domenica 6 aprile 2014

Cosmogonia, il bisogno dell'uomo di capire l'universo

Ovvero come far capire ad un occidentale ottuso e dedito a razionalismo oscurantista che esistono anche altre cose che, anche se non le spieghi con la logica, non è che non esistono o non vanno bene.

Come può dunque l'uomo, così piccolo, capire una cosa grande come l'universo senza darsi regole?

In effetti non può, non perché sia vietato o cosa, ma semplicemente perché appunto è troppo grande per essere compreso tutto in una volta sola.

Molte persone che mi conoscono sanno che ho passato gli ultimi 4 anni della mia vita a frequentare un vero e proprio apprendistato sciamanico presso un vero sciamano che ha ricevuto in eredità lo sciamanato da un uomo sacro Shuar, popolo un tempo noto col nome dispregiativo Jivaros (nomadi) nativo delle montagne ecuadoriane.

Questo è il motivo per cui ho avuto l'occasione di vedere il mondo secondo una cosmogonia completamente diversa da quella in auge in questo luogo, in questo momento storico.

Detto popolo vanta un lignaggio culturale che si tramanda dalla notte dei tempi fino alla data odierna, i primi contatti colti che la nostra civiltà ebbe con popoli nativi tuttora esistenti furono curati dall'antropologo rumeno Mircea Eliàde, il quale visitò molti popoli nativi qua e là per il mondo. Detta opera fu successivamente proseguita/ripetuta, non saprei, dall'antropologo Michael Harner che dopo avere cercato i punti in comune tra i sistemi di vita dei vari popoli della Terra fondò il neosciamanesimo, una sorta di rivisitazione meccanica sintetizzata degli usi e costumi dei nativi.

Si stima dunque che il popolo Shuar viva secondo i propri usi e costumi da oltre 30000 anni (si avete letto bene: trentamila) e l'unica cosa che è riuscita a sfaldare il loro tessuto sociale è stato il capitalismo unitamente all'alterazione dell'ecosistema delle pianure ecuadoriane.

E' storicamente documentato che il popolo Shuar resistette prima alle minacce dell'impero Inca e poi, successivamente, ai conquistadores spagnoli che non sono mai riusciti ad avere la meglio militarmente. Solo quando le praterie furono colonizzate da profughi privi di speranza l'ecosistema fu irreversibilmente alterato, alcune specie si sono estinte in quanto la prateria fa parte dell'equilibrio naturale della selva. Estinguendosi certe specie di predatori (tra cui i Giaguari che sono dovuti migrare altrove a causa delle recinzioni e della caccia spietata) altre specie più in basso della catena alimentare si sono parimenti estinte a causa del sovrannumero essendo venuto a mancare il loro predatore principale, e così via.

In sostanza il popolo Shuar, che vive prevalentemente di caccia, si è trovato alla fame a causa del disastro ecologico prodotto da .... dei poveracci. Solo che per il governo ecuadoriano non è politicamente corretto dichiarare che dei poveracci hanno causato un disastro ambientale, per cui il popolo Shuar ha dovuto compensare acculturandosi ed adattandosi agli usi tipicamente occidentali per potersi difendere sul piano politico e sociale.

Dal punto di vista occidentale infatti gli Shuar non sono altro che dei barbari che vivono nelle foreste, i poveracci sono persone bisognose che vanno aiutate a tutti i costi, la natura è qualcosa da sfruttare a prescindere dall'impatto, poco importa che sia sotto gli occhi di tutti il disastro ambientale prodotto, del resto si tratta di uomini e come tali di una specie da soggiogare, non certo di uno dei tanti abitanti della natura.

La cosmogonia occidentale, a differenza di quella Shuar, ha poco più di un paio di migliaia di anni, essa riparte dalle ceneri dell'impero romano, è una sorta di civiltà romana 2.0 di cui eredita alcuni capi saldi, tutti basati su ideologie.

Nella cosmogonia occidentale l'uomo è una macchina razionale che si perfeziona col passare del tempo, la civiltà "progredisce" sempre, non si parla mai di regressione perché non è politicamente corretto, anche quando le intemperanze di leader incapaci producono disastri, come ad esempio la formazione di imperi mostruosi che la storia ci insegna essere impossibile mantenerli in vita, ma non è corretto dirlo che in realtà siamo un branco di ciechi che guidano dei ciechi.

