Il senso critico e la capacità di pronosticare sono dunque là dove converge una conoscenza con un'analisi della situazione attuale reale, epurata di tutte le informazioni inutili o fuorvianti, partendo dal presupposto che la stampa mente, che le persone interessate mentono, che i politici mentono, che i funzionari statali mentono, che lo fanno tutti in maniera sistematica, ragionata e spesso studiata per salvare la loro faccia o il loro personale business/interesse economico.<br />
<br />
Del resto se c'è chi si scanna per pochi euro figuriamoci cosa possono fare persone meschine per tutelare la propria immagine, per quanto fasulla sia ... o per tutelare il proprio posto di lavoro, il proprio stipendio o il proprio business.<br />
<br />
Che ci crediate o no riesco a pronosticare con largo anticipo situazioni molto più concrete e veritiere di quelle della stampa del giorno dopo.<br />
<br />
<span style="font-size: xx-small;">Note a piè:</span><br />
<span style="font-size: xx-small;">(1) A volte ritornano</span></div>
fabiohttp://www.blogger.com/profile/14661610780579971819noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-4518606330851815702.post-40756644753822523392014-02-26T22:15:00.002+01:002014-02-26T22:15:47.723+01:00L'Italia da buttare<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
E che se la tiri nel cesso si intasa e non va giù neanche se pronunci una formula magica in dialetto sumero, verrebbe da dire!<br />
<br />
Un folle urlatore, molto bravo a dare il contentino ideologico alle folle, è troppo impegnato a puntare il dito contro i presunti colpevoli. Facendo questo, oltre a dimenticarsi che la colpa è del sistema, che li ha prodotti, e non dei singoli, si dimentica anche <u><b>che gli accusati fanno esattamente la stessa cosa</b></u>.<br />
<br />
E' sorprendente vedere come 60 milioni di pecore caschino in questo giochino. Si dico 60 milioni perché non fa differenza cascare nel giochino di Grillo o di Renzi o di Berlusconi o di Monti .... è uguale.<br />
<br />
C'è la stessa differenza che corre tra la Fiat Bravo e la Alfa Mito, se le guardi bene si capisce che più o meno è la stessa auto. Certo la Mito è più bella esteticamente, ma credo che il telaio, le geometrie e buona parte della meccanica siano identiche.<br />
Del resto una casa marcia ben arredata fa molta più figura di una casa nuova ma rifinita economicamente.<br />
<br />
Allora preferite stare dalla parte di chi dice "io sono onesto e voi no" oppure dalla parte di chi dice "io so fare e voi no" oppure dalla parte di chi dice "io sono il più bravo di tutti e voi fate schifo".<br />
Le parole sono diverse ma il concetto è sempre lo stesso. E ci cascate come le pere cotte.<br />
<br />
Vi lasciate imbastardire da 4 cazzate in croce, che peraltro sono sempre le stesse dalla notte dei tempi, la differenza è che uno per dirle ha comperato dei canali televisivi, l'altro dei giornali stampati, l'altro invece è arrivato per ultimo e lo fa tramite un blog. Se non altro l'ultimo è più furbo, ha speso 1 milionesimo degli altri per ottenere lo stesso risultato ... non ha tradito la fama dei genovesi!<br />
<br />
E se dico così la gente mi chiede: ma se non guardo la TV, non leggo il giornale o non leggo il blog di Grillo mi isolo dal mondo, come faccio a tenermi informato?<br />
<br />
Io davanti a questa eccezione idiota ho anche smesso di rispondere. Perché la risposta è talmente semplice da essere idiota.<br />
<br />
E mi vorticano i testicoli come turboreattori a doverla scrivere qui!<br />
<br />
Cioè secondo voi i giornalisti <strike>le cazzate che vi propinano</strike> quello che scrivono sui giornali, <strike>le deiezioni di cui riempiono la TV</strike> i talk show, i blog ... è lo spirito santo a dettarglieli la notte? Ce l'hanno scritto nel genoma?<br />
<br />
Ah no forse sono dei moderni Mohammed che però hanno perso il numero di Allah e quindi, non potendo nemmeno emulare da lontano il celeberrimo profeta, si ostinano a comporre il numero che gli fa ricevere in visione lo spirito di un fondatore di chat line erotiche deceduto il quale, spacciandosi per una divinità che non è, gli detta la merda che vediamo tutti i giorni da 50 anni a questa parte.<br />
<br />
Ma dai, suvvia! (per non usare altre espressioni verbalmente violente ...)<br />
<br />
Evidentemente un modo per raccogliere informazioni c'è, che vi piaccia o no. L'unica cosa che vi separa dall'ottenimento di informazioni di prima mano è la vostra ottusità, la vostra pigrizia, la vostra ignoranza.<br />
<br />
<div style="text-align: left;">
L'italiano medio è di un ignoranza che è spaventosa. Ha ottenuto un diploma di scuola superiore ma se lo metti alla prova il suo livello fattivo è da quinta elementare (che adesso si chiama primaria ma è cambiato solo il nome<span style="font-size: xx-small;"><i><u>(1)</u></i></span>). Ma non di un bambino di quinta elementare sveglio, di uno un po' ritardato e somaro. Qui in Romagna diremmo di uno un po' sgumbiato/imbarlato a seconda della zona della Romagna da cui proviene il commento. </div>
<br />
Cioè raccogliere notizie non è una Kabbalah, non si fa con la sfera di cristallo, non si fa invocando spiriti o demoni, non serve nessuna particolare preparazione scolastica, se servisse del resto non si spiegherebbe come mai quella sottospecie umana che in Italia chiamiamo giornalisti sia capace di far pervenire le edizioni in edicola e alla TV tutti i giorni.<br />
<br />
Poi ecco, magari in assenza di preparazione scolastica il risultato che si ottiene è quello che vediamo, quindi forse anziché dargli dei subumani dovremmo battergli una pacca sulla spalla e dirgli: "dai su non ti abbattere, continua così e vedrai che entro il compimento del 256° anno di età riuscirai a scrivere qualche riga sensata, per sbaglio, dentro almeno uno di tutti gli articoli che hai scritto".<br />
<br />
Allora mi spiegate come mai sembra che in mancanza di giornalisti non si possa vivere? Soprattutto quando è 50 anni che dimostrano di avere una cultura ed una conoscenza di quello che scrivono che è più scarsa di quella del vincitore della gara "peggior BAR della penisola".<br />
<br />
Cioè io cosa sono un profeta eletto che riesco a scrivere queste bloggate dopo 13 anni che in casa mia non c'è la TV? Che leggo meno di una volta al mese la cronaca locale, senza soffermarmi troppo sui dettagli, spesso guardando solo le figure, velocemente mentre prendo il caffè?<br />
<br />
Come faccio ad avere un'idea politica precisa senza sorbirmi le cazzate che dicono Renzi/Grillo/Berlusconi/Letta/Brunetta/Sailcazzochisaltafuoridomaniinquelcasino ... eh??<br />
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Come mai se prendo in mano un giornale qualsiasi mi viene il voltastomaco?<br />
E come mai i talk show, il blog di Grillo, le chiacchiere da bar, mi fanno lo stesso effetto?<br />
Che sia che è sempre la stessa merda trita e ritrita, un condensato di crassa ignoranza mascherata da cultura tramite un velo di pseudorevisionismo storico tipo "ah i treni delle FS sono sempre in ritardo perché durante il periodo etrusco, quando il rè assiro Alì Morteìc si recò in visita a Timbuktù ... allora per $sailcazzoqualemotivoinesistente i binari portano sfiga e quindi i capitreno, che discendono tradizionalmente tutti da una famiglia assira, procedono sempre con la massima cautela".<br />
<br />
Ma vaffanculo va, se i treni arrivano in ritardo è perché l'azienda è gestita da un branco di papponi pieni di soldi ma trogloditi, che hanno tutti l'autista e la limousine, e un treno non sanno neanche da che parte è girato. E' bastato che qualcuno vi facesse uno straccio di concorrenza e trattasse anche solo apparentemente decentemente i passeggeri che se non volevate perdere il 101% della clientela (vale a dire che pure i vostri colleghi si servono della concorrenza e, per dispetto, anche chi non ha mai preso il treno ci fa un giro per spocchia anche se non deve andare da nessuna parte) avete dovuto boicottarli!<br />
<br />
Allora il Grillo di turno è un troglodito che punta il dito contro il risultato anziché contro il problema, e tutti quanti, dopo avere guardato il dito per un paio d'anni, gli viene il dubbio che stesse indicando qualcosa/qualcuno, perché sono a loro volta dei trogloditi analfabeti che non distinguono una batana da un transatlantico<span style="font-size: xx-small;"><i><u>(2)</u></i></span>.<br />
<br />
E gli altri, quelli indicati, a passare notti insonni non tanto perché si sentano vilipesi nell'animo, ma perché "noi puntiamo il dito da 50 anni, questo qui è arrivato l'altro ieri e pretende di essere più bravo di noi" ... sia mai che qualcuno scarichi le colpe agli altri meglio, il titolo nazionale, la maglia rosa, non la vogliono mica cedere ... cioè neanche più la soddisfazione di vincere lo sport nazionale gli lasci!<br />
<br />
E insomma tutto questo merdaio, sta gente inutile, l'ignoranza crassa che ti impedisce anche di riconoscere il problema, come la butti via?<br />
Chi mandi a casa? Cioè mandi a casa Berlusconi e arriva Renzi ... e quando Renzi andrà a casa (si appunto quando, non se) chi arriverà? Topo Gigio? Vabbè e quando va a casa pure Topo Gigio? Dopo a chi la dai la colpa?<br />
<br />
Perché la verità è che la colpa non è di nessuno, nemmeno di Berlusconi, figuriamoci Renzi che a confronto è un ragazzino smarrito, la colpa è di 60 milioni di rintronati.<br />
<br />
Vogliamo fare la rivoluzione? A chi spariamo? Ai colpevoli? Ahahahahaha ....Allora ci spariamo a vicenda?<br />
<br />
E poi?<br />
E poi il cazzo. Siamo daccapo se non ci inventiamo niente di nuovo.<br />
<br />
Triste da dire ma sarà quello che succederà prima o poi e, quando sarà morta inutilmente un sacco di gente, più o meno innocente o più o meno colpevole, a seconda di come la vogliamo vedere, allora, stanchi di vedere cadaveri putrefatti e sangue dovunque, quando tutti avremo almeno un morto da piangere (se non tocca proprio a noi, perché no), forse qualcosa cambierà.<br />
<br />
Ma non è detto che cambi in meglio eh ... occhio.<br />
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<br />
<span style="font-size: xx-small;">Note a piè:</span><br />
<span style="font-size: xx-small;">(1) questa frase compare grosso modo in tutte le mie bloggate, a sto punto tanto vale tormentarvici</span><br />
<span style="font-size: xx-small;">(2) "Vigliac ad barcon! Mo a mi l'am par sempar na batana" (cit. Batanic, in dialetto ferrarese)</span></div>
fabiohttp://www.blogger.com/profile/14661610780579971819noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-4518606330851815702.post-48498690379267014602014-02-18T10:15:00.000+01:002014-02-18T10:15:49.085+01:00Ogni fiume nasce in cielo<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
Ed esso scende a nutrire e fecondare la Terra che, resa fertile, è la madre di tutti gli esseri viventi.<br />
<br />
Il fiume continua il suo percorso dalla cima delle montagne fino al mare, ed il suo enorme potere, la sua forma, ci ricordano un lungo e vigoroso serpente, che è un simbolo fallico, maschile, che feconda la terra che invece è femminile e il cui seme, l'acqua, la ingravida di ogni specie esistente.<br />
<br />
Ed è questo ritmo, incessante, in cui nonno Cielo feconda e rende viva nonna Terra, finché piove c'è speranza, e finché piove nessuno mai potrà morire di fame.<br />
<br />
E se l'alluvione ha distrutto le città è perché ci abbiamo messo troppo cemento a impedire la vita, e se non siamo capaci di concepire che le nostre case devono essere progettate per accogliere l'acqua non meritiamo pietà. <br />
<br />
E dunque come mi è stato insegnato io lo riporto a voi.<br />
<br />
Dedicato a chi ha paura della pioggia.<i>..</i></div>
fabiohttp://www.blogger.com/profile/14661610780579971819noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4518606330851815702.post-34583551269987835982014-01-27T00:41:00.001+01:002014-01-27T00:41:05.592+01:00Pezzenti next generation<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
Scrivo questo post per mettere ordine intorno al cocktail che si è creato in provincia e che ha reso estremamente ambigue le differenze tra il classico <i>pidocchio rifatto</i> e la vera <i>elite</i> di lungo corso.<br />
<br />
Non che io abbia in gloria la borghesia, è una forma di concepire la vita che ritengo abbia rovinato la società, tuttavia è purtroppo il ceto sociale a cui appartengo e da cui provengo.<br />
<br />
Per motivi che non starò a spiegare qui quella che considero la mia vera famiglia è la discendenza materna, in detta famiglia l'enorme determinazione del mio povero nonno ha consentito alla famiglia di emanciparsi. Egli fu infatti in grado di creare un'azienda famigliare e creare benessere per la sua discendenza.<br />
<br />
Purtroppo il nonno, per quanto bravo a creare la sua posizione, non è stato altrettanto bravo a tramandarla ai suoi discendenti, col risultato che mia madre non è mai stata capace di ereditare la voglia di fare. La borghesia infatti come effetto collaterale ha proprio questo conflitto genitore/figlio che diversamente non si crea.<br />
<br />
Nella sua volontà ci fu proprio quella di crescere un figlio che fosse tenuto lontano da questo conflitto, ma ogni cosa ha pro e contro. Per cui io personalmente mi ritrovo nella condizione di dover rifare il salto "quasi" daccapo, ma per quanto lei abbia cercato di isolarmene era a sua volta talmente marchiata dalla scalata sociale del nonno che l'educazione che ho ricevuto da lei, il contesto dove sono cresciuto e l'esempio che ho avuto appartiene proprio a questo tipo di ceto.<br />
<br />
