domenica 6 aprile 2014

Cosmogonia, il bisogno dell'uomo di capire l'universo

Ovvero come far capire ad un occidentale ottuso e dedito a razionalismo oscurantista che esistono anche altre cose che, anche se non le spieghi con la logica, non è che non esistono o non vanno bene.

Come può dunque l'uomo, così piccolo, capire una cosa grande come l'universo senza darsi regole?

In effetti non può, non perché sia vietato o cosa, ma semplicemente perché appunto è troppo grande per essere compreso tutto in una volta sola.

Molte persone che mi conoscono sanno che ho passato gli ultimi 4 anni della mia vita a frequentare un vero e proprio apprendistato sciamanico presso un vero sciamano che ha ricevuto in eredità lo sciamanato da un uomo sacro Shuar, popolo un tempo noto col nome dispregiativo Jivaros (nomadi) nativo delle montagne ecuadoriane.

Questo è il motivo per cui ho avuto l'occasione di vedere il mondo secondo una cosmogonia completamente diversa da quella in auge in questo luogo, in questo momento storico.

Detto popolo vanta un lignaggio culturale che si tramanda dalla notte dei tempi fino alla data odierna, i primi contatti colti che la nostra civiltà ebbe con popoli nativi tuttora esistenti furono curati dall'antropologo rumeno Mircea Eliàde, il quale visitò molti popoli nativi qua e là per il mondo. Detta opera fu successivamente proseguita/ripetuta, non saprei, dall'antropologo Michael Harner che dopo avere cercato i punti in comune tra i sistemi di vita dei vari popoli della Terra fondò il neosciamanesimo, una sorta di rivisitazione meccanica sintetizzata degli usi e costumi dei nativi.

Si stima dunque che il popolo Shuar viva secondo i propri usi e costumi da oltre 30000 anni (si avete letto bene: trentamila) e l'unica cosa che è riuscita a sfaldare il loro tessuto sociale è stato il capitalismo unitamente all'alterazione dell'ecosistema delle pianure ecuadoriane.

E' storicamente documentato che il popolo Shuar resistette prima alle minacce dell'impero Inca e poi, successivamente, ai conquistadores spagnoli che non sono mai riusciti ad avere la meglio militarmente. Solo quando le praterie furono colonizzate da profughi privi di speranza l'ecosistema fu irreversibilmente alterato, alcune specie si sono estinte in quanto la prateria fa parte dell'equilibrio naturale della selva. Estinguendosi certe specie di predatori (tra cui i Giaguari che sono dovuti migrare altrove a causa delle recinzioni e della caccia spietata) altre specie più in basso della catena alimentare si sono parimenti estinte a causa del sovrannumero essendo venuto a mancare il loro predatore principale, e così via.

In sostanza il popolo Shuar, che vive prevalentemente di caccia, si è trovato alla fame a causa del disastro ecologico prodotto da .... dei poveracci. Solo che per il governo ecuadoriano non è politicamente corretto dichiarare che dei poveracci hanno causato un disastro ambientale, per cui il popolo Shuar ha dovuto compensare acculturandosi ed adattandosi agli usi tipicamente occidentali per potersi difendere sul piano politico e sociale.

Dal punto di vista occidentale infatti gli Shuar non sono altro che dei barbari che vivono nelle foreste, i poveracci sono persone bisognose che vanno aiutate a tutti i costi, la natura è qualcosa da sfruttare a prescindere dall'impatto, poco importa che sia sotto gli occhi di tutti il disastro ambientale prodotto, del resto si tratta di uomini e come tali di una specie da soggiogare, non certo di uno dei tanti abitanti della natura.

La cosmogonia occidentale, a differenza di quella Shuar, ha poco più di un paio di migliaia di anni, essa riparte dalle ceneri dell'impero romano, è una sorta di civiltà romana 2.0 di cui eredita alcuni capi saldi, tutti basati su ideologie.