In pratica c'è un'ipocrisia di fondo dove il rispetto della forma prevale sull'efficacia, le cose si fanno in base a quello che è "giusto" dire, basando il giusto su idee che non necessariamente hanno riscontro, piuttosto che basarsi sul risultato.

La cosmogonia occidentale è "giovane", tutte le idee che ha partorito sono appunto idee filosofeggianti, cogitazioni astratte che hanno valenza solamente estetica. Il debole deve prevalere sul forte, l'idea sulla pratica, è una sorta di autoaffermazione dell'ego che ha portato a creare un dio buono che perdona tutti tranne la natura.

La cosmogonia degli Shuar è invece qualcosa di talmente antico che si perde nella storia dell'umanità stessa, essa è pervasa di conoscenze talmente antiche che sono espresse sotto forma di miti. Questi miti insegnano come la natura abbia alcune leggi inesorabili, alcune di esse sono le stesse note agli scienziati contemporanei e che vengono denominate "fisica", altre sono quelle gerarchiche dove è evidente che la prevalenza del più forte è una base imprescindibile. Infine esistono una lunga serie di "mappe" che descrivono vari ambiti della realtà più mutevoli e complessi da carpire, alcuni dei quali sono legati alla comprensione dell'origine della vita, delle emozioni, delle malattie ed in generale di tutto quello che si potrebbe definire salute.

Queste "mappe" gli uomini sacri sanno essere un'approssimazione della realtà per cui sanno anche che la stessa realtà è mappabile in diversi modi, alcuni più appropriati di altri a seconda del contesto. Utilizzare la mappa corretta diventa una vera e propria abilità artistica che è padroneggiabile da pochi elementi della comunità. Tipicamente questi elementi sono proprio i più forti, quelli che dimostrano di avere doti di destrezza ed intelligenza superiori a tutti gli altri. Questi uomini sono considerati sacri, essi divengono tipicamente apprendisti in età molto giovane e solo alla fine il più forte prevale ereditando le conoscenze da chi lo ha preceduto. Questi uomini sacri passano letteralmente le forche caudine per diventarlo, loro diventano così i depositari della saggezza e della conoscenza necessari a far sopravvivere l'intero villaggio in equilibrio con la natura e le sue forze, in occidente li definiamo con un neologismo linguistico ovvero li chiamiamo sciamani.

Sciamano infatti significa "uomo di conoscenza". Nella cosmogonia occidentale del XXI secolo l'unica forma di conoscenza ammessa è la scienza. Tutte le altre conoscenze sono considerate di serie B, questo ovviamente è il riflesso di una moda del momento, il reflusso della diffusione della tecnologia presso il volgo, la tecnica e la tecnologia che fanno sembrare la scienza l'unica cosa utile. Ma anche questa moda è destinata a tramontare.

Già dalla fine del XIX secolo uno sciamano poteva sembrare un primitivo dedito a rituali isterici e privi di senso, questo nella migliore delle ipotesi, nella peggiore l'indottrinamento e l'ignoranza portava le persone a ritenerli emanazioni del demonio o banalmente selvaggi eretici.

Quanta presunzione da parte di una cultura giovane e distruttiva nel giudicare una cultura antica e stabile! Del resto l'esimio antropologo Harner, nel suo libro dove parlava degli Shuar e dei Conibo, dimostra palesemente di avere confuso tra loro il senso di rituali diversissimi. Qualcuno sostiene che non capisse bene l'idioma degli Shuar, che figura di merda per un antropologo con tanto di titoli accademici. Del resto ciò che riportano i suoi libri è completamente inattendibile. Questo anche perché ha la pretesa di misurare la quantità d'acqua del mare con una squadra.
Cosa poteva avere capito della loro cultura? Niente, infatti nel suo neosciamanesimo scimmiotta senza senso alcuno rituali dei quali ignora completamente anche lo scopo se non l'averne colto una possibile superficiale interpretazione soggettiva.

Il motivo è che se io voglio scrivere una parola posso tenere la penna in mano in mille modi diversi, posso usare una macchina da scrivere o un moderno computer con una stampante, posso scolpirla nella pietra o disegnarla sulla sabbia con un bastoncino, ma se chi mi vede farlo non sa leggere e scrivere tutto quello che vedrà è un complesso gesto insensato mentre il mio intento era scrivere una parola dotata di senso compiuto.