Proprio lei mi ha accusato oggi, bonariamente, di essere "snob". Ed in effetti è la verità, io sono snob perché sono venuto su dentro una vera famiglia borghese, peraltro una famiglia che ha vissuto la borghesia nel boom economico del XX sec. e che ha quindi vissuto appieno tutti i pro e contro di questo fenomeno sociale, ivi compresa la deformazione culturale ad esso connessa.<br />
<br />
Nonostante io sia venuto su dentro un benessere molto più stabile di quanto mia madre sarebbe disposta ad ammettere ho personalmente ricusato alcune delle cose che fanno parte di questo <i>modus vivendi</i>. In particolare mi riferisco alla mia scarsissima propensione ad uniformarmi alle masse ed a socializzare.<br />
<br />
Nonostante di fatto io sia un totale asociale, spesso giro malvestito e senza curarmi minimamente delle formalità, mi rendo conto che in me continua ad albergare la spocchia da snob borghese e, quello che potrebbe sembrare una forma di ribellione alla borghesia, è invece in me la supponenza di non avere nessun bisogno di visualizzare il mio status in quanto dentro di me lo considero acquisito <i>ipso facto</i>.<br />
<br />
Lungi da me voler prendere una posizione "buonista" a riguardo, non ho la benché minima intenzione infatti di considerare il mio status un qualcosa di cui dovermi vergognare, anche e soprattutto perché ritengo di detenerlo <i>ipso facto</i> anche a ragion veduta, non solo per discendenza.<br />
<br />
Il punto è che sono più che convinto che anche la mia bisnonna, vissuta una generazione prima che mio nonno emancipasse la famiglia, bracciante analfabeta, fosse una signora anche quando non aveva di che nutrire i propri figli.<br />
<br />
Mio nonno di contro, che poteva benissimo essere ritenuto un pidocchio rifatto, proprio perché l'ho conosciuto posso dire che è sempre stato un signore, sia prima che dopo avere portato benessere per la sua famiglia.<br />
<br />
Egli era un padrone, consapevole di esserlo, giammai se n'è vergognato, ha sempre tuonato contro chi batteva la fiacca e contro chi pretendeva di fare la parte del signore pur non essendolo. Egli semplicemente è confluito verso il suo posto nell'universo, ben felice di farlo, e quandanche io ritenessi che detto posto sia un <i>posto di merda</i>, a lui va tutto il mio rispetto.<br />
<br />
Mia madre è di tuttaltro avviso, ma lei ha subito tutto il negativo di questo status, e l'ha sofferto al punto da decidere di tenere me lontano da questo tipo di vita. Ma si era appunto dimenticata che lei per prima è la fotocopia del padre, con la differenza che lui nacque signore ma nella miseria materiale, fu prigioniero in guerra e poi, tornato, dovette ricostruire da zero un paese allo sfascio.<br />
<br />
Mia madre invece, nata nel benessere, nell'opulenza della Romagna cittadina degli anni 50 del XX sec., l'ha portata suo malgrado ad essere una borghese snob, abituata all'agio, pigra e poco incline al confondersi con la feccia. E quanto male le farà leggere questo sul blog, ma la verità nuda e cruda è sempre tagliente, ed i tagli fanno male. Ma non tutto il male viene per nuocere, poiché se si fermasse un momento a guardare da fuori, scorgendo che questa è una terribile verità, chissà che non la smetta di contestare ... sè stessa.<br />
<br />
Si è vero mamma ti ho appena dato della merda. Tienitelo e portalo a casa, piangi se vuoi, se l'ho detto è perché ti voglio bene e so che questa verità può renderti libera. Accetta chi sei e da dove vieni e vedrai che anche se il tuo posto nell'universo è una merda lo è molto meno del posto dove ti trovi ora.<br />
<br />
Questo dunque mette me, completamente disastrato malvestito ed asociale, in una posizione dove nonostante l'apparenza, se faccio lo snob, è una posizione assolutamente autentica e legata da un vero retaggio famigliare. Negato, rinnegato, abiurato, rifuggito a suon di sonniferi e di proteste sociali, ma è l'unico vero ed ammetterlo è ciò che mi rende onesto.<br />
<br />
Allo stesso modo mette me nella posizione di poter additare il pidocchio rifatto, trattarlo per tale e snobbarlo a piacimento. Del resto è lo sport nazionale del ceto borghese ed io sono un campione nato, probabilmente esiste anche una linearità genetica in questo.<br />
<br />
E dunque, per quanto io per primo consideri deprecabile detto comportamento, rimango convinto che la natura continui a mostrarci quanto sia vero che <i>c'è chi può e chi non può</i> .... ed io modestamente "può", anche se è un potere di cui mi sono spogliato e che raramente uso pubblicamente.<br />
<br />
Ma se oggi sono qui ad usarlo un motivo c'è, eccome se c'è.<br />
<br />
Certo odio me stesso per questo discorso, da fuori, se sapete chi scrive questo blog, potreste sentirvi ingannati o ritenere che io sia stato incoerente e che proponga di me un'immagine poco autentica. Ma il motivo per cui non abuso mai di questa mia posizione è proprio che non rientra veramente nelle mie corde, è proprio qualcosa che mi pesa al punto che la lascio nel cassetto e la uso all'occorrenza, perché in fondo in fondo non mi va di infierire, non stabilmente, ma quando ci vuole ci vuole.<br />
<br />
A cosa mi riferisco?<br />
<br />
Mi riferisco al pidocchio rifatto medio, quello che nonostante la sua scalata sociale stia riuscendo continua ad essere un pezzente nel cuore. La verità è che purtroppo detto individuo rimarrà un morto di fame anche quando avrà 6 zeri nel conto in banca, una bellissima auto e girerà al fianco dell'<i>elite</i> che gli farà credere di averlo accettato ma alla prima occasione gli mangerà in testa.<br />
<br />
Ma perché cosa credete, che la vera <i>elite</i>, quella di chi è veramente signore, vuoi per discendenza, vuoi per lignaggio nobiliare, o semplicemente perché ci sei nato così anche se la tua famiglia non è benestante.... che non lo sappia che oramai un vestito se lo può permettere anche quello sfigato così disperato che vi vende il contratto del gas suonando porta a porta?<br />
<br />
L'ultimo venditore di contratti passato da casa mia infatti era vestito talmente bene che sono rimasto sorpreso di vere come ciò che prima era uno status symbol sia rimasto si tale, ma si sia invertito il significato. Più sei sfigato e più curi la tua immagine per nascondere che sei un pezzente.<br />
<br />
Credete che non lo sappia che chiunque può comprare una Jaguar usata per poche migliaia di euro?<br />
<br />
Mi dispiace ma quelli non sono più status symbol, hanno smesso di esserlo da un bel po' di anni, e quelli che vi fanno credere di cascare nel vostro simulacro di plastica, che puzza di finto da lontano un anno luce, semplicemente è perché dentro di loro si godono le grasse risate nel vedere che siete talmente pezzenti che nemmeno il successo, il danaro, i vestiti e le auto sono servite a riscattarvi dalla vostra miseria.<br />
<br />
E questo li fa sentire ancora più <i>elite</i> di prima.<br />
<br />
E questo <b>mi</b> fa sentire ancora più <i>elite</i> di prima.<br />
<br />
E dal momento che io faccio parte di quella merdosissima categoria che se la ride di voi, e dal momento che io per primo me la rido mentre passo indossando la mia tuta da ginnastica consumata dentro la mia auto utilitaria tutta ammaccata e di una marca improbabile, non vi viene da pensare che forse io per primo sono, di tutti loro, il più immune al vostro finto sfarzo?<br />
<br />
Che io sono proprio quello che vi riconosce anche da <i>oltre un anno luce</i> di distanza?<br />
<br />
Che il motivo per cui ho deciso di vivere così è proprio che ho accettato il tramonto di certi status symbol a suo tempo, quando esso arrivò, proprio perché non volevo confondermi con voi pidocchi rifatti?<br />
<br />
Non avrei mai pensato di arrivare a rivendicare con orgoglio il merdoso status sociale da cui provengo, forse perché anche mia madre che me l'ha trasmesso lo odia molto più di me e me ne ha sempre tenuto lontano, dandomi un padre operaio ed una vita modesta così da costringermi <i>obtorto collo</i> a vivere esattamente sulla soglia della porta che collega i due ceti.<br />
<br />
Bene, io ho imparato negli anni ad usare questa soglia per smascherarvi, vi vedo subito, vi traggo in inganno e vi conduco gentilmente al fallo, e lo faccio semplicemente perché per me siete niente, se almeno fossi capace di considerarvi merda vi avrei dato un qualche ruolo, ma niente .... è triste. E ve lo siete cercato.<br />
<br />
Sembro buono ma sono un bastardo, un pezzo di merda come solo la più mediocre borghesia può partorire, e la cosa che più mi spaventa è che per quanto io odi questa fetta della società ne sono uno dei peggiori fautori, peggiori perché sono anche subdolo e tu non hai l'intelligenza necessaria per distinguermi.<br />
<br />
Tu pidocchio rifatto pensi che io sia un qualsiasi qualcuno, forse un nessuno, e così facendo sei caduto nella mia trappola, così facendo sei mio, ed il mio dominio per quelli come te è una tirannia spietata perché tu, prima di rinnegarmi, ti sei esposto, ed io so tutto di te, compreso come cancellarti dal mondo.<br />
<br />
E dunque non esiste nessun triviale epiteto dialettale col quale io possa rudemente mandarti a quel paese, perché anche se fosse da me proferito nella più rozza delle sue forme la differenza tra me e te rimarrebbe evidente e la parte del pezzente saresti comunque tu a farla poiché dentro a quel terribile epiteto ci sarebbe un concentrato tale di snobbismo che io stesso ne avrei la nausea.<br />
<br />
Allora cosa credi che pensi di te, forse che il tuo cocktail di status symbols tramontati è come un'insegna al neon in stile Las Vegas a forma di freccia che punta dritta dritta sul tuo deretano e dentro reca la scritta "sfigato che fa di tutto per nasconderlo"?<br />
<br />
Non pensi che, un po' come la muraglia cinese, sia la seconda cosa che io vedrei dalla Luna guardando la Terra?<br />
<br />
Questo è il pezzente next generation.<br />
<br />
La triste e scomoda verità è che il mondo moderno, impazzito, è riuscito a stravolgere ed in taluni casi invertire il benessere sociale delle persone, regalando tanto a chi non vale niente e togliendo tanto a chi vale veramente.<br />
<br />
Ma far parte di un'elite non richiede solo il danaro o la parte estetica, richiede il saperci appartenere, e questo non sta scritto nel passato ma nel presente, nel come ti comporti, in quello che fai o dici, soprattutto nel <b><i><u>come</u></i></b> lo fai.<br />
<br />
Il mondo moderno ha consentito ai furbetti di riscattarsi dalla miseria materiale, ma la miseria morale in cui versa la stragrande maggioranza della popolazione, compresi i pidocchi rifatti, è una condizione al limite dell'irreversibile.<br />
<br />
C'è chi vale uno, chi vale più di uno e chi vale molto meno.<br />
E non necessariamente c'è una soluzione per cambiare questo.<br />
<br />
Triste e scomodo da dire, ma è così.<br />
<br /></div>
fabiohttp://www.blogger.com/profile/14661610780579971819noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-4518606330851815702.post-78842961912660817832014-01-24T23:11:00.000+01:002014-01-25T00:10:04.311+01:00Rotto: non garantisce.<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
Mi riferisco al garante.<br />
<br />
Come quale garante? Tutti.<br />
<br />
Cioè la situazione italiana è quella che ci si aspetta in ASSENZA di un organo di garanzia. Mi riferisco allo stato tariffario e alla gestione amministrativa dei servizi a consumo. Tutti i servizi a consumo: la luce, il gas, il telefono, internet ...<br />
<br />
In questi giorni ho controllato i consumi di casa, scoprendo che vivo in una casa che è una sorta di crivello termico, l'impianto è vecchio e i termosifoni dissipano solo alle alte temperature.<br />
Il problema principale non è tanto sostituire i caloriferi ma sarebbe quello di spaccare i muri, cambiare i tubi, spaccare i pavimenti ma soprattutto eliminare i ponti termici.<br />
<br />
In parole povere tanto vale portare la casa al grezzo e ristrutturarla, costa di più ma almeno dopo è come nuova. Invece se facessi i suddetti lavori avrei una casa vecchia e rattoppata con tanti soldi spesi e nessun beneficio.<br />
<br />
Questo tuttavia non toglie che anche ammesso che io abbia consumato "tanto" ho comunque pagato due volte lo sproposito:<br />
<br />
1) lo sproposito del consumo<br />
2) lo sproposito delle tariffe proposte<br />
<br />
Questa ad esempio è la bolletta elettrica che avrei pagato in Aprile 2012 se la mia casa fosse stata nel Canton Ticino in Svizzera e mi fossi servito di <a href="http://www.ail.ch/elettricita/calcoloFattura.html" target="_blank">un operatore locale</a><br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhFU2aCn5WGcAhd61_T_O1NZwQrt0Gni5XpE-fgdctVmO7qS8fSO-Ilg1jtqYATgSYC1QyLbJBy-tBpg2PE8VkXsso2XdtcnQXXK-t-T0lmRszti31PapWp8K9VjxClWj_rnH_T10rcJTA/s1600/bolletta+svizzera.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhFU2aCn5WGcAhd61_T_O1NZwQrt0Gni5XpE-fgdctVmO7qS8fSO-Ilg1jtqYATgSYC1QyLbJBy-tBpg2PE8VkXsso2XdtcnQXXK-t-T0lmRszti31PapWp8K9VjxClWj_rnH_T10rcJTA/s1600/bolletta+svizzera.png" height="400" width="341" /></a></div>
162,76 CHF ovvero 132,00 (centotrentadue/00) euro.<br />
Inoltre non sono stato li a districare i consumi, ENI mi fatturò 820KWh complessivi di cui buona parte notturni, non sapendo quanti non li ho computati, ergo la tariffa Svizzera sarebbe stata ancora più bassa di 132 euro. Ma con le tariffe che abbiano in Italia a chi fa questo raffronto piace vincere facile.<br />
<br />
Invece all'epoca ENI, fornitore peraltro truffaldino, non solo mi ha emesso una fattura di 229,00 (duecentoventinove/00) ma, se la confrontiamo con la foto che vi ho allegato ... diciamo che esistono <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Advanced_Encryption_Standard" target="_blank">procedimenti molto meno complessi</a> per computare le cose.<br />
<br />