Nella cosmogonia occidentale l'uomo è una macchina razionale che si perfeziona col passare del tempo, la civiltà "progredisce" sempre, non si parla mai di regressione perché non è politicamente corretto, anche quando le intemperanze di leader incapaci producono disastri, come ad esempio la formazione di imperi mostruosi che la storia ci insegna essere impossibile mantenerli in vita, ma non è corretto dirlo che in realtà siamo un branco di ciechi che guidano dei ciechi.

In pratica c'è un'ipocrisia di fondo dove il rispetto della forma prevale sull'efficacia, le cose si fanno in base a quello che è "giusto" dire, basando il giusto su idee che non necessariamente hanno riscontro, piuttosto che basarsi sul risultato.

La cosmogonia occidentale è "giovane", tutte le idee che ha partorito sono appunto idee filosofeggianti, cogitazioni astratte che hanno valenza solamente estetica. Il debole deve prevalere sul forte, l'idea sulla pratica, è una sorta di autoaffermazione dell'ego che ha portato a creare un dio buono che perdona tutti tranne la natura.

La cosmogonia degli Shuar è invece qualcosa di talmente antico che si perde nella storia dell'umanità stessa, essa è pervasa di conoscenze talmente antiche che sono espresse sotto forma di miti. Questi miti insegnano come la natura abbia alcune leggi inesorabili, alcune di esse sono le stesse note agli scienziati contemporanei e che vengono denominate "fisica", altre sono quelle gerarchiche dove è evidente che la prevalenza del più forte è una base imprescindibile. Infine esistono una lunga serie di "mappe" che descrivono vari ambiti della realtà più mutevoli e complessi da carpire, alcuni dei quali sono legati alla comprensione dell'origine della vita, delle emozioni, delle malattie ed in generale di tutto quello che si potrebbe definire salute.

Queste "mappe" gli uomini sacri sanno essere un'approssimazione della realtà per cui sanno anche che la stessa realtà è mappabile in diversi modi, alcuni più appropriati di altri a seconda del contesto. Utilizzare la mappa corretta diventa una vera e propria abilità artistica che è padroneggiabile da pochi elementi della comunità. Tipicamente questi elementi sono proprio i più forti, quelli che dimostrano di avere doti di destrezza ed intelligenza superiori a tutti gli altri. Questi uomini sono considerati sacri, essi divengono tipicamente apprendisti in età molto giovane e solo alla fine il più forte prevale ereditando le conoscenze da chi lo ha preceduto. Questi uomini sacri passano letteralmente le forche caudine per diventarlo, loro diventano così i depositari della saggezza e della conoscenza necessari a far sopravvivere l'intero villaggio in equilibrio con la natura e le sue forze, in occidente li definiamo con un neologismo linguistico ovvero li chiamiamo sciamani.

Sciamano infatti significa "uomo di conoscenza". Nella cosmogonia occidentale del XXI secolo l'unica forma di conoscenza ammessa è la scienza. Tutte le altre conoscenze sono considerate di serie B, questo ovviamente è il riflesso di una moda del momento, il reflusso della diffusione della tecnologia presso il volgo, la tecnica e la tecnologia che fanno sembrare la scienza l'unica cosa utile. Ma anche questa moda è destinata a tramontare.

Già dalla fine del XIX secolo uno sciamano poteva sembrare un primitivo dedito a rituali isterici e privi di senso, questo nella migliore delle ipotesi, nella peggiore l'indottrinamento e l'ignoranza portava le persone a ritenerli emanazioni del demonio o banalmente selvaggi eretici.

Quanta presunzione da parte di una cultura giovane e distruttiva nel giudicare una cultura antica e stabile! Del resto l'esimio antropologo Harner, nel suo libro dove parlava degli Shuar e dei Conibo, dimostra palesemente di avere confuso tra loro il senso di rituali diversissimi. Qualcuno sostiene che non capisse bene l'idioma degli Shuar, che figura di merda per un antropologo con tanto di titoli accademici. Del resto ciò che riportano i suoi libri è completamente inattendibile. Questo anche perché ha la pretesa di misurare la quantità d'acqua del mare con una squadra.
Cosa poteva avere capito della loro cultura? Niente, infatti nel suo neosciamanesimo scimmiotta senza senso alcuno rituali dei quali ignora completamente anche lo scopo se non l'averne colto una possibile superficiale interpretazione soggettiva.