Harner, assieme alla maggior parte degli occidentali, ha confuso la penna con la parola, e questo viene dalla cultura dell'ipocrisia e della mistificazione a cui l'occidentale medio è abituato fin dalla nascita. Quando costringi un intero continente per millenni a credere in un dio ideale, i cui propositi sono palesemente contrari a quello che succede nella realtà pratica, abitui un popolo a mettere un confine netto tra la voglia di conoscere il più grande (l'esigenza di una spiritualità) e comprendere cosa essa sia. Detto popolo si abitua al fatto che le cose nel dominio della spiritualità sono "credenze" mentre le cose nel dominio della materia sono "comprensione". Ma questa separazione è vera solo in quest'epoca, in questo contesto, con questi presupposti.

Nelle comunità native questi presupposto sono assenti e pertanto decade la divisione a monte del problema stesso.

Questo sistema schizofrenico serve ai potenti poco potenti, quelli che sono deboli e dunque per dominare devono vendere una credibilità che non hanno, a mantenere la fiducia del popolo nonostante siano dei totali inetti.

Per questo la mappa dello sciamano, quella che lo porta a saltellare mezzora attorno ad un fuoco, viene vista da un occidentale come un gesto isterico e non come una vera e propria procedura. Lo sciamano sa che saltellando mezzora intorno al fuoco facendo altre cose, dettagli per lui importanti ma insignificanti per qualunque occidentale, ottiene un risultato. Sa che questo risultato non ha la precisione scientifica che un occidentale si aspetta ma comunque sa che ottiene qualcosa.

Se questo qualcosa non arriva significa che ha usato la mappa sbagliata e dunque riparte applicandone una diversa. L'occidentale invece, abituato ad un sistema bipolare dove credere=sacro=intangibile e sapere=pratico=scientifico, pensa che per lo sciamano il fuoco sia sacro, il ballo sia sacro, il tamburo sia sacro, e come tale sia semplicemente una pantomima infruttifera al pari della preghiera in chiesa la domenica mattina. Qualcosa che va fatto perché va fatto, perché lo fanno tutti, perché siccome la tradizione dice di farlo allora tu lo fai in maniera acritica e come semplice atto fideistico.

Cognitivamente l'occidentale medio non è capace di collegare l'infruttuosità della preghiera in chiesa alla totale mancanza di fondamento dei credi dogmatici, questo poiché viene abituato fin da bambino a vivere questa schizofrenia, per cui gli sembra normale credere in qualcosa che sa benissimo non servire a niente. E questo meccanismo trova la sua facile estensione nel tifare una squadra di calcio quando sono tutte più o meno uguali, nel votare un partito quando nessuno mantiene le promesse, nell'iscriversi ad un'associazione quando nessuno persegue lo scopo associativo, nel formare una lobby che si pone obiettivi talmente grandi da essere irraggiungibili, nell'avere un riconoscimento accademico quando gente priva di esso è decine di volte più abile nello stesso ambito ecc.

Lo sciamano, se scopre che si può ottenere lo stesso risultato collegando una stampante laser ad un treno a vapore, metterà nella sua mappa la stampante laser ed il treno a vapore e, se necessario, utilizzerà quella versione in luogo del saltellare attorno al fuoco. Questo perché allo sciamano non può fregare di meno del fuoco o del tamburo o del saltellamento. Per lui l'unica cosa sacra è la mappa, la conoscenza dell'universo, quel qualcosa che gli consente di padroneggiare la realtà a prescindere dalla forma in cui questo avviene. La mappa è sacra se descrive la realtà, sbagliata se non lo fa.

L'occidentale medio invece è legato solo ed unicamente alla forma: accetta un dogma infruttifero come insegnamento universale, accetta un leader inetto come capo, accetta di violentare la natura in favore di un "progresso" che porta malattie psichiatriche, cancro, disagio sociale e deterioramento dell'habitat. In sintesi l'occidentale medio si è vaccinato contro l'efficacia di quello che fa prediligendone la forma anche se essa non produce esito alcuno.