Siccome ho sprazzi di sadomasochismo ho preso anche la fornitura di GAS naturale del fornitore che alla medesima epoca era HERA (Holding Energia <a href="http://rumagna.com/index.php/Rusco" target="_blank">Rusco</a> e Ambiente) che purtroppo nella mia città è proprietario della rete di distribuzione (mortacci vostri) per poi rinunciare dopo qualche minuto resomi conto che la determinazione di un omomorfismo di gruppo in uno spazio vettoriale di 50 dimensioni sarebbe stato più facile da eseguire.<br />
<br />
Bisogna riconoscere che <a href="http://www.enelenergia.it/" target="_blank">l'attuale fornitore </a>di energia elettrica e GAS naturale è molto più chiaro e onesto. Anche se le letture e le conseguenti stime sono scritte con un font nanometrico su un bordo della fattura, dotandosi di apposito microscopio si possono leggere e capire che effettivamente c'è un nesso tra l'importo e il consumo.<br />
<br />
Peccato che, siccome appunto hanno esagerato con la chiarezza, adottino l'escamotage di compiere questo calcolo in maniera sempre diversa da bimestre a bimestre.<br />
<br />
Questo a mio avviso spiega la funzione del garante: esso ci garantisce la nebulosità necessaria affinché chiunque possa <i>fare quel cazzo che gli pare</i>, soprattutto le aziende oneste le quali, se emettono bollette comprensibili, probabilmente vengono multate.<br />
<br />
L'unica garanzia che abbiamo qui in Emilia Romagna infatti è la nebbia: se non ci pensa il clima CI PENSA IL GARANTE!<br />
<br />
E' una bella giornata di sole???? Ci vedi bene? Ah ah ah furbacchione: ebbeccati sta bolletta incomprensibile.<br />
<br />
Oggi è andato tutto bene, hai potuto farti i cazzi tuoi per tutta la giornata e non preoccuparti di faccende burocratiche?<br />
Ah ah ah furbacchione: ebbeccati st'altra bolletta incomprensibile.<br />
<br />
Ma come? Osi telefonare per chiedere informazioni? Sarai debitamente punito:<br />
<br />
Call center: "Salve sono Sgiangiolina di Hera, operatore 2FK457E947epsilon15DT94alfabetagamma, si è sufficiente che lei calcoli la differenza tra il tasso di umidità media della Tasmania e le oscillazioni medie della temperatura settembrina dell'Islanda centrale. Tenuto conto della quantità media delle evaquazioni di un orso polare di esse fa il logaritmo naturale e lo moltiplica per il coefficiente K al netto del differenziale epsilon al cubo. Eseguendo poi questi semplici calcoli matriciali vedrà che potrà convertire la stima del consumo in metri andromediani con i quali stimare l'apporto medio ......"<br />
Utente: "Ehhhhhhh????"<br />
Call center: "ma come non ha capito? Una cosa così chiara? No guardi è impossibile che non l'abbia capito"<br />
Utente: "Mavaff ...." click "tuuu tuuu tuuu tuuu tuuu"<br />
Call center: "Prontooo?? Ma lei mentre consumava il GAS saltellava sul piede sinistro o destro? Prontoooo?"<br />
<br />
In altre parole una cosa banale, che potrebbe semplicemente essere:<br />
<br />
consumo*tariffa + tasse = TOTALE<br />
<br />
ci pensa il garante a renderla incomprensibile, perché la nebbia in val padana deve essere SEMPRE garantita.</div>
fabiohttp://www.blogger.com/profile/14661610780579971819noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4518606330851815702.post-44533853376552436762014-01-20T22:54:00.000+01:002014-01-25T00:11:10.566+01:00Merda digitale e certificata<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
Visto che non ho niente di valido da scrivere in questi giorni, a volte il silenzio conta più di mille parole, ho deciso che parlerò del casino che è successo sul PC di mia madre.<br />
<br />
Siccome il suo vecchio PC ad un certo punto è morto le ho passato un computer che usavo io, che avevo rimediato come avanzo di qualche lavoro, dove avevo installato Windows 8 per provare le funzionalità del sistema.<br />
<br />
In effetti lo ha accettato di buon grado e in un paio di giorni si è abituata al passaggio dalla versione 7 alla 8, a riprova che l'esperienza dell'utente inesperto risulta efficace sulla nuova interfaccia e dunque la Microsoft non l'ha ingegnerizzata tirando i dadi.<br />
<br />
Sento tuttavia pareri eccessivamente negativi sul ramo 8 del noto sistema, soprattutto gente che inveisce contro l'interfaccia che, a mio avviso, non è appunto così campata per aria. Certo rivoluziona il concetto del menu start, ma questo accadde già nel passaggio da Windows 3.1 a Windows 95 dove appunto il menu start fece la sua comparsa, e bisogna convenire che prima era peggio.<br />
<br />
Windows negli anni è mutato e con esso tutti i sistemi. Nel PC che sto usando ad esempio è installato OSX Mavericks, è un hackintosh che verrà presto dismesso al pari di Windows 8 poiché per quanto bello risulta essere parimenti inadeguato ai tempi che corrono.<br />
<br />
Ma la gente, pigra abitudinaria e spesso stupida, preferisce prendersela con l'interfaccia, che è ottimamente concepita e graficamente gradevole, anziché prendersela con il <i>vero problema, </i>peraltro comune a entrambi questi sistemi.<br />
<br />
<h2 style="text-align: left;">
Perché?</h2>
<br />
Entrambi questi sistemi vanno benissimo, non ho niente da dire, sono fluidi, semplici, belli .... insomma ci hanno dato dentro e hanno finalmente raggiunto una qualità notevole.<br />
<br />
Peccato che tutto il software mainstream reperibile via internet sia pieno zeppo di merda.<br />
<br />
Adesso va di moda che se scarichi un client o applicazione di quelli "facilitati", qualunque sia la sua funzione, di default sono selezionate spunte per installare tonnellate di ad-ware, toolbars, modifiche alle impostazioni ed in generale tutte cose formalmente innoque ma che hanno il solo scopo di alterare la navigazione dell'utente medio inesperto il quale è completamente incapace di distinguere tra un software sobrio ed uno intriso di merda digitale.<br />
<br />
Questi software vengono definiti malware in quanto la loro esistenza è appunto basata unicamente sulla malafede di chi li produce che, sfruttando l'ignoranza dell'utente e le debolezze del sistema, raccoglie informazioni indebitamente e disturba l'uso del computer.<br />
<br />
<h2 style="text-align: left;">
Perché questa merda esiste?</h2>
<br />
Perché i sistemi operativi sopra citati sono stati concepiti per facilitare tutto talmente tanto che sono completamente privi di un meccanismo di designazione dell'attendibilità del software che richiederebbe di vietare in tutti i modi possibile di poter lanciare un programma di installazione con un click. Cosa che per l'utente inesperto viene percepita come un'esigenza, almeno fintanto che il computer non è talmente impestato che rischia di contagiare anche l'essere umano.<br />
<br />
Di fatto programmi di ogni sorta sono disponibili in maniera disordinata perché negli anni passati la cultura media dell'utente è diventata lo "scarica qui e scarica la", al quale consegue l'ovvio "installa qui e installa la" e quindi succede che <a href="http://nonciclopedia.wikia.com/wiki/Loro">pigs&dogs</a> mettono a disposizione software via internet, spesso millantando cosa ti stanno veramente dando:<br />
<br />
tu magari cercavi un programma su Google ma ti viene fuori un <i>paciarro</i> che ti fa scaricare un eseguibile che è un <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Gestore_di_download">download manager</a> ma sotto mentite spoglie, ovviamente non un vero download manager di quelli che ti facilitano lo scaricare files di grandi dimensioni ma uno che scarica tutto eccetto quello che volevi, che fa partire una procedura che assomiglia ad un qualsiasi <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Installer">installer</a> lecito e che ti riempie il computer della peggior merda digitale mai concepita, come se una moderna versione virtuale della <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Cloaca_Massima">cloaca maxima</a> venisse direttamente collegata al tuo hard disk trasformandolo in una piccola cisterna da autospurgo virtuale.<br />
<br />
<h2 style="text-align: left;">
Soluzione?</h2>
<br />
Basta! Andatevene a fanculo voi e il vostro sistema a prova di idiota, infatti usarlo è davvero un'idiozia.<br />
Metto Ubuntu sia sul PC di mia madre che sul mio. La Apple e la Microsoft non hanno colpa a questo giro se non quella di non adottare tecnologie specifiche per difendere gli sviluppatori di software onesto imponendo a tutti i costi dei market a pagamento.<br />
<br />
Ubuntu si avvale di un <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Repository">repository</a>, una libreria di software standard, che è consultabile tramite un apposita applicazione integrata dentro al sistema. In lista sono presenti tutti i software disponibili per cui puoi installare quello che ti serve senza nemmeno aprire il browser. Cerchi quello che ti serve, metti la spunta, confermi, ed è un programma ufficiale a gestire la procedura di installazione.<br />
<br />
Anche se non conosci il software puoi fidarti in quanto è privo di merda integrata (in quanto un gruppo di utenti si cura che ci siano solo software sobri in lista) quindi al limite, se non fa al caso tuo, lo disinstalli e tutto torna com'era prima. Entri nello stesso menu di gestione, togli la spunta, confermi e partirà la procedura di disinstallazione e pulizia.<br />
<br />
Ma del resto chi è causa del suo mal pianga a se stesso e dunque Apple e Microsoft se vi mando a farvi dare (devo davvero specificare DOVE dovete farvi dare?) bisogna che ci andiate e taciate!<br />
<br />
Io i vostri sistemi li userei e pagherei anche, ma per l'inadeguatezza rispetto alla vulnerabilità non valgono un centesimo, anzi, <b>dovreste pagarmi voi</b> per il tempo che perdo a spalare la merda che ci si attacca sopra tutti i giorni. Eppure sulla scatola non avete scritto "software attira merda" ci avete scritto "sistema operativo". Legalmente in Italia è truffa.<br />
<br />
Manca dettaglio nelle <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Widget">widget</a> dove servirebbe poter fare configurazioni approfondite che sono eccessivamente semplificate e dunque completamente inefficaci, c'è fin troppa roba inutile laddove non serve, quindi l'utente medio è confuso allo stesso modo.<br />
<br />
Tanto vale sprecare tempo a capire un po' di Linux per chi non è esperto oppure, per chi come me è un sistemista, fregarsene allegramente e vivere sereno con Linux ed una configurazione degna di questo nome.<br />
<br />
Infatti Linux è <b>ben lungi dall'essere perfetto</b> ma almeno è <b>dettagliatamente configurabile</b>. Questo è il motivo per cui tende a non immerdarsi praticamente mai.<br />
<br />
Certo Ubuntu ha anche lui le sue vulnerabilità, ma almeno posso tappare tutto il traffico di rete con delle <b>chiarissime regole di iptables</b>.<br />
<br />
Ebbene si, le regole di iptables sono <b>molto complicate</b> e può comprenderle solo chi abbia una competenza approfondita di networking, ma appunto i computer sono e resteranno sempre qualcosa di complicato, semplificare l'insemplificabile ha portato alla comparsa della merda digitale che può defluire sul tuo hard disk con estrema facilità ogni volta che loschi siti di marketing sleale producono lo spyware di turno che, come una scaricata di uno sciacquone gigantesco, impesta la rete per farsi i cazzi tuoi. Ciò che collega il tuo computer direttamente allo scarico di detto sciacquone è proprio la mancanza di funzioni che consentano di configurare tutto il configurabile per il semplice fatto che l'utente medio non sarebbe capace di farlo.<br />
<br />
Per me che sono un sistemista le regole di iptables sono chiare, come è chiaro sentire l'esigenza di impedire certi tipi di accessi alla rete, usare un proxy, anonimizzarmi ed in generale mettere in difficoltà tutto ciò che è indesiderabile.<br />
<br />
L'utente medio invece è convinto che si possa fare tutto e quindi si ritrova merda ovunque senza nemmeno saperlo. Però poi quando il computer diventa inusabile si lamenta.<br />
<br />
Sarebbe come lamentarsi col gommista perché siccome guidi sempre la macchina a 120Km/h su una strada sterrata allora fori in continuazione.<br />
<br />
Grazie al cazzo!<br />
<br />
Tutto ciò che è meno complicato di iptables semplicemente non è completo, non può esistere una cosa semplice per governare una cosa che è un casino infinito. Il protocollo con cui funziona la rete è complicatissimo e dunque le regole di arbitraggio dello stesso saranno parimenti complicate.<br />
<br />
Tutto ciò che venga riassunto con una spunta "Abilita/Disabilita" come ad esempio il Windows Firewall, è semplice e becero fumo negli occhi. Usare Windows è guidare ai 120 sui sassi appuntiti, le gomme si foreranno e non ci vuole la sfera di cristallo per dirlo. Se poi hai dentro tanti dati il peso abbassa la coppa dell'olio e al primo avvallamento la romperai e dovrai demolire l'auto.<br />
<br />
Allora o vai piano o ti procuri un fuoristrada ma non un SUV, quello è per far credere all'intelligentissima classe dirigente di potere andare dove vuole, un fuoristrada vero, alto un metro e con lo scarico e la presa d'aria sul tettuccio. Allora si che puoi andare sullo sterrato.<br />
<br />
E dunque Linux è il nostro fuori strada <b>vero</b>, OSX è solo un <a href="http://youtu.be/TH2CHf8iKKE">merdosissimo SUV</a> mentre Windows è la famosa <a href="http://youtu.be/vwswbf7xfDI">Panda che a perd i toch</a> perché finisci per installarci i toch dla FIAT ma sensa garansia ...<br />
<br />
<span style="font-size: xx-small;">(non sono piemontese nemmeno io ma fino a capire che i toch sono i pezzi ci si può arrivare)</span><br />
<br />
<h2 style="text-align: left;">
Ma perché proprio Ubuntu Linux?</h2>
<br />