Il motivo è che se io voglio scrivere una parola posso tenere la penna in mano in mille modi diversi, posso usare una macchina da scrivere o un moderno computer con una stampante, posso scolpirla nella pietra o disegnarla sulla sabbia con un bastoncino, ma se chi mi vede farlo non sa leggere e scrivere tutto quello che vedrà è un complesso gesto insensato mentre il mio intento era scrivere una parola dotata di senso compiuto.

Harner, assieme alla maggior parte degli occidentali, ha confuso la penna con la parola, e questo viene dalla cultura dell'ipocrisia e della mistificazione a cui l'occidentale medio è abituato fin dalla nascita. Quando costringi un intero continente per millenni a credere in un dio ideale, i cui propositi sono palesemente contrari a quello che succede nella realtà pratica, abitui un popolo a mettere un confine netto tra la voglia di conoscere il più grande (l'esigenza di una spiritualità) e comprendere cosa essa sia. Detto popolo si abitua al fatto che le cose nel dominio della spiritualità sono "credenze" mentre le cose nel dominio della materia sono "comprensione". Ma questa separazione è vera solo in quest'epoca, in questo contesto, con questi presupposti.

Nelle comunità native questi presupposto sono assenti e pertanto decade la divisione a monte del problema stesso.

Questo sistema schizofrenico serve ai potenti poco potenti, quelli che sono deboli e dunque per dominare devono vendere una credibilità che non hanno, a mantenere la fiducia del popolo nonostante siano dei totali inetti.

Per questo la mappa dello sciamano, quella che lo porta a saltellare mezzora attorno ad un fuoco, viene vista da un occidentale come un gesto isterico e non come una vera e propria procedura. Lo sciamano sa che saltellando mezzora intorno al fuoco facendo altre cose, dettagli per lui importanti ma insignificanti per qualunque occidentale, ottiene un risultato. Sa che questo risultato non ha la precisione scientifica che un occidentale si aspetta ma comunque sa che ottiene qualcosa.

Se questo qualcosa non arriva significa che ha usato la mappa sbagliata e dunque riparte applicandone una diversa. L'occidentale invece, abituato ad un sistema bipolare dove credere=sacro=intangibile e sapere=pratico=scientifico, pensa che per lo sciamano il fuoco sia sacro, il ballo sia sacro, il tamburo sia sacro, e come tale sia semplicemente una pantomima infruttifera al pari della preghiera in chiesa la domenica mattina. Qualcosa che va fatto perché va fatto, perché lo fanno tutti, perché siccome la tradizione dice di farlo allora tu lo fai in maniera acritica e come semplice atto fideistico.

Cognitivamente l'occidentale medio non è capace di collegare l'infruttuosità della preghiera in chiesa alla totale mancanza di fondamento dei credi dogmatici, questo poiché viene abituato fin da bambino a vivere questa schizofrenia, per cui gli sembra normale credere in qualcosa che sa benissimo non servire a niente. E questo meccanismo trova la sua facile estensione nel tifare una squadra di calcio quando sono tutte più o meno uguali, nel votare un partito quando nessuno mantiene le promesse, nell'iscriversi ad un'associazione quando nessuno persegue lo scopo associativo, nel formare una lobby che si pone obiettivi talmente grandi da essere irraggiungibili, nell'avere un riconoscimento accademico quando gente priva di esso è decine di volte più abile nello stesso ambito ecc.