Per questo Harner confonde il rituale della ricerca dell'animale di potere con quello dell'Arutam, poiché esteticamente sono molto simili, per lui ciò che conta è la forma come per ogni occidentale abituato ad una fede dogmatica, la sua conoscenza della mappa è dunque una via di mezzo tra l'aver capito più o meno approssimativamente cosa sta facendo ed il considerare sacro qualcosa che di fatto non lo è del tutto nemmeno per i nativi stessi. Pone quindi la sua riverenza verso la forma senza capire che invece il nativo la riverenza ce l'ha per l'esito. Ma questo "errore" viene invero dal fatto che lo sciamano saggio, quando insegna queste cose agli altri, se tu ti innamori della forma si guarda bene dall'aprirti gli occhi e cerca anzi di farti clamorosamente scontrare contro il potenziale danno che ha scimmiottare una forma senza averla compresa.

All'inizio di primo impatto ho avuto l'impressione che stesse facendo questo, però con i mesi mi sono in qualche modo adattato a non essere né carne né pesce come gli altri che erano li da più tempo di me. Ho avuto l'umiltà di adeguarmi, di dargli il beneficio del dubbio, ho pagato profumatamente la conferma alle mie intuizioni che, a conti fatti, è stata di gran lunga la consapevolezza più utile che io abbia mai ottenuto. Ultimamente infatti, per motivi che non spiegherò non perché non voglia ma perché è impossibile farlo qui, ho capito il perché la mia intuizione era corretta oltre al fatto appunto che era corretta.

In molte occasioni egli stesso ha parlato di un cambio di visione del mondo che non in tutti avviene. Ancora non so se non si sia accorto che in me questo cambio di visione preesisteva ma l'avevo in qualche modo demolito perché qualche conto non mi tornava. Del resto io c'ero arrivato da solo vivendo a Ravenna in mezzo al cemento e all'inquinamento di una nota fabbrica di polimeri ... un ambiente inospitale e innaturale che non mi ha impedito di accedere attivamente a quella parte della realtà che la scienza rifiuta.

Certo a lui devo l'avermelo confermato, l'avermi aggiustato il tiro.

Per questo non mi stupisce affatto che Michael Harner non avesse capito niente: come me e gli altri abitué dello sciamano è stato volutamente indotto a credere il falso con un'astuzia degna del più meschino degli occidentali malfattori. Allo stesso modo l'articolo di Wikipedia dove si parla del popolo Shuar dice una marea di cavolate infondate, forse perché si basa su quello che non hanno capito gli antropologi?

Del resto allo sciamano se gli dici che ciò che fa è una cazzata ti ride in faccia a crepapelle, non come quegli uomini di chiesa o di scienza che se gli contesti la religione o la fisica trasalgono. Perché intimamente lo sanno benissimo che se tu non ci credi loro sono fuori gioco, lo sciamano invece sa benissimo che se tu non ci credi sei fuori gioco tu.

Sul perché lo sciamano si comporti in questo modo lascio al lettore del blog tempo e spazio per farsi un'idea. L'unico suggerimento che darò è che, valutando i fatti a posteriori, se fossi stato al suo posto, avrei fatto la stessa cosa.

Qui infatti c'è il belligerante punto d'incontro tra quello che di fatto sono due cosmogonie opposte: per un uomo di conoscenza infatti l'unica cosa veramente sacra è sapere cosa sta facendo, qualunque cosa comporti, poco importa se per qualche cattedratico essa è incomprensibile o risibile. Del resto quando entri in contatto con una saggezza decimillennaria potrà importarti dell'opinione di una cultura che, rispetto ad essa, è un asilo nido un embrione non ancora formato?

Per un uomo occidentale invece esistono solo le sue belle idee: esse sono valide solo se sono scritte bene su un libro bello, se sono professate ed acclamate, pubblicizzate, l'amore per la carta, per il timbro, per il sigillo, per la garanzia, per lo scontrino fiscale che la attesta, per il sigillo di ceralacca che conferisce pregio a qualunque cosa ... il logo che conferisce visibilità vale più del prodotto che evidenzia ...
... ci manca solo che una fossa biologica venga venduta a 1000 euro al litro perché sopra c'è il sigillo di ceralacca. Merda pregiata. E sentissi che buon olezzo!