Posto che uno vale l'altro, ce ne sono <a href="http://nonciclopedia.wikia.com/wiki/Millemila">millemila</a> distribuzioni tutte con almeno <a href="http://nonciclopedia.wikia.com/wiki/Settordici">settordici</a> varianti in <a href="http://nonciclopedia.wikia.com/wiki/Diciassei">diciassei</a> lingue principali. Ubuntu però viene volutamente sviluppata per essere facile da usare, tutto è stato semplificato per evitare i tecnicismi inutili.<br />
Questo produce un ambiente abbastanza maturo, almeno per l'utente medio scarso, l'utente esperto è pur sempre in Linux, anche se bisogna dire che i repository sono sempre molto indietro con le versioni.<br />
Ma si predilige qualcosa di stabile e collaudato a qualcosa di sperimentale, questa è la loro politica ed ha funzionato finora.<br />
<br />
Installare linux significa partire da un ambiente neutro, dentro non c'è niente di più di quello che può servire per davvero. Tutte le impostazioni che vanno fatte, tante o poche che siano, sono possibili tramite parametri chiari ed inconfutabili, complicati quanto vuoi ma almeno giungi a risultati certi, cosa che in Windows e Osx è impossibile.<br />
<br />
Se qualcosa manca si aggiunge, con pazienza, è leggermente più impegnativo che usare Windows, molto impegnativo rispetto a OSX, ma vale la pena.<br />
Se qualche software che usi abitualmente non c'è sarà sicuramente disponibile un omologo. Basta avere la pazienza di abituarcisi.<br />
Se proprio devi avviare un programma per Windows (magari un videogame) Wine è estremamente performante al punto che in molti casi funziona addirittura meglio di Windows stesso, soprattutto se usi le GPU della nVidia le quali, rilasciando i drivers sotto forma di opensource, sono perfettamente ottimizzati in prestazioni anche sotto Linux.<br />
Se ti sforzi di usare Linux per un po' Windows non lo vuoi più per il semplice fatto che non ne sentirai la mancanza visto che potrai fare in Linux esattamente quello che facevi prima in Windows.<br />
<br />
Tanto se sei così poco esperto da non sapere cosa significano tutte queste cose il tuo PC l'ha sicuramente configurato un amico, detto amico forse ha le capacità per svegliarsi e imparare a usare Linux e redarre una piccola lista di regole di Iptables per avere uno straccio di protezione.<br />
<br />
Per l'uso sconsiderato purtroppo non c'è software che tenga, i <a href="http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/a/a7/Frankenstein%27s_monster_%28Boris_Karloff%29.jpg">trapianti di testa</a> non sono del tutto consigliabili come si può osservare nel link.<br />
<br /></div>
fabiohttp://www.blogger.com/profile/14661610780579971819noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4518606330851815702.post-82136090414330566732014-01-12T23:46:00.000+01:002014-01-25T00:12:53.212+01:00Fluidità<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
La riflessione di oggi verte su un tema estremamente delicato e controverso. Su questo tema tutti hanno qualcosa da dire ma, come per tutti i temi scottanti, nessuno riesce a trarre una conclusione che sia sufficientemente esemplificativa della realtà che ci circonda.<br />
<br />
Se cerchiamo di definire la vita scientificamente infatti ci accorgiamo che la nostra scarsa conoscenza dei parametri che la regolano ci impediscono di circoscriverla in una definizione.<br />
<br />
Rispondere a questo interrogativo va ben oltre le mie capacità cognitive, soprattutto se ci fissiamo su una cosmogonia di stampo scientifico razionalista.<br />
<br />
Personalmente ho preso l'abitudine di mettere da parte la pretesa razionalistica di spiegare tutto e preferisco di gran lunga darmi spiegazioni umane sostenibili. Cosa intendo per spiegazione "umana e sostenibile"? Intendo una qualunque cosa che, seppur incompleta da un punto di vista razionale, mi consenta di delineare il ruolo umano della persona comune all'interno di un qualunque contesto.<br />
<br />
Si tratta di rinunciare a spiegare il perché delle cose, è inutile dire che il coperchio sta sul contenitore perché è avvitato (spiegazione scientifica), mentre è utile descrivere il contenitore in tutte le fasi della vita umana. Se ad esempio dico che all'interno del contenitore c'è lo zucchero che utilizzerò nei prossimi mesi della mia vita per dolcificare il caffè non ho posto nessun accento sull'aspetto strettamente tecnico della questione però ho spiegato quella parte legata alla mia quotidianità. E' superfluo fissarsi sul come si svita il tappo, su come si prepara il caffè, su quanto ne utilizzo poiché ai fini della mia vita e del motivo per cui bevo caffè è del tutto ininfluente.<br />
<br />
Allo stesso modo posso parlare della vita da un punto di vista della mia quotidianità e, con essa, di quella di tanti che potrebbero avere le mie stesse esigenze.<br />
<br />
Da questo approccio io definisco la vita come "l'insieme delle cose che desidero fare, degli atti che desidero compiere e dei bisogni che devo soddisfare".<br />
In altre parole, nell'impossibilità di collocare la vita nella cosmogonia che attualmente è di moda (la visione raziocentrica) mi sono creato una cosmogonia nuova, fatta di valori e priorità differenti e più attinenti a ciò che vado indagando.<br />
<br />
Questo mio approccio alla vita è il risultato di una riflessione che parte dal presupposto di depurare ogni surplus ideologico dalla realtà fattiva che mi circonda, ivi compreso quello scientifico. In questo modo mi sono lasciato alle spalle moralismi, tecnicismi, contesti, implicazioni religiose, storiche e sociali.<br />
<br />
Semplicemente mi sono immaginato come solo, dentro al mio corpo, in mezzo al mondo, senza niente. Cosa rimane?<br />
Quello che ho detto: l'insieme delle cose che desidero fare e dei bisogni che devo soddisfare.<br />
<br />
Fissato il presupposto, con l'aiuto della mia capacità analitica, ho dunque iniziato a studiare gli altri, cercare di leggere dentro le loro azioni, soprattutto quelle non ponderate, per capire quali siano i desideri ed i bisogni. Ho così scoperto che esiste un terzo parametro che sballa la linearità di questo semplice assunto: la paura.<br />
<br />
Infatti la maggior parte delle persone risponde a questo semplice meccanismo salvo paura.<br />
<br />
Analizzando i comportamenti delle persone infatti è più facile accedere alle paure che ai desideri, spesso infatti il più intimo dei desideri è celato dietro la più grande delle paure. Il motivo per cui questo avviene è in parte da imputare alla subcultura di matrice cristiana che fonda buona parte dei suoi principi su dogmi irrazionali che possono essere tutelati solamente instillando paure giovanili che frenano la naturale propensione dei giovani a scoprire il mondo con estrema energia e sete di chiarezza.<br />
<br />
Ma cosa c'è nel giovane che manca nell'adulto e che relega quest ultimo ad una stasi evolutiva?<br />
<br />
In realtà è il contrario, è nel giovane che manca qualcosa: l'attaccamento. Purtroppo è parte della natura umana l'attaccamento alle cose, alle persone, con l'andare del tempo ci si attacca persino alle paure. Ed è proprio per questo che le persone, invecchiando, perdono la capacità di cambiare.<br />
<br />
Ci si attacca al modo di pensare, al metodo, al senso che abbiamo dato alle cose fino a quel momento, ed è per questo che col tempo si perde la capacità di concepire l'uso improprio delle cose, poiché le stesse si cristallizzano nella mente ed assumono una forma sempre più solida che, come un enorme macigno in un fiume, si oppone allo scorrere rapido della vita che invece è come l'acqua dentro l'alveo la quale, se potesse, scorrerebbe libera e veloce dalla sorgente alla foce.<br />
<br />
Più passano gli anni e meno si è disposti a cambiare idea, cambiare stile di vita, cambiare abitudini, gusti. E questo perché l'alveo in cui scorre la nostra vita è sempre più costellato di enormi macigni che ne determinano un corso deforme e malsano. Ho conosciuto persone che, vittime di questo meccanismo involutivo, si sono addirittura attaccate ad un qualche malessere, talmente attaccate da rifiutare ogni possibile via di guarigione.<br />
<br />
Per questo non è facile capire quali siano i veri desideri delle persone, poiché essi sono sepolti sotto la cortina di ferro formata dalle paure e dagli attaccamenti, spesso tramandati od ereditati da genitori e conoscenti, ma che rispetto al sano e naturale scorrere della vita si comportano esattamente come fa un cancro in un organismo che prima era sano.<br />
<br />
Sarà un caso che l'incidenza del cancro è sempre più alta in percentuale?<br />
<br />
Cercare di capire questo negli altri era in realtà un modo che avevo trovato di perseguire i miei desideri aggirando le pietre. Avevo perso talmente tanto il contatto con ciò che desideravo realmente che ho dovuto fare un giro assurdo per ripristinare i desideri di base, per scoprire infine che mi sono dovuto sorbire un lunghissimo e scomodissimo volo transoceanico per arrivare nel ripostiglio. Ma ero partito dal corridoio!<br />
<br />
Questo perché i desideri base di ogni uomo sono poi cose banalissime, cose che nessuno si sognerebbe di mettere nemmeno in discussione, eppure la maggior parte delle persone finisce per appesantirle con terribili pietre, appesantire cose che diversamente sarebbero semplici e fluide, un semplice fiume con un alveo ed un flusso d'acqua normale.<br />
<br />
Ma la delirante cultura anglosassone ci dice che un ruscello non interessa a nessuno, i fiumi seri sono il Rio delle Amazzoni, il Nilo, il Danubio ... una cascatella non è degna delle cascate del Niagara. Insomma vince chi ce l'ha più grosso e, a parità di dimensioni, chi urla più forte.<br />
<br />
Ma la realtà non è così. Nella realtà non c'è solo il Rio delle Amazzoni, c'è anche l'Ausa che d'estate è secco, ci sono gli elefanti ma ci sono anche le formiche. Ed ognuno ha il suo ruolo, sarebbe anzi un problema se anche solo una di queste cose non ci fosse. Eppure alcune non sono così imponenti come le vorrebbe la mente, forse perché il loro ruolo è proprio quello di non farsi notare, di agire in sordina, senza troppa fama, senza troppo rumore, insomma <i>senza il troppo</i>.<br />
<br />
Vita e salute sono quindi per me due aspetti estremamente correlati. Si ammala chi è morto, e muore colui che preferisce costellarsi di pietre enormi anziché rendersi fluido davanti alla vita. Il fiume è bello quando piccole pietruzze sul fondo vengono dolcemente levigate dalla corrente, ma che dire di un fiume dove ci sono più massi che alveo?<br />
<br />
E così ci si disinnamora di quelle enormi pietre, ci si disinnamora di tutto ciò che è esagerato, enorme, fuori luogo. Insomma ci si disinnamora del troppo che, se prima poteva sembrare desiderabile ci si accorge che è invero un seccante impiccio che si oppone alla libertà di partire senza preoccuparsi di avere al seguito un carico pagante degno di un camion pieno di pietrisco.<br />
<br />
La fluidità è puntare dritto ai propri desideri senza complicazioni, senza morale, senza macchia ma anche senza onore, per il semplice fatto che vivere in definitiva è esplorare quale sia il sapore delle cose:<br />
<br />
il sapore del cibo che desideri mangiare, il sapore del sentimento che ti fanno provare le esperienze, le persone, soprattutto quando l'insieme di queste cose si inserisce in un disegno superiore che le orchestra armonicamente e quando le singole persone, consapevolmente, decidono di proseguire proprio con quel fine.<br />
<br />
Per scoprire quindi infine che qualunque regola razionale, anche la più banale, è una pietra che si interpone tra la vita che scoppia di salute e che ti conduce dritto al soddisfacimento di un semplice ed ovvio desiderio, ed una grigia morte fatta di noia e di frustrazione, che è quel flutto che si infrange sull'enorme pietra e che impedisce all'acqua di scorrere, quella pietra fatta di regole, morali, ideologie e attaccamenti.<br />
<br />
Io ho smesso di preoccuparmi di dare una spiegazione razionale proprio perché mi sono reso conto che avevo la necessità di far scorrere l'acqua nel mio alveo che era arrivato a contenere talmente tante pietre che un altro po' e si faceva una diga, che ogni spiegazione altro non era che un'altra pietra, e quindi dovevo fare l'esatto contrario: togliere pietre, non metterne di nuove.<br />
<br />
Solo quando ho iniziato a ragionare così ho ricominciato a vedere i miei desideri, senza ostacoli nel mezzo, nella loro forma più cruda ed umanamente becera, e nonostante alcuni di essi siano qualcosa di assolutamente poco bello ed elegante mi sono comunque ripromesso che da quel momento in avanti avrei iniziato a ritenerli sacri affinché nessuna ideologia o sistema morale potesse trasformarsi in una pietra sul cammino della mia salute.<br />
<br />
Esplorare i propri desideri è come discendere la corrente torrentizia a bordo di una canoa, una missione che inizia quando nasci e che ti espone costantemente al pericolo di morire, pericolo che presto o tardi diventa realtà, motivo per cui non ha nessun senso evitare la discesa nella sua forma più intensa e spericolata poiché questo corrisponde si ad un prolungamento della vita stessa, ma a che prezzo?<br />
<br /></div>
fabiohttp://www.blogger.com/profile/14661610780579971819noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4518606330851815702.post-78848868649399429012014-01-09T16:25:00.001+01:002014-01-25T00:13:55.206+01:00Arretratezza<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
E sono quindi a riallacciarmi al post precedente, fresco di un sevizio comparso sul TG3 regionale Emilia Romagna dove si è parlato, tra le tante cose, di bullismo e di costumi sociali dei giovani studenti.<br />
<br />
Questo esempio a mio avviso è significativo perché è uno spaccato di come funzionano tutte le istituzioni pubbliche italiane.<br />
<br />