Lo sciamano, se scopre che si può ottenere lo stesso risultato collegando una stampante laser ad un treno a vapore, metterà nella sua mappa la stampante laser ed il treno a vapore e, se necessario, utilizzerà quella versione in luogo del saltellare attorno al fuoco. Questo perché allo sciamano non può fregare di meno del fuoco o del tamburo o del saltellamento. Per lui l'unica cosa sacra è la mappa, la conoscenza dell'universo, quel qualcosa che gli consente di padroneggiare la realtà a prescindere dalla forma in cui questo avviene. La mappa è sacra se descrive la realtà, sbagliata se non lo fa.

L'occidentale medio invece è legato solo ed unicamente alla forma: accetta un dogma infruttifero come insegnamento universale, accetta un leader inetto come capo, accetta di violentare la natura in favore di un "progresso" che porta malattie psichiatriche, cancro, disagio sociale e deterioramento dell'habitat. In sintesi l'occidentale medio si è vaccinato contro l'efficacia di quello che fa prediligendone la forma anche se essa non produce esito alcuno.

Per questo Harner confonde il rituale della ricerca dell'animale di potere con quello dell'Arutam, poiché esteticamente sono molto simili, per lui ciò che conta è la forma come per ogni occidentale abituato ad una fede dogmatica, la sua conoscenza della mappa è dunque una via di mezzo tra l'aver capito più o meno approssimativamente cosa sta facendo ed il considerare sacro qualcosa che di fatto non lo è del tutto nemmeno per i nativi stessi. Pone quindi la sua riverenza verso la forma senza capire che invece il nativo la riverenza ce l'ha per l'esito. Ma questo "errore" viene invero dal fatto che lo sciamano saggio, quando insegna queste cose agli altri, se tu ti innamori della forma si guarda bene dall'aprirti gli occhi e cerca anzi di farti clamorosamente scontrare contro il potenziale danno che ha scimmiottare una forma senza averla compresa.

All'inizio di primo impatto ho avuto l'impressione che stesse facendo questo, però con i mesi mi sono in qualche modo adattato a non essere né carne né pesce come gli altri che erano li da più tempo di me. Ho avuto l'umiltà di adeguarmi, di dargli il beneficio del dubbio, ho pagato profumatamente la conferma alle mie intuizioni che, a conti fatti, è stata di gran lunga la consapevolezza più utile che io abbia mai ottenuto. Ultimamente infatti, per motivi che non spiegherò non perché non voglia ma perché è impossibile farlo qui, ho capito il perché la mia intuizione era corretta oltre al fatto appunto che era corretta.

In molte occasioni egli stesso ha parlato di un cambio di visione del mondo che non in tutti avviene. Ancora non so se non si sia accorto che in me questo cambio di visione preesisteva ma l'avevo in qualche modo demolito perché qualche conto non mi tornava. Del resto io c'ero arrivato da solo vivendo a Ravenna in mezzo al cemento e all'inquinamento di una nota fabbrica di polimeri ... un ambiente inospitale e innaturale che non mi ha impedito di accedere attivamente a quella parte della realtà che la scienza rifiuta.

Certo a lui devo l'avermelo confermato, l'avermi aggiustato il tiro.

Per questo non mi stupisce affatto che Michael Harner non avesse capito niente: come me e gli altri abitué dello sciamano è stato volutamente indotto a credere il falso con un'astuzia degna del più meschino degli occidentali malfattori. Allo stesso modo l'articolo di Wikipedia dove si parla del popolo Shuar dice una marea di cavolate infondate, forse perché si basa su quello che non hanno capito gli antropologi?

Del resto allo sciamano se gli dici che ciò che fa è una cazzata ti ride in faccia a crepapelle, non come quegli uomini di chiesa o di scienza che se gli contesti la religione o la fisica trasalgono. Perché intimamente lo sanno benissimo che se tu non ci credi loro sono fuori gioco, lo sciamano invece sa benissimo che se tu non ci credi sei fuori gioco tu.

Sul perché lo sciamano si comporti in questo modo lascio al lettore del blog tempo e spazio per farsi un'idea. L'unico suggerimento che darò è che, valutando i fatti a posteriori, se fossi stato al suo posto, avrei fatto la stessa cosa.