Ma la merda è merda, è putrescente e puzza, non c'è sigillo che tenga ed è un dato di fatto che prescinde ogni cosmogonia. Ma se dico che la merda sigillata in ceralacca è merda offendo il sigillo, sono politicamente scorretto, eppure la merda è merda, sigillata o meno.

Quindi viviamo in un mondo dove il sigillo prevale sul contenuto: se per esempio domattina la Coca Cola imbottigliasse piscio di gatto e si inventasse la Yellow Cola nascerebbe una corrente di odio, dove le persone dotate di senso pratico si accorgerebbero della vera natura del contenuto perché il noto e potente sigillo non impedisce loro di valutare la realtà.

Poi però nascerebbe una corrente di odio opposta verso queste persone che diffamano il marchio centenario. Orde di avvocati cercherebbero di distruggere socialmente i detrattori appigliandosi a cavilli con il solo intento di insabbiare la verità e rovinarli socialmente.

In una società nativa non sarebbe necessario il marchio in quanto colui che produce la beneamata bibita sarebbe rispettato da tutti, se cercasse di fregare i suoi simili imbottigliando piscio di gatto si prenderebbe una marea di mazzate e il problema sarebbe risolto così, in maniera semplice rapida ed efficace gli verrebbe precluso di continuare a fare un simile scempio. Se insiste lo decapiti. Gli Shuar ad esempio sono noti nel mondo anglosassone come "headshrinkers" che viene spesso tradotto in italiano come strizzacervelli anche se letteralmente significa restringitori di teste.

Detto appellativo, che alla data odierna nel mondo anglosassone è transito agli psicologi, deriva da un crudelissimo rituale che gli Shuar praticavano ai propri nemici (il governo ecuadoriano lo ha severamente vietato a causa di un commercio clandestino di teste ristrette come macabri souvenir per turisti dal cattivo gusto) che era quello di decapitarli e restringere la testa del nemico ucciso che diventava poi un trofeo di guerra. Inutile dire che questa assurda pratica veniva fatta con uno scopo ben preciso ed assolutamente comprensibile, ma l'occidentale medio vede solo la crudeltà del gesto perché il senso di una pratica spirituale è abituato a non doverlo vedere pena essere tacciato di blasfemia.

La cosmogonia dove invece regnano le idee è dispersiva: è fatta di regole cavillose, di complessi ed inefficienti meccanismi, di complicazioni che sono il compendio al celare la scarsa qualità che si nasconde dietro ogni sigillo che pretende di far credere alla gente che la merda è una cosa buona per il semplice fatto che c'è il sigillo sopra. Detta cosmogonia è come una coltre di nebbia che rende tutto sbiadito, poco dettagliato, sterile, anemico, sofferente. E' come un cancro che elargisce punizioni esemplari a chi osa contrastare le regole cavillose per il semplice fatto che si trovava li, per caso, a fare qualcosa di approssimativo che ha danneggiato qualcunaltro che, per caso, era più debole.

In una società nativa il debole muore giovane, per cui non si pone il problema: se danneggi qualcuno è per forza perché sei un bastardo perché tutti sono sufficientemente forti da badare efficacemente a sé stessi. Se danneggi qualcuno quindi semplicemente ti fanno secco. E non c'è tanta redenzione se non quella di vivere in un contesto sociale dove il rispetto e l'affetto per gli altri deve necessariamente prevalere sulla meschinità.

Il prevalere del più forte produce quindi una società gregaria, il prevalere del più debole una società individualista.

Il prevalere del più forte produce una società capace di amare il prossimo, il prevalere del più debole produce una società dove tutti odiano tutti e ci si scambiano le peggiori meschinità vicendevolmente.

Il prevalere del più forte produce una società semplice e solida, non ha che qualche regola fondamentale che viene retta dal più forte di tutti, ovvero l'uomo sacro del villaggio, il prevalere del più debole produce una società complessa e cavillosa piena di regole incomprensibili che producono meccanismi costosi e avulsi dalla realtà in mano a persone prive della saggezza necessaria a comprenderli.

Una società forte ha una cosmogonia consapevole, affronta la realtà direttamente per quello che è senza ricamarci sopra, per ogni problema esiste una soluzione ben precisa, non ha la pretesa che questa sia ordinata ma semplicemente che funzioni. L'insieme delle soluzioni è una mappa che viene considerata sacra e viene tramandata a coloro che dimostrano la loro capacità che vengono quindi considerati uomini sacri.