Pare che giovani bande abbiano reclutato violenza tramite l'ausilio di un social network a seguito del quale si è consumata l'ennesima rissa in un parco. Ovviamente cos'è che ha destabilizzato l'animo dei vecchi bigotti impalati che popolano questo paese? Che non conoscevano l'esistenza di quello specifico social.<br />
<br />
Si perché non è facebook e non è twitter.<br />
<br />
Allora la prima cosa che ho fatto, visto che nemmeno io lo conoscevo, anche se non sono più un ragazzino ho aperto internet e sono entrato su detto social network. Effettivamente va riconosciuto che il tenore delle conversazioni è quello dei ragazzi di scuola media, che adesso si chiama scuola secondaria ma è sempre la stessa roba di prima.<br />
<br />
Io non sono più un ragazzino, non ho figli, sono un tecnico informatico e potrei tranquillamente fregarmene di sapere come vivono i ragazzini di oggi, se io ignorassi (come effettivamente ignoravo fino a mezzora fa) l'esistenza di quel social network potrei sopravvivere e occuparmi dei miei problemi.<br />
<br />
Eppure non l'ho fatto.<br />
<br />
Allora la mia domanda è: come caspita fanno gli insegnanti a non sapere QUALI social network usano e COME li usano?<br />
Posto che anche i giovani andrebbero lasciati liberi di agire di propria testa, ma io vedo in questa situazione la solita unilateralità con cui le istituzioni approcciano il pubblico. Gli insegnanti quindi, con la loro bella scopa piantata nell'ano, si rifiutano di comprendere chi hanno davanti mentre pretendono di essere ascoltati unilateralmente, ma il problema grave è che questo comportamento viene percepito in maniera completamente diversa dai giovani e dagli adulti:<br />
<br />
<ol style="text-align: left;">
<li>l'adulto medio crederà di essere stato inflessibile e severo, lo crederà ovviamente tanto più è ottuso antiquato e bigotto dal momento che il sottoscritto, pur essendo adulto, non lo crede affatto. E dunque attirerà le approvazioni degli altri ottusi bigotti benpensanti, credendo di operare per il meglio nei confronti dei giovani, forte di una scontatezza intrisa di ignoranza ed ipocrisia si pavoneggerà dei suoi metodi seri ed integerrimi, che per aggravare il tutto farà pesare ai giovani, mentre la realtà pratica è che così facendo sta dando il colpo di grazia al rapporto umano già complesso e difficile che intercorre con i propri figli/studenti</li>
<li>l'adolescente medio invece penserà che è costretto ad avere a che fare con gente che è talmente vecchia e ignorante che non è capace di accedere ad un sito, inconsciamente inizierà a pensare che detta persona sia incapace di insegnargli qualunque cosa, ad iniziare dalla materia scolastica se si tratta di un insegnante, passando per l'educazione, e l'opinione che avrà di detta persona è quella che si può avere per un decerebrato petulante, nonché la consapevolezza che su detti siti potrà agire in totale libertà e scelleratezza perché proprio chi dovrebbe controllare non è nemmeno lontanamente capace di farlo.</li>
</ol>
<br />
Purtroppo dobbiamo riconoscere che delle due posizioni quella più autentica e vicina al risultato effettivo è quella dei giovani.<br />
La realtà fattiva è che l'incapacità degli adulti di comprendere cosa fanno e perché lo fanno per loro si trasforma in un territorio fertile e selvaggio di libertà.<br />
Lungi da me volere disquisire su quali siano i valori da trasferire ai giovani, questo discorso sarebbe a mio avviso fuorviante in quanto non conosco nessun genitore che possieda valori talmente profondi che sia un peccato non tramandarli, anzi, direi proprio il contrario, a cominciare dalla cristianità bigotta e passando per il moralismo newage anarco-fascio-catto-comunista-borghese, un sistema di valori a fisarmonica che si contrae e dilata a seconda del più becero opportunismo contingente.<br />
<br />
Posso però osservare con stupore l'uso che i giovani riescono a fare di un social network stupido come <a href="http://ask.fm/">http://ask.fm</a> col quale i tuoi amici ti fanno domande e tu rispondi. E' interessante vedere che i giovani riescono ad andare oltre il format ed utilizzare i campi per instaurare una comunicazione di tuttaltra natura.<br />
<br />
Altra barriera è data dal fatto che, quando un'intera massa è trainata in un luogo di aggregazione, risulta sempre il peggio. Molto giovani sono squallidi al pari degli adulti, in moltissime pagine la bacheca è tappezzata di voti. Vista l'età è difficile dire se detti voti siano conseguenti ad una prestazione o se siano semplicemente un apprezzamento, ma ovviamente si tratta di una questione sessuale. <br />
<br />
Certo anche questo nel suo squallore è un esempio di come aggirare il format del social network e plasmarlo al proprio uso e consumo, mentre l'adulto tipicamente tende ad essere più rigido e schematico e, col passare del tempo, a diventare incapace di concepire l'uso improprio delle cose al punto di diventare incapace di riconoscerlo negli altri.<br />
<br />
Mi riesce difficile decifrare in toto il linguaggio, ma questo è un mio limite personale in quanto ero in difficoltà anche quando facevo la scuola media, io mi esprimevo in italiano e tramite concetti espliciti, invece la maggior parte dei miei compagni di scuola sentiva l'esigenza di adottare un codice che spesso io stesso non comprendevo o ignoravo volutamente.<br />
<br />
Questo ha generato il coniare nuovi termini e modi di esporre per tutte le generazioni e l'obsolescenza di un codice è data proprio dalla comprensione del suo significato da parte di genitori/insegnanti/tutori.<br />
<br />
Ma a cosa è dovuto questo fenomeno? All'esigenza di porre una barriera, esigenza bipartisan dettata dall'incapacità di comunicare. Personalmente ho sempre avuto con i miei genitori, mia madre in particolare, un rapporto di totale apertura, rapporto il cui merito va tutto a lei e che mi ha consentito di vivere libero senza la necessità di censurare quello che desideravo o facevo. Da qui la mia estraneità a detto costume.<br />
<br />
Tuttavia devo riconoscere che nello specifico, trattandosi del rapporto tra adulti e adolescenti, questa barriera è accentuata dalla severità deforme degli educatori, che è poi la sola causa della perdita di rispetto dei giovani verso gli adulti e che sfocia nella ribellione adolescenziale.<br />
<br />
Se vogliamo astrarre l'episodio di questo post non è poi così difficile ravvedere questa immobilità in tutti i livelli della cultura italiana, delle istituzioni, delle persone. Una terribile e deformante unilateralità che porta ad una condizione di totale stallo dettata dal fatto che chi ha in mano la responsabilità pretende di emanare diktat unilaterali che prendono forma di un folto elenco di divieti anziché in una schematica e dinamica prassi possibilistica come dovrebbe essere lo stato dell'arte della decisionalità.<br />
<br />
E così l'adulto medio anziché stimolare la capacità di astrazione dei giovani, che potrebbe benissimo essere impiegata in maniera proficua anziché usata per aggirare il format di un social network stupido, si limiterà a fare una sfuriata dove emanerà un diktat proibizionista, ask.fm sarà così il male/la depravazione/il demonio, posizione per la quale i giovani occulteranno dentro di sé il rancore del sentirsi traditi ed abusati, qualcuno riderà per l'eccessiva reazione ad un semplice sito, qualcun altro perderà il rispetto per una persona che è talmente debole da rimanere spiazzata da un sito ma pretende di fare da educatore.<br />
<br />
Ovviamente in questa assurda pantomima l'unica costante sarà che il giovane continuerà a scrivere cazzate su <a href="http://ask.fm/">http://ask.fm</a> indisturbato.<br />
<br />
E così saranno stati gli adulti a costruire quel muro impenetrabile di cemento ma accuseranno ipocritamente i giovani di averlo usato come trincea per discolparsi della loro incapacità. E questi figli, una volta grandi, faranno un muro ancora più grosso ed impenetrabile, e così i figli dei figli ... finché la società non raggiungerà un livello di miseria emotiva tale da risultare completamente invivibile per chiunque. E chissà che a quel punto non crollino i muri.<br />
<br />
Allo stesso modo le istituzioni italiane varano leggi, regolamenti, circolari, totalmente sprezzanti ed ignoranti di quello che fanno le persone, di quello che fattivamente succede nella realtà quotidiana, creano una barriera spessa ed impenetrabile con la quale trincerano la propria incompetenza, i cittadini si trovano così costretti ad inventarsi ogni genere di escamotage nell'impossibilità di adempiere a leggi farneticanti ed utilizzeranno la stessa barriera costruita dalle istituzioni per nascondere le azioni della loro vita quotidiana che, salvo qualche vero ed incallito criminale, non saranno altro che comportamenti più o meno normali dettati da cause di forza maggiore.<br />
<br />
C'è un parallelismo sorprendente tra il rapporto genitori/figli e il rapporto stato/cittadino nel nostro paese, parallelismo dotato dal fatto che la stragrande maggioranza del popolo italiano non progredisce oltre la preadolescenza sia a livello sociale che culturale.<br />
</div>
fabiohttp://www.blogger.com/profile/14661610780579971819noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4518606330851815702.post-5752456786551176052014-01-05T22:38:00.000+01:002014-01-25T00:14:33.869+01:00Deformazione<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div style="font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px;">
Oggi scrivo le mie riflessioni sul sistema scolastico italiano. Qualche giorno fa ho incontrato un'amica trasferitasi in Svizzera la quale lamentava che il figlio, ormai adolescente, come tutti i ragazzi scalpita per la sua indipendenza e vorrebbe tornare in Italia per stare con gli amici.</div>
<div style="font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px;">
A quel punto a me è venuto naturale dire "tornare in Italia è un biglietto di sola andata". Si perché per come stanno andando le cose se l'Italia gode di una fama terribile, in declino e di un sistema scolastico che non è mai stato attendibile, il diploma italiano quanto potrà valere? Se già ora vale come la carta igienica, in futuro probabilmente il rotolo sarà molto più pregiato.</div>
<div style="font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px;">
La scuola italiana è demotivante, come tutto il resto, d'altronde per arrivare a questo stato di cose si inizia molto presto a plasmare la mente delle persone ed annullare ogni loro sprazzo di buonsenso in ogni modo possibile.</div>
<div style="font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px;">
I bambini vengono mandati in prima elementare (adesso si chiama "primo monoennio primaria" con la riforma del 1990 ma è <a _mce_href="http://it.wikipedia.org/wiki/Riforma_Moratti" href="http://it.wikipedia.org/wiki/Riforma_Moratti" target="_blank" title="la stessa merda di prima">la stessa cosa</a>) all'età di sei anni, per loro inizia una pena carceraria detentiva che dura 5 ore al giorno e che si consumerà grosso modo al compimento del 18° anno di età.</div>
<div style="font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px;">
Questo fondamentalmente significa che, a prescindere dal percorso scolastico che sceglieranno, gli studenti italiani devono scontare una pena carceraria di 13 anni, per 9 mesi all'anno sconteranno 5 ore di reclusione da lunedì al sabato. Se fate i conti sono 3510 ore di carcere complessive durante le quali essi saranno più o meno costretti a fare quanto segue:</div>
<ol style="font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px;">
<li>impossibilità di muoversi dalla sedia spesso anche in presenza di esigenze fisiologiche preponderanti</li>
<li>affrontare tematiche unicamente teoriche</li>
<li>mancanza della possibilità di fare qualunque cosa al di fuori di una stanza squallida ubicata all'interno di un edificio cadente e privo delle più banali amenità abitative</li>
<li>studiare argomenti obsoleti e fuorvianti</li>
<li>sottostare alle paturnie dei singoli insegnanti i quali operano in totale mancanza di pragmi accademici e la cui professionalità è affidata unicamente alla sensibilità e all'onestà del singolo</li>
<li>sottostare a regolamenti ignoti, volutamente occultati, che sono tanto più letterali quanto più vessatori per gli studenti e tanto più elastici quanto più vantaggiosi per il personale scolastico</li>
<li>rendere conto di faccende private e personali pubblicamente e presso persone che hanno un concetto di privacy similare ad una pubblicazione su un quotidiano</li>
<li>acquistare e fare riferimento a libri di testo completamente inservibili e difformi dal programma di studio</li>
<li>adeguarsi ad un rituale sistema di valutazione generico ed inefficace che assomiglia di più ad un rituale iniziatico</li>
<li>adeguarsi ad un sistema di valutazione basato sul rifiuto sistematico degli insegnanti di esplicitare gli obiettivi da raggiungere ed i metodi con cui questi vengono profilati</li>
<li>la conseguente impossibilità di maturare una propria coscienza autovalutativa</li>
<li>la totale mancanza di un nesso tra il piano di studi e la realtà fattiva</li>
<li>la totale assenza di attività preparatorie al mondo del lavoro</li>
<li>l'obbligo all'apprendimento mnemonico di una montagna di nozioni di discutibile utilità</li>
<li>la sopportazione incondizionata dei rapporti completamente unilaterali con il personale scolastico</li>
<li>l'impossibilità di esprimere qualunque forma di disagio senza per questo subire insulti e minacce</li>
<li>ultimo ma non per importanza sobbarcarsi per 13 anni il peso dello scaricabarile degli insegnati che utlizzano la scusa più opportunistica del mondo e cioè che lo studente non rende perché non studia</li>
</ol>
<div style="font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px;">