Qui infatti c'è il belligerante punto d'incontro tra quello che di fatto sono due cosmogonie opposte: per un uomo di conoscenza infatti l'unica cosa veramente sacra è sapere cosa sta facendo, qualunque cosa comporti, poco importa se per qualche cattedratico essa è incomprensibile o risibile. Del resto quando entri in contatto con una saggezza decimillennaria potrà importarti dell'opinione di una cultura che, rispetto ad essa, è un asilo nido un embrione non ancora formato?

Per un uomo occidentale invece esistono solo le sue belle idee: esse sono valide solo se sono scritte bene su un libro bello, se sono professate ed acclamate, pubblicizzate, l'amore per la carta, per il timbro, per il sigillo, per la garanzia, per lo scontrino fiscale che la attesta, per il sigillo di ceralacca che conferisce pregio a qualunque cosa ... il logo che conferisce visibilità vale più del prodotto che evidenzia ...
... ci manca solo che una fossa biologica venga venduta a 1000 euro al litro perché sopra c'è il sigillo di ceralacca. Merda pregiata. E sentissi che buon olezzo!

Ma la merda è merda, è putrescente e puzza, non c'è sigillo che tenga ed è un dato di fatto che prescinde ogni cosmogonia. Ma se dico che la merda sigillata in ceralacca è merda offendo il sigillo, sono politicamente scorretto, eppure la merda è merda, sigillata o meno.

Quindi viviamo in un mondo dove il sigillo prevale sul contenuto: se per esempio domattina la Coca Cola imbottigliasse piscio di gatto e si inventasse la Yellow Cola nascerebbe una corrente di odio, dove le persone dotate di senso pratico si accorgerebbero della vera natura del contenuto perché il noto e potente sigillo non impedisce loro di valutare la realtà.

Poi però nascerebbe una corrente di odio opposta verso queste persone che diffamano il marchio centenario. Orde di avvocati cercherebbero di distruggere socialmente i detrattori appigliandosi a cavilli con il solo intento di insabbiare la verità e rovinarli socialmente.

In una società nativa non sarebbe necessario il marchio in quanto colui che produce la beneamata bibita sarebbe rispettato da tutti, se cercasse di fregare i suoi simili imbottigliando piscio di gatto si prenderebbe una marea di mazzate e il problema sarebbe risolto così, in maniera semplice rapida ed efficace gli verrebbe precluso di continuare a fare un simile scempio. Se insiste lo decapiti. Gli Shuar ad esempio sono noti nel mondo anglosassone come "headshrinkers" che viene spesso tradotto in italiano come strizzacervelli anche se letteralmente significa restringitori di teste.

Detto appellativo, che alla data odierna nel mondo anglosassone è transito agli psicologi, deriva da un crudelissimo rituale che gli Shuar praticavano ai propri nemici (il governo ecuadoriano lo ha severamente vietato a causa di un commercio clandestino di teste ristrette come macabri souvenir per turisti dal cattivo gusto) che era quello di decapitarli e restringere la testa del nemico ucciso che diventava poi un trofeo di guerra. Inutile dire che questa assurda pratica veniva fatta con uno scopo ben preciso ed assolutamente comprensibile, ma l'occidentale medio vede solo la crudeltà del gesto perché il senso di una pratica spirituale è abituato a non doverlo vedere pena essere tacciato di blasfemia.

La cosmogonia dove invece regnano le idee è dispersiva: è fatta di regole cavillose, di complessi ed inefficienti meccanismi, di complicazioni che sono il compendio al celare la scarsa qualità che si nasconde dietro ogni sigillo che pretende di far credere alla gente che la merda è una cosa buona per il semplice fatto che c'è il sigillo sopra. Detta cosmogonia è come una coltre di nebbia che rende tutto sbiadito, poco dettagliato, sterile, anemico, sofferente. E' come un cancro che elargisce punizioni esemplari a chi osa contrastare le regole cavillose per il semplice fatto che si trovava li, per caso, a fare qualcosa di approssimativo che ha danneggiato qualcunaltro che, per caso, era più debole.