Una società debole produce complicati ricami, si allontana sempre di più dalla realtà e dunque dalla natura che l'ha prodotta, rifiuta le sue leggi e le sostituisce con un surrogato delle stesse al quale pretende di attribuire valore di universalità. Pretende di trovare regole belle sotto il profilo formale che descrivano tutto, non si capacita del perché sono di più le cose prive di spiegazione che quelle con una spiegazione, pretende di essere la risposta definitiva a tutto senza per questo essere nemmeno lontanamente vicino ad esserlo, l'insieme delle sue inefficienze/ignoranze sono considerate eresia e parlarne è vietato (ricordo male o nel codice penale italiano ci sono dei reati ideologici?) o più semplicemente malcostume, nulla è sacro se non le idee avulse che difendono in maniera fine a sè stessa il sistema, cosa che avviene identica sia in scienza che in religione.

In sintesi, se confrontiamo le due cosmogonie esposte, se ne potrebbe concludere che l'uomo per capire l'universo impiega decine di migliaia di anni, può ambire solo a costruire mappe che descrivono una parte della realtà, che non sono sempre utilizzabili e che sono incredibilmente complesse. Dette mappe descrivono sempre e solo una parte della realtà e si basano sull'osservarla da punti di vista differenti, da cui l'esistenza di mappe differenti tra loro per descrivere la stessa cosa.

Il desiderio dell'uomo di vivere serenamente è possibile solo quando lo stesso vivere è in contatto con la propria natura, che si può descrivere appunto con le mappe, la quale insegna che l'unica vera giustizia è la natura stessa, ovvero seguendo al meglio possibile tutte le mappe da essa desumibili.

La cosmogonia occidentale non solo non descrive l'universo ma ha preso la direzione sbagliata, quella che porta a mistificarlo pesantemente.

Lo scienziato tuttavia, vittima del sistema, ha dentro di sè lo stesso identico trasporto dello sciamano verso la comprensione dell'universo ma il sistema lo educa a liberarsi dell'umiltà necessaria per accettare per buoni metodi che esulino dai dogmi sociali. Di fatto la cosmogonia occidentale ha costruito un fortino e ha detto che oltre le mura ci sono le colonne d'Ercole. Quello che succede dentro al fortino è sacro, quello che succede fuori è eresia. Quello che è dentro al fortino sei libero di spiegarlo come vuoi ed utilizzare il paradigma della scienza o della fede a piacimento, quello che succede fuori invece è tabù.

Se esci dalla porta del fortino c'è un giardinetto, li albergano scienziati, preti, ricercatori, leader politici, è cinto da una siepe, poi ci sono cartelli dovunque con scritto HIC SUNT LEONES oppure HIC SUNT DRACONES

Lo sciamano appunto per l'occidentale medio è quel pazzo che va a parlare con i leoni, e non capiscono perché nonostante il mondo occidentale sia così figo e trendy e alla moda egli si guardi bene dal visitare troppo spesso il fortino, del resto non ha voglia di sentire i discorsi dei suoi occupanti che sono noiosi come la messa cantata:

"chi li ha mai visti i leoni? Qualcuno forse in fotografia li ha visti ... ma i leoni sono quelli con le striscie o quelli con la criniera?"

"Boh ... io so che le uova le fa il frigorifero e le galline nascono con un vassoio di polistirolo sotto ed il cellophane sopra ..."

"Ah si? Anche il codice a barre?"

"Secondo me si"

"Eh ma sicuramente dipende dalla forma allotropica degli atomi di carbonio"

"No ma è l'allevamento col metodo Krasnaplosky che produce oscillazioni nel parenchima inferiore"

"Il postulato di Müller lo spiega benissimo"

"Ma dove li hai presi quegli occhiali così fighi?"

"Eh li avevano in offerta al Piccol ..."

"Allora stasera tutti a ballare al Narsete beach trendy disco pub oh yeah"

.......

* Metodo Krasnaplosky, postulato di Muller, Piccol, Narsete beach trendy disco pub oh yeah, sono tutti marchi e sigilli registrati dai rispettivi occupanti del fortino