Sono rimasto stupito dal fatto che la stessa persona in Italia viene considerata uno studente svogliato e privo di risultati mentre in Svizzera risulta essere tra i primi dell'intero istituto.</div>
<div style="font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px;">
Davvero? Sono rimasto stupito?</div>
<div style="font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px;">
A caldo si, sono rimasto stupito, ma poi ripensandoci non lo sono affatto. Ho scritto a braccio i punti di cui sopra prendendo spunto dalla mia esperienza scolastica, non li ho prenumerati ma mi accorgo che sono 16 e non sono nemmeno stato esaustivo.</div>
<div style="font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px;">
Come può una persona onesta e volenterosa avere una resa accademica in un sistema del genere? Com'è possibile essere stimolato in un ambiente dove ti viene deliberatamente proibito di accedere ai metri di misura e agli obiettivi da raggiungere? Com'è possibile credere nell'attendibilità di una valutazione che non ha nessuna regola nota? Com'è possibile decidere come prepararsi senza sapere su cosa farlo e come farlo?</div>
<div style="font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px;">
Un video su youtube è molto meno unilaterale, ma quando andavo a scuola io youtube non esisteva e, per buona parte degli anni, non esisteva nemmeno la possibilità di accedere ad internet. In realtà non esisteva nemmeno internet i primi anni della mia infanzia, o quantomeno era una rete militare ad uso esclusivo che non consentiva l'accesso pubblico.</div>
<div style="font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px;">
Del resto che senso ha obbligare dei bambini a sopportare persone la cui competenza, onestà e caratura morale è sotto la suola delle scarpe quando si può ottenere lo stesso risultato tramite un filmato?</div>
<div style="font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px;">
Visto che si parla tanto di <a _mce_href="http://it.wikipedia.org/wiki/Spending_review" href="http://it.wikipedia.org/wiki/Spending_review" target="_blank" title="cazzate anglosassoni">spending review</a> ecco un sistema per risparmiare miliardi.</div>
<div style="font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px;">
Adesso che sono adulto mi rendo conto di quanto possa essere deformante subire un trattamento del genere durante l'età dello sviluppo intellettuale da parte di adulti che vengono insigniti della <a _mce_href="http://it.wikipedia.org/wiki/Abilitazione" href="http://it.wikipedia.org/wiki/Abilitazione" target="_blank" title="autorizzazione a fare quel cavolo che vogliono">licenza di blatterare</a> e resi liberi di farlo completamente fuori da qualunque genere di controllo.</div>
<div style="font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px;">
Mi rendo parimenti conto che quei pochi insegnanti onesti che ho avuto, sarei ingiusto a non ricordarli, sono le uniche persone verso le quali sono in debito. Quel po' che ho imparato è merito loro, ma gli altri hanno abbondantemente portato la validità del mio percorso scolastico ad un valore fortemente negativo nonché alla maturazione di un forte odio verso il sistema scolastico, odio che, maturato fin dal principio, mi ha impedito di ottenere risultati accademici apprezzabili.</div>
<div style="font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px;">
E con me tanti altri studenti inconsapevolemente lo provavano e lo provano tuttora.</div>
<div style="font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px;">
Con la maturità di adulto mi rendo conto di avere subito passivamente un abuso, complice l'ingenuità e l'ignoranza dei miei genitori che l'hanno subito a loro volta. Abuso durato anni e che ha segnato me e tanti come me sotto il profilo emotivo, sociale e culturale.</div>
<div style="font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px;">
Il risultato complessivo del sistema scolastico italiano consiste nel premiare l'ignorante medio e di tagliare fuori chiunque sia o troppo dotato o completamente incapace, peraltro con la pretesa di accomunarne il trattamento.</div>
<div style="font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px;">
Ricordo che quando arrivai alla quinta classe, l'anno della maturità, avevo ripetuto due anni per varie vicissitudini e dunque ero particolarmente stanco di subire, tacere ma soprattutto di proseguire in una pantomima che aveva abbondantemente superato i limiti della decenza. Così accadde per puro caso un episodio con un'insegnante era particolarmente disonesta ed impreparata ma io ero troppo giovane per capirlo: una sua dichiarazione fu fatale e mi aprì gli occhi non tanto sulla sua incompetenza, che non ero del tutto capace di diagnosticare sulla materia che insegnava, ma sulla disonestà che metteva nel fornire spiegazioni errate e cercare di convincerci che fossero giuste anche a fronte di obiezioni.</div>
<div style="font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px;">
La pietra dello scandalo fu un'affermazione fatta su un concetto molto elementare della fisica cinematica: l'<a _mce_href="http://it.wikipedia.org/wiki/Costante_di_accelerazione_gravitazionale" href="http://it.wikipedia.org/wiki/Costante_di_accelerazione_gravitazionale" target="_blank" title="se caschi nel vuoto vai sempre più forte">accelerazione gravitazionale</a>. Detta insegnante, laureata presso il dipartimento di scienze, non solo asserì che l'accelerazione gravitazionale è di -9,81 metri al secondo quadrato, ma ebbe l'ardire di dichiarare in prima istanza che questo era dovuto al fatto che un oggetto <a _mce_href="http://it.wikipedia.org/wiki/Sistema_di_riferimento_inerziale" href="http://it.wikipedia.org/wiki/Sistema_di_riferimento_inerziale" target="_blank" title="se non lo tocchi sta anche fermo">cade verso il basso e quindi il segno è negativo</a>, per poi negare che si trattasse di una <a _mce_href="http://it.wikipedia.org/wiki/Grandezza_scalare" href="http://it.wikipedia.org/wiki/Grandezza_scalare" target="_blank" title="misura che non dipende dallo spazio">grandezza scalare</a> e cercare di convincermene facendo leva sull'incertezza. Peccato che quei concetti mi fossero talmente chiari che ad oggi, a distanza di circa 23 anni da quando li studiai, li ricordo ancora con dovizia di particolari. E per questo devo ringraziare un insegnante onesto.</div>
<div style="font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px;">
In prima battuta risposi di getto, ingenuamente e mentre ero intento a fare tuttaltro (eravamo in laboratorio e stavo <a _mce_href="http://www.sqa.org.uk/e-learning/SDPL01CCD/images/pic009.jpg" href="http://www.sqa.org.uk/e-learning/SDPL01CCD/images/pic009.jpg" title="perdendo tempo in attività inutili">codificando un programma sul calcolatore</a>), che l'accelerazione negativa è una decelerazione (affermazione che sapevo e so tuttora essere corretta) ma a fronte di una mia dichiarazione fatta senza particolare attenzione cercò di dissuadermi attacando subito con l'accusa "non hai capito niente di fisica".</div>
<div style="font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px;">
Fermatomi a riflettere, complice la sua insistenza, scoppiai in una risata e dichiarai davanti a tutti che ormai avevano spostato l'attenzione sulla cosa con distacco e nonchalance: "certo, gli oggetti quando cadono rallentano e tendono asintoticamente a cadere a terra ma non la toccano mai perché la velocità tende ad azzerarsi" e tutti risero, probabilmente non capirono il senso come non lo sta capendo la maggior parte di voi, ma intuirono che avevo ragione. </div>
<div style="font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px;">
Galeotto fu il lampo di genio, oggi so che da un punto di vista della PNL è stato l'equivalente di asserire "hai detto una cazzata colossale e me la rido di gusto". Si percepì in lei uno strano disagio, una novità per una persona che era sempre aggressiva e scortese con chiunque.</div>
<div style="font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px;">
Ricordo che altri colleghi, successivamente facendo domande agli studenti perché probabilmente lei andò sulle difensive, rimasero stupiti sentendo arrivare da me un crudele ma realistico commento dove accusavo detta insegnante di becera incompetenza, supponenza e disonestà ma soprattutto di averne avuto le prove.</div>
<div style="font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px;">
Effettivamente quella conclusione spiegava soprendentemente bene l'intero suo comportamento, peraltro facilitata dalla retrospettiva. La seriosità della mia posizione fu aggravata dall'averlo affermato con estrema flemma dinnanzi a tutti e di non averne fatto mistero con la diretta interessata che, in virtù dei suoi continui ricatti, era temuta da tutti. </div>
<div style="font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px;">
Ignoro le dinamiche del retroscena ma fu presto evidente che detta insegnante tirò i remi in barca e per il resto dell'anno scolastico smise di infierire su chiunque all'interno della mia classe, smascherata da me e dai colleghi forse ritenne più saggio farsi da parte e fece buon viso a cattivo gioco. Ma non fui spietato a sufficienza, avrei dovuto compensare e di questo sono pentito.</div>
<div style="font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px;">
Questa fu la conferma che non mi ero sbagliato e, forte di una rinnovata consapevolezza, rimarcai la cosa con compagni e insegnanti generando in questi ultimi un visibile disagio.</div>
<div style="font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px;">
Questo episodio è uno spaccato attualissimo dell'italianità e della cultura dell'ignoranza. Ci siamo abituati ad un metodo che premia gli incompetenti a discapito di tutti gli altri, e lo abbiamo fatto mettendo i competenti in scacco. Accettiamo che sia così e, non contenti, educhiamo i nostri figli a subirlo.</div>
<div style="font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px;">
Questi di contro perdono interesse nella cultura e crescono in un mondo fatto di ignoranza e mistificazione, escono da scuola privi di senso pratico e di senso critico, per assecondare le paturnie di quattro mafiosetti di turno, che molto hanno da temere il giorno che i "bravi" emergeranno, siamo considerati degli imbecilli (togliere pure il "considerati") sul piano internazionale.</div>
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L'unico industriale italiano che fu capace di produrre un ambiente competente sul piano internazionale... lo hanno suicidato. Era un mio concittadino. Era troppo onesto per prendere sul serio quei mafiosi, e non prese sul serio nemmeno la loro violenza, ma fu un errore fatale.</div>
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Ma sei sicuro di voler tornare in Italia?</div>
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Non ti hanno già deformato a sufficienza?</div>
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<br /></div>
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fabiohttp://www.blogger.com/profile/14661610780579971819noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4518606330851815702.post-56050546963068199672013-12-31T22:37:00.000+01:002014-01-25T00:16:18.195+01:00Morte<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div style="font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px;">
Ed oggi dunque concludiamo l'anno parlando di morte.</div>
<div style="font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px;">
Ogni volta che parliamo di morte parliamo di vita poiché la morte e la vita sono due facce della stessa medaglia. Tutto e tutti muoiono, a volte è difficile dire quando ma in compenso non è affatto difficile dire se.</div>
<div style="font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px;">
La morte nella cultura occidentale è un tabu, influenzati dal cinema di Hollywood, dal delirio razionalistico anglosassone, dalla vita comoda, dal tutto e subito, siamo incapaci di accettare la morte che teniamo lontana a tutti i costii.</div>
<div style="font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px;">
Certo ci sono stati momenti in cui, per una forma di degrado sociale e civile, la parte più debole della popolazione veniva consapevolmente sottoposta dai ricchi a rischi irragionevoli in quanto la loro vita era, di fatto, mercificata ad un valore molto basso.</div>
<div style="font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px;">
Ma c'è stato anche un momento, e questo credo si possa far risalire a prima della rivoluzione industriale borghese, in cui la morte era sicuramente più presente di ora ma non era un'imposizione conseguente ad un abuso.</div>
<div style="font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px;">
Il fenomeno di riflesso che questo aveva sulle persone era che esse crescevano in un ambiente dove badare a sè stessi ed alla propria incolumità personale era un'esigenza quotidiana. Non avevano bisogno di rivolgersi alle forze armate per ogni cavolata, non si sentivano costantemente minacciate in quanto erano consapevoli del rischio reale connesso al compimento di qualsivoglia azione.</div>
<div style="font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px;">
Per questi motivi, a differenza di come concepiamo oggi la vita, morire era un'opzione sempre presente ed accettabile. Ma noi abbiamo una visione distorta di questo concetto e parlarne oggi in questi termini corrisponde ad una posizione assai impopolare e discutibile.</div>
<div style="font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px;">
Perché faccio questo discorso?</div>
<div style="font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px;">