In una società nativa il debole muore giovane, per cui non si pone il problema: se danneggi qualcuno è per forza perché sei un bastardo perché tutti sono sufficientemente forti da badare efficacemente a sé stessi. Se danneggi qualcuno quindi semplicemente ti fanno secco. E non c'è tanta redenzione se non quella di vivere in un contesto sociale dove il rispetto e l'affetto per gli altri deve necessariamente prevalere sulla meschinità.

Il prevalere del più forte produce quindi una società gregaria, il prevalere del più debole una società individualista.

Il prevalere del più forte produce una società capace di amare il prossimo, il prevalere del più debole produce una società dove tutti odiano tutti e ci si scambiano le peggiori meschinità vicendevolmente.

Il prevalere del più forte produce una società semplice e solida, non ha che qualche regola fondamentale che viene retta dal più forte di tutti, ovvero l'uomo sacro del villaggio, il prevalere del più debole produce una società complessa e cavillosa piena di regole incomprensibili che producono meccanismi costosi e avulsi dalla realtà in mano a persone prive della saggezza necessaria a comprenderli.

Una società forte ha una cosmogonia consapevole, affronta la realtà direttamente per quello che è senza ricamarci sopra, per ogni problema esiste una soluzione ben precisa, non ha la pretesa che questa sia ordinata ma semplicemente che funzioni. L'insieme delle soluzioni è una mappa che viene considerata sacra e viene tramandata a coloro che dimostrano la loro capacità che vengono quindi considerati uomini sacri.

Una società debole produce complicati ricami, si allontana sempre di più dalla realtà e dunque dalla natura che l'ha prodotta, rifiuta le sue leggi e le sostituisce con un surrogato delle stesse al quale pretende di attribuire valore di universalità. Pretende di trovare regole belle sotto il profilo formale che descrivano tutto, non si capacita del perché sono di più le cose prive di spiegazione che quelle con una spiegazione, pretende di essere la risposta definitiva a tutto senza per questo essere nemmeno lontanamente vicino ad esserlo, l'insieme delle sue inefficienze/ignoranze sono considerate eresia e parlarne è vietato (ricordo male o nel codice penale italiano ci sono dei reati ideologici?) o più semplicemente malcostume, nulla è sacro se non le idee avulse che difendono in maniera fine a sè stessa il sistema, cosa che avviene identica sia in scienza che in religione.

In sintesi, se confrontiamo le due cosmogonie esposte, se ne potrebbe concludere che l'uomo per capire l'universo impiega decine di migliaia di anni, può ambire solo a costruire mappe che descrivono una parte della realtà, che non sono sempre utilizzabili e che sono incredibilmente complesse. Dette mappe descrivono sempre e solo una parte della realtà e si basano sull'osservarla da punti di vista differenti, da cui l'esistenza di mappe differenti tra loro per descrivere la stessa cosa.

Il desiderio dell'uomo di vivere serenamente è possibile solo quando lo stesso vivere è in contatto con la propria natura, che si può descrivere appunto con le mappe, la quale insegna che l'unica vera giustizia è la natura stessa, ovvero seguendo al meglio possibile tutte le mappe da essa desumibili.

La cosmogonia occidentale non solo non descrive l'universo ma ha preso la direzione sbagliata, quella che porta a mistificarlo pesantemente.

Lo scienziato tuttavia, vittima del sistema, ha dentro di sè lo stesso identico trasporto dello sciamano verso la comprensione dell'universo ma il sistema lo educa a liberarsi dell'umiltà necessaria per accettare per buoni metodi che esulino dai dogmi sociali. Di fatto la cosmogonia occidentale ha costruito un fortino e ha detto che oltre le mura ci sono le colonne d'Ercole. Quello che succede dentro al fortino è sacro, quello che succede fuori è eresia. Quello che è dentro al fortino sei libero di spiegarlo come vuoi ed utilizzare il paradigma della scienza o della fede a piacimento, quello che succede fuori invece è tabù.

Se esci dalla porta del fortino c'è un giardinetto, li albergano scienziati, preti, ricercatori, leader politici, è cinto da una siepe, poi ci sono cartelli dovunque con scritto HIC SUNT LEONES oppure HIC SUNT DRACONES

Lo sciamano appunto per l'occidentale medio è quel pazzo che va a parlare con i leoni, e non capiscono perché nonostante il mondo occidentale sia così figo e trendy e alla moda egli si guardi bene dal visitare troppo spesso il fortino, del resto non ha voglia di sentire i discorsi dei suoi occupanti che sono noiosi come la messa cantata:

"chi li ha mai visti i leoni? Qualcuno forse in fotografia li ha visti ... ma i leoni sono quelli con le striscie o quelli con la criniera?"

"Boh ... io so che le uova le fa il frigorifero e le galline nascono con un vassoio di polistirolo sotto ed il cellophane sopra ..."

"Ah si? Anche il codice a barre?"

"Secondo me si"

"Eh ma sicuramente dipende dalla forma allotropica degli atomi di carbonio"

"No ma è l'allevamento col metodo Krasnaplosky che produce oscillazioni nel parenchima inferiore"

"Il postulato di Müller lo spiega benissimo"

"Ma dove li hai presi quegli occhiali così fighi?"

"Eh li avevano in offerta al Piccol ..."

"Allora stasera tutti a ballare al Narsete beach trendy disco pub oh yeah"

.......

* Metodo Krasnaplosky, postulato di Muller, Piccol, Narsete beach trendy disco pub oh yeah, sono tutti marchi e sigilli registrati dai rispettivi occupanti del fortino


mercoledì 12 marzo 2014

Perché l'amore è una guerra vinta, ma la morale è una strategia perdente.

Il tatto è quel subdolo e disonesto comportamento umano in uso ai diplomatici i quali se ne servono per far credere ai poveretti di rispettarli e di non volerli manipolare.

Questa riflessione mi è giunta poiché pensavo al vero senso dell'amicizia, non ho potuto fare a meno di pensare a quanto sia inutile un rapporto di amicizia quando in esso mancano la lealtà, la sincerità, la schiettezza e l'affetto profondo.

Si sente tutti i giorni parlare di amore, questa parola è di gran lunga la più abusata di tutte, soprattutto dalle persone che, per riempire il vuoto che sentono dentro, pensano che basti parlarne in continuazione per arrivare a capire cosa esso sia.

Questa ad esempio è la più grossa menzogna che si sta raccontando l'umanità, con tutte le sue false religioni il cui "amore" altro non è che una scatola vuota, tutta dorata, decorata, ma vuota.

Come si riallaccia alla riflessione di partenza? E' semplice: il bigotto medio pretende il politically correct, una parola talmente viscida che non si può nemmeno più dire in italiano, tocca dirla all'anglosassone, perché politicamente corretto non è sufficientemente politically correct.

Il bigotto medio, che in Italia corrisponde all'italiano medio, la persona mediocre per eccellenza, quella che si dice comunista ma vive nel lusso, che si dice laica e poi si scandalizza per tutto ciò che esula dalla morale cristiana, che dice di amare il prossimo e venderebbe sua madre, nella realtà fattiva altro non è che il poveretto che si fa manipolare.

Certo può darti fastidio, chiunque sia intellettualmente onesto è infastidito dal suo doppio gioco, dalla sua incoerenza di fondo, dalla sua schizofrenia intellettuale, ma alla fine è una povera vittima.

Il mondo infatti non è di chi anziché dirti "sei uno sfigato" ti fa capire con giri di parole che non sei all'altezza della sua elite, il mondo è di quello che pubblicamente non ti caga di striscio ma poi, quando ti incontra in un vicolo, o ti riversa in faccia ciò che pensa oppure ancora ti caga direttamente in testa.

Perché quella è diplomazia.