Semplice: le persone hanno perso la capacità di rischiare e, con essa, la capacità di mettersi in gioco.</div>
<div style="font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px;">
L'uomo occidentale è debole, capriccioso, indolente, ha sostituito la sua forza, il suo onore e la sua dignità con una costante lamentela ed indignazione per le cose che lo circondano e vanno male.</div>
<div style="font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px;">
Ma per sovvertire questo stato cosa fa? Niente, non ci prova nemmeno.</div>
<div style="font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px;">
Ma come possono le cose andare bene se in un intero popolo non esiste una persona capace di accollarsi il rischio di fare qualcosa?</div>
<div style="font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px;">
Io spesso continuo a rimanere sorpreso quando vedo persone che conosco più o meno bene e da anni, che rimanono spiazzate se perdono un treno, se non trovano un particolare bene o servizio ... ma alcuni addirittura sono capaci di rimanere spiazzati anche se, pur trovando ciò che cercano, non è come avrebbero voluto. Addirittura rimanerci male se ciò che hanno ottenuto era quanto più vicino a ciò che cercavano ...</div>
<div style="font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px;">
Quelle di cui sopra potremmo definirle "persone messe bene", figuriamoci dunque quelli il cui più grande problema è avere l'ultimo vestito, l'ultimo taglio di capelli, l'ultimo modello di cellulare ...</div>
<div style="font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px;">
... e mi fermo perché mi sta prendendo un attacco di orticaria fulminante.</div>
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Diciamo che nella scala di sopportazione dell'individuo occidentale quelli descritti sono i due estremi:</div>
<ol style="font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px;">
<li>a sinistra troviamo coloro che sopportano un po' di più e che si assestano su valori di indolenza medi</li>
<li>a destra quelli della messa in piega ovvero quelli che sono a mio avviso malati patologici e che si assestano su valori di indolenza molto alti</li>
</ol>
<div style="font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px;">
Allora penso: ma se queste persone si trovassero senza una o più di queste cose per lungo tempo, non necessariamente in una situazione di emergenza (tipo Olbia all'indomani dell'alluvione appena occorsa per intenderci) ma anche in situazioni migliorative rispetto a queste però egualmente preclusive?</div>
<div style="font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px;">
Chessò immaginiamo che per un qualche motivo ci fosse carenza di qualche materia prima per cui mancassero generi di non primaria necessità, quelli del limite destro descritto sarebbero già in stato di emergenza.</div>
<div style="font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px;">
Se poi anche i generi di prima necessità iniziassero ad essere incostanti in qualità o tempi arriveremmo all'allarme generale. Ma la verità è che prima di correre rischi tangibili sarebbe necessario arrivare ad una situazione anche peggiore.</div>
<div style="font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px;">
La maggior parte delle persone che conosco ad esempio si trova in difficoltà in campeggio, ma non accampati in mezzo al nulla, dico proprio nel campeggio attrezzato dove c'è internet, TV, bar e acqua calda.</div>
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La cosa grave è che appunto il limite sinistro dei livelli di indolenza dei membri di questa società è comunque un valore medio alto. Non conosco infatti nessuno che abbia veramente i nervi saldi, e per veramente intendo VERAMENTE, non voglio sentire parlare di certificati o pareri psicologici di luminari talmente illuminati che si perderebbero a seguire un faro segnaletico da 10 metri dallo stesso.</div>
<div style="font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px;">
Quello che intendo io quindi non è tanto accennare un nefasto pronostico di calamità naturali, quanto più osservare che se il tuo livello di disagio è dato dalla mancanza del bar difficilmente potrai occuparti di qualunque cosa che come livello di difficoltà superi il ramazzare la stanza.</div>
<div style="font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px;">
E probabilmente, se ti trovi in detta condizione, il giorno che dovrai sostituire la scopa perché consumata, dovrai chiamare il tecnico che la svita.</div>
<div style="font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px;">
Ma il tecnico che la svita cos'è un alieno? Vabbè di questo ne parlerò in un'altra bloggata, quello che mi interessa ora è focalizzare l'attenzione sul come questo comportamento sia invero una forma di paura della morte.</div>
<div style="font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px;">
L'indolenza e la paura della morte hanno tante cose in comune, a cominciare dal controsenso apparente che la morte è al contempo una cosa naturale ma il desiderio di vivere, e quindi di sfuggirle il più a lungo possibile, lo è altrettanto.</div>
<div style="font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px;">
Vivere o morire è sempre un qualcosa di subordinato ad una decisione contingente, che si ripresenta giorno per giorno, attimo per attimo.</div>
<div style="font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px;">
Certo, a parte qualche istrionico, forse la gente normale non sta li tutto il tempo a pensarci su, nemmeno io se è per quello lo faccio, però fattivamente è così, potete notarlo da soli se fate una retrospettiva di qualunque cosa vi sia accaduta negli ultimi giorni e capire che in ogni piccola cosa che fate, se contestualizzate il suo senso molto alla lunga e lo collocate in prospettiva, quella cosa la fate perché state rifuggendo la morte, qualunque cosa essa sia.</div>
<div style="font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px;">
Ed anche nell'indolenza c'è questa stessa diatriba sebbene sia spostata tra l'agire e il non agire, il sopportare o non sopportare, accettare o non accettare, adempiere o non adempiere ecc.</div>
<div style="font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px;">
Di fatto, accettare di agire ti avvicina leggermente alla morte, sopportare idem. E questo dipende dal fatto che se accetti di agire e sopportare ti sottoponi ad un rischio, non importa quanto sia grande, il rischio ci assoggetta ad un margine di indeterminazione che, a seconda che sia più o meno ampio, ci avvicina "poco" o "tanto" alla morte, che però rifuggiamo.</div>
<div style="font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px;">
E' per quello che come dico sempre chi non sopporta il troppo caldo o il troppo freddo, chi non sopporta il rumore, chi non sopporta la noia, chi non sopporta di rinunciare alle comodità, di fatto, ha paura di morire.</div>
<div style="font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px;">
<br /></div>
<div style="font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px;">
<span _mce_style="font-size: large;" style="font-size: medium;">Ma dove sta il nocciolo di tutto questo discorso?</span></div>
<div style="font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px;">
<span _mce_style="font-size: large;" style="font-size: medium;">Nel fatto che non possiamo non ammettere che l'indolenza sia a sua volta una forma di morte.</span></div>
<div style="font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px;">
<br /></div>
<div style="font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px;">
La natura infatti non perdona, la morte in particolare non lo fa, la ignori? E lei torna in una forma anche peggiore ...<br />
<br /></div>
<div style="font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px;">
<a _mce_href="http://youtu.be/ez-5tCqlWUA" href="http://youtu.be/ez-5tCqlWUA" target="_blank" title="il giardiniere :D">... quasi fosse uno scherzo ...</a><br />
<br /></div>
<div style="font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px;">
Allora l'indolente cosa fa, nel rifuggire la tanto temuta morte, neanche a farlo apposta, se la ritrova li, addosso.</div>
<div style="font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px;">
Onestamente: quanto è morto un indolente rispetto a qualcuno che non lo è?</div>
<div style="font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px;">
Per questo vita e morte sono due aspetti così legati assieme, così strettamente vicini. Se per vita intendiamo quell'intervallo tra quando nasciamo e quando si spegne il nostro corpo, dobbiamo necessariamente convenire che essa si svolge caratterizzata da una lunga e ripetitiva alternanza di momenti in cui sfiori la morte e torni al sicuro da essa.</div>
<div style="font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px;">
Sfiori la morte ogni volta che accetti il rischio, la sofferenza, la sopportazione, con lo scopo di ottenere qualcosa che ti serva per andare avanti e <em>sopra</em>vvivere, e ritorni alla vita calma e sicura ogni volta che porti a casa il trofeo del tuo rischio, che è tanto più di valore quanto più hai rischiato.</div>
<div style="font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px;">
Se dovessi definirla <em>operativamente</em> come dicono gli ingegneri: vita e morte sono gli estremi dei due stati che, opportunamente alternati, generano la sopravvivenza.</div>
<div style="font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px;">
Ma questo non è forse l'esatto opposto di quello che fa l'indolente il quale rifugge proprio l'alternanza?</div>
<div style="font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px;">
<br /></div>
<div style="font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px;">
<br /></div>
<blockquote style="font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px;">
La morte è la nostra eterna compagna.<br />
E' sempre alla nostra sinistra, a un passo di distanza. Ti è sempre stata a osservare. Ti osserverà sempre fino al giorno in cui ti toccherà.<br />
Come ci si può sentire tanto importanti quando sappiamo che la morte ci da la caccia? La cosa da fare quando sei impaziente, è voltarti a sinistra e chiedere consiglio alla tua morte.<br />
Ti sbarazzi di un’enorme quantità di meschinità se la tua morte ti fa un gesto, o se ne cogli una breve visione, o se soltanto hai la sensazione che la tua compagna è lì che ti sorveglia.<br />
La morte è il solo saggio consigliere che abbiamo. Ogni volta che senti, come a te capita sempre, che tutto va male e che stai per essere annientato, voltati verso la tua morte e chiedile se e vero; la tua morte ti dirà che hai torto; che nulla conta veramente al di fuori del suo tocco. La tua morte ti dirà: "Non ti ho ancora toccato".<br />
Devi chiedere consiglio alla morte e sbarazzarti delle maledette meschinerie proprie degli uomini che vivono come se la morte non dovesse mai toccarli.<br />
Tu ti senti immortale, e le decisioni di un uomo immortale possono essere cancellate o rimpiante o dubitate. In un mondo in cui la morte è il cacciatore, non c’è tempo per rimpianti o dubbi. C’è solo il tempo per le decisioni.<br />
Non importa quale sia la decisione, Non c'è cosa che sia più o meno seria di un’altra. Non capisci? In un mondo in cui la morte è il cacciatore non ci sono decisioni grandi o piccole. Ci sono solo decisioni che prendiamo di fronte alla nostra morte inevitabile.</blockquote>
<div style="font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px;">
(Carlos Castaneda - Viaggio a Ixtlan)</div>
<div style="font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px;">
<br /></div>
<div style="font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px;">
Questo è ciò che intendo quando dico che parlare di morte, in realtà, è parlare di vita. E quale migliore occasione di un momento di transizione come la fine dell'anno, dove vita e morte si incontrano così da vicino, per parlarne?</div>
<div style="font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px;">
<br /></div>
<div style="font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px;">
<strong><span _mce_style="font-size: large;" style="font-size: medium;">A tutti un 2014 pieno zeppo di vita e di morte!</span></strong></div>
<div>
<strong><span _mce_style="font-size: large;" style="font-size: medium;"><br /></span></strong></div>
</div>
fabiohttp://www.blogger.com/profile/14661610780579971819noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4518606330851815702.post-79090447387395976832013-12-30T22:36:00.000+01:002014-01-25T00:17:04.277+01:00Distopie moralistiche mistificatorie<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div style="font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px;">
In questi giorni ho riflettutto molto, oltre ad avere deciso di aprire un mio blog alla luce del fatto che le mie idee, per quanto visionarie, spesso si rivelano sensate... ed è sulla falsa riga di un <a _mce_href="http://www.keinpfusch.net/2013/12/uomini-di-segno-negativo.html" href="http://www.keinpfusch.net/2013/12/uomini-di-segno-negativo.html" target="_blank" title="Uomini di segno negativo">commento distopico, a proposito di un uso moralistico di internet</a>, che la materia grigia si è messa al lavoro e mi ha fatto riflettere sulle possibili conseguenze di una simile distopia.</div>
<div style="font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px;">
Internet è un mezzo potente, se fosse un'automobile sarebbe un'auto sportiva, di grossissima cilindrata, difficile da guidare e manovrare, eppure la stragrande maggioranza delle persone c'è finita dentro come se fossero tutti dei grandi piloti. Inutile dire che la strada è diventata un fronte di guerra sanguinario da quando questo succede.</div>