Certo l'esempio che ho fatto è banalissimo, un vero diplomatico riderebbe di gusto poiché parliamo di una persona dotata di uno stile e di un'intelligenza invidiabili, una dote rara insomma, infatti i potenti sono pochi eletti, ed io ho iniziato a dubitare del fatto che si possa essere tali senza avere certe doti.

Ciò che confonde è che molto spesso i potenti si circondano di gente di scarsissimo spessore, quelli che potremmo definire in maniera anglofona ma non poi così politicamente corretta degli yes men.

Lo yes man è quell'idiota che è sufficientemente scaltro da invidiare i potenti ma non sufficientemente per esserlo, è abbastanza intelligente per capire che lui è un poveretto ma non abbastanza per capire la vera differenza che corre tra lui e loro, è sufficientemente motivato per decidere di imparare a seguire le loro orme ma non sufficientemente consapevole per capire che gli manca qualcosa che, se ce l'avesse, sarebbe già uno di loro.

E dunque cosa fanno i veri potenti? Lo usano come un manichino. Lo mettono in una posizione di potere, gli mettono in mano qualcosa di già organizzato, già impostato, già collaudato, qualcosa che magari è talmente codificato nella cultura che si può studiare in una scuola, qualcosa i cui principi sono già stati codificati e revisionati, qualcosa per cui esiste sia una dottrina che una giurisprudenza, qualcosa che insomma si possa fare scimmiottando quello che hanno già fatto gli altri.

Lo yes man infatti è proprio in questo stato mentale: scimmiottare il potente per diventare tale. Per cui gli sembra naturale che se ad esempio gli viene data la carica di segretario di un partito debba semplicemente scimmiottare chi l'ha coperta prima di lui.

E dunque succede spesso che lo yes man nel tempo diventi una persona di successo perché la plebaglia vede in lui quello che hanno fatto i suoi predecessori, lui ad un certo punto diventa un attore talmente bravo che diventa credibile, e questo avviene perché è lui il primo a crederci.

E quindi un qualunque yes man potrebbe essere l'esperto economo che va al governo per la sua fama accademica, in teoria è colui prende su in pompa magna un governo tecnico salvatore del disastro spalleggiato dai veri potenti che agiscono in sordina, e poi ti accorgi che era un qualunque yes man perché da questo promettente governo tecnico scopri che la soluzione panacea per uscire da una crisi economica il massimo che è stato fatto è stato scimmiottare gli ultimi 50 anni di mediocrità aumentando le tasse e dimenticandosi di un problema clamoroso come gli esodati.
Complimenti per la competenza! Ci vorrebbero più economisti come voi! Si, se volessimo distruggere tutto ce ne vorrebbero altri.

E si... stavo parlando di Monti. Quello è lo yes man per antonomasia.

Solo che se io dico che Monti è un idiota sono politicamente scorretto, se lui invece porta un paese alla rovina per la sua manifesta incompetenza, per quanto lui non sappia di avercela, allora quello è politicamente corretto, basta che si esprima bene quando parla in pubblico. Tanto tatto e nessuna strategia per lo yes man premier, tanta strategia e nessun tatto per chi manovra alle spalle. Lungi da me voler arrivare alla sua identità in questo blog.

Il nostro manovratore a sua volta è ben lungi dal voler essere corretto, il vero potente è quello che ha creato lo yes man premier, gli ha furbamente delegato quel po' di potere che doveva avere, ben sapendo che il suo mandato sarebbe stato limitato dalla sua stessa incompetenza. Ecco quello si che ne sa di potere, quello si che è un vero potente, lui sa benissimo che Monti è l'idiota di turno, non si fa problemi a ragionare in termini politicamente scorretti per un motivo molto semplice: se lo facesse non sarebbe un bravo diplomatico e dunque perderebbe il suo potere immediatamente.

Detto diplomatico non si sa chi sia, è quello che sta sopra Monti, ma anche sopra Berlusconi o Renzi o Grillo, quello