<div style="font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px;">
Certo se te ne stai a cazzeggiare su facebook non puoi dire di essere propriamente un internauta, la maggior parte degli utenti di facebook infatti sono solo persone in cerca di gloria che hanno l'illusione di avere il mondo a portata di mano perché, di fatto, quello che scrivi è accessibile a tutti i tuoi amici. Ma è un'illusione appunto, non succede veramente.</div>
<div style="font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px;">
La cosa agghiacciante è che dai social network emerge la dappochezza della condizione culturale contemporanea: le persone si dimostrano completamente incapaci di produrre opinioni o contenuti ragionati, sono capaci solo di cliccare "mi piace" su qualcosa di già fatto, già detto, standard insomma. Se scrivi due righe di troppo nessuno legge e gli utenti che creano contenuti originali sono davvero rari.</div>
<div style="font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px;">
Io trovo agghiacciante che nell'epoca della comunicazione, dove comunicare è facilissimo, nessuno abbia niente da dire. Pettegolezzi, cattiverie, critiche, insulti, per quelli c'è sempre spazio ma per discussioni serie rimangono le briciole e spesso nemmen quelle.</div>
<div style="font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px;">
Eppure la sensazione che ho quando penso a questo stato aberrante della condizione culturale non mi stupisco, non vedo niente di nuovo .... chissà perché ...</div>
<div style="font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px;">
Ci sono!</div>
<div style="font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px;">
E' quello che succede tutti i giorni nella vita quotidiana fuori da internet. </div>
<div style="font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px;">
Ecco spiegata la sensazione di <span _mce_style="color: #993366; font-family: 'comic sans ms', sans-serif; font-size: medium;" style="color: #993366; font-family: 'comic sans ms', sans-serif; font-size: small;"><em>DejaVu</em></span></div>
<div style="font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px;">
<br /></div>
<div style="font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px;">
E' da oltre un ventennio che sostengo che l'intelligenza media umana sia alzata da pochi eclettici, questo fondamentalmente comporta che, sebbene il quoziente intellettivo medio sia 100 (ed è una convenzione assumere 100 punti per la media) la maggior parte delle persone hanno un QI inferiore.</div>
<div style="font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px;">
Questo parametro in statistica è detto <a _mce_href="http://it.wikipedia.org/wiki/Moda_(statistica)" href="http://it.wikipedia.org/wiki/Moda_(statistica)" target="_blank" title="Moda">moda</a> e rappresenta non il valore medio del fenomeno bensì il valore che si presenta più spesso.</div>
<div style="font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px;">
La maggior parte degli individui sono "subnormali" per prendere in prestito un termine coniato da Ugo Tognazzi in un <a _mce_href="http://it.wikipedia.org/wiki/La_mazurka_del_barone,_della_santa_e_del_fico_fiorone" href="http://it.wikipedia.org/wiki/La_mazurka_del_barone,_della_santa_e_del_fico_fiorone" target="_blank" title="La mazurka del barone della santa e del fico fiorone">simpatico film</a>. Cosa possiamo aspettarci dunque da una massa subnormale?</div>
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Semplice: la maggior parte delle persone saranno incapaci di comprendere concetti che, per una persona di QI 100, sono considerati accessibili.</div>
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Cosa fa quindi il subnormale?</div>
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Nell'impossibilità di capire ciò che lo circonda penserà che ci sia una qualche caballa, un qualcosa di incomprensibile che gli farà vedere tutto in bianco e nero, vedrà solo cose buone e cose cattive, cose normali e cose magiche, gente buona e gente cattiva, scelte giuste e scelte sbagliate.</div>
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Quando dovrà decidere cosa comprare comprerà quello che comprano gli altri dando origine ad un fenomeno che appunto è detto <a _mce_href="http://it.wikipedia.org/wiki/Moda" href="http://it.wikipedia.org/wiki/Moda" target="_blank" title="L'altro significato">moda</a>.</div>
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Quando dovrà decidere cosa gli piace lo farà in base a quello che fanno le persone che frequenta. Per questo deciderà di tifare una squadra di calcio di una città dove non è nemmeno mai stato in visita.</div>
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Praticherà lo sport praticato dal suo vicino di casa e dunque, se esso fa spinning probabilmente si iscriverà nella sua palestra, se invece non pratica sport e va a caccia probabilmente comprerà gli stessi fucili e si farà condurre nello stesso luogo, oppure se fa pesca comprerà le stesse canne da pesca ed andrà a pescare negli stessi posti.</div>
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La stessa cosa succederà quando andrà al voto, incapace di comprendere i programmi elettorali, quando dovrà dare la propria opinione sarà completamente incapace di fornire una propria posizione ponderata sulla realtà se nella sua esperienza di vita non c'è qualcuno di cui si fida che l'abbia già espressa.</div>
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Per questo sceglierà il suo orientamento politico con le stesse modalità della palestra e della squadra di calcio, ma non sarà questa la peggiore mediocrità commessa.</div>
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Prima o poi troverà qualcuno che gli parlerà di fede, se non ha già subito un imprinting deformante fin da bambino, ma difficilmente sarà capace di abbracciare una cosa complessa come una scala di valori, per questo preferirà credere alle superstizioni e per lui la religione non sarà un insegnamento antico ed universale, complesso e pieno di saggezza ma sarà l'insieme dei pregiudizi della sua famiglia e dei suoi amici.</div>
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E quando ti vedrà agire nella vita quotidiana si sentirà in diritto di criticarti sterilmente in nome di un dio fasullo, che non è quello che dice di predicare, ed ogni volta che gli farai notare che ciò che sostiene di predicare è qualcosaltro che nulla ha a che vedere con ciò che dice ti attaccherà violentemente perché stai destabilizzando le sue fragilissime convinzioni.</div>
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Questo genere di individui, se cristiano, si limiterà a condannare il sesso, il turpiloquio ed in generale a comportarsi come una maestrina d'asilo con in mano una matita rossa e blu con la quale il suo massimo obiettivo è paragonabile al livello culturale che potrebbe avere un bambino ai primi anni della scuola elementare.</div>
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Se per qualche motivo invece si sentisse "in controtendenza" potrebbe invece arrivare a tirare fuori le solite cavolate newage che sono in definitiva un cocktail tra cristianesimo, scienza mistificata, ipocrisia e buonismo forzato politicamente corretto. E saltano fuori scie chimiche che fanno rimbalzare il segnale dell'HAARP col quale gli americani, in combutta con gli alieni, fanno venire il terremoto in Emilia.</div>
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Ma è sempre e comunque lo stesso meccanismo applicato a livelli di ignoranza e fattispeci differenti.</div>
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Questo meccanismo io lo chiamo <strong>distopia moralistica mistificatoria</strong>. Questo per i seguenti motivi:</div>
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<li><em>distopia</em> perché il risultato complessivo è qualcosa di indesiderabile</li>
<li><em>moralistica</em> perché contiene una morale fatta di pregiudizi scontati da scuola elementare</li>
<li><em>mistificatoria</em> perché la realtà, anche se è sondabile con l'impiego di conoscenze di media entità, viene sostituita con una versione mistificata della stessa che viene difesa a spada tratta chiudendo le porte ad ogni possibile ragionamento o discussione</li>
</ul>
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Queste persone vanno a senso unico, per loro è tutto già deciso, predeterminato, a patto che si tratti degli altri: </div>
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<li>loro sono sempre sfortunati, ingiustamente accusati, vittime, deboli </li>
<li>la colpa è sempre e solo degli altri che sono cattivi e collusi con alieni/nuovo ordine mondiale/americani/bildeberg/papa/altro specificare</li>
</ul>
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Sono forcaioli con gli altri ma i primi ad essere criminali:</div>
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<li>se si tratta degli altri vanno bene multe, carcere, pena di morte, pubblico ludibrio, violazione di privacy, perquisizioni anali, confische ecc.</li>
<li>se si tratta di loro invece il vigile è corrotto, il carcere è troppo, i diritti civili sono stati violati, hanno subito grave diffamazione, è stata violata la privacy, possono tenere in casa tutte le bombe atomiche che vogliono e viaggiare con 6Kg di coca nel culo perché è la polizia di frontiera ad essere troppo intransigente</li>
</ul>
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Ipocriti:</div>
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<li>si vanno a confessare la domenica mattina in chiesa per i bambini che hanno violentato durante la settimana ma legano il figlio al letto perché sennò si fa le seghe</li>
<li>tu sei un peccatore perché hai letto l'oroscopo o hai detto una parola voglare per scherzare o hai ammesso che ti piace sessualmente qualcuno/a</li>
</ul>
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In altre parole, quando pensano agli altri dicono: <a _mce_href="http://nonciclopedia.wikia.com/wiki/Loro" href="http://nonciclopedia.wikia.com/wiki/Loro" target="_blank" title="LORO">"Mentre noi siamo belli e intelligenti loro no, loro sono brutti e stronzi."</a></div>
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Questa gente è la fiera del sincretismo facile:</div>
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l'anarco-fascio-catto-comunismo newage, fate l'amore non fate la guerra, gli alieni arriveranno e porteranno la pace ma sono dei bastardi perché hanno fatto il signoraggio, l'haarp e corrotto Obama e il Papa ma tanto senza di loro siamo finiti quindi che vengano però brutti stronzi lo so che le scie chimiche le fate voi adesso lo dico alla maestra. </div>
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Il problema più grave è che quando arrivano verso la trentina ormai non li sposti più, si incancreniscono su idee bislacche e si sentono sempre in diritto di correggere con la penna rossa e blu ogni tentativo di ripristinare un dialogo costruttivo e di osservare la realtà fattiva.</div>
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Riflettevo dunque sul fatto che queste persone sono già li, ci sono sempre state, imperversano, gli abbiamo lasciato dominare il mondo, a volte siamo come loro. Per cui dov'è il vero problema? Siamo sicuri che ci sia o è illusorio?</div>
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Cosa succederà quando queste persone arriveranno su internet?</div>
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Niente, ci sono già.</div>
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<br /></div>
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Cosa succederà quando queste persone arriveranno al potere?</div>
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Niente, ci sono già.</div>
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<br /></div>
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Cosa succederà se ci sarà una guerra di morali?</div>
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Niente, la storia è costellata di millenni di guerre per gli ideali ma nessuno è mai riuscito a capire se esista un ideale valido.</div>
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Cosa succederà se tramite i social network i datori di lavoro possono decidere prima se gli stai o meno sul cazzo?</div>
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Niente, adesso si limitano a decidere se gli stai sul cazzo durante la mezzora del colloquio, quasi quasi è meglio se lo vedono in dettaglio.</div>
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<br /></div>
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Cosa succederà se attraverso la globalizzazione portata da internet la gente si renderà conto che la guerra morale è sterile?</div>
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Io non sono ottimista a riguardo, ma chi visse sperando morir non si può dire: chissà che almeno non capscano che il 99% dei problemi sociali sono dati proprio dall'accettare forzatamente chi ti sta sul cazzo ed escludere chi è leale, e quel giorno, forse, chissà che non capiscano che per stare bene hanno bisogno di una comunità compatta, che una comunità compatta per essere vivibile deve essere piccola, che una comunità piccola è debole e quindi tutte le altre comunità sono nemici verso i quali gli scrupoli morali sono un lusso.</div>
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Io nel frattempo però non garantisco di non prendere a pugni sui denti qualche anarco-fascio-catto-comunista newage.</div>
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fabiohttp://www.blogger.com/profile/14661610780579971819noreply@blogger.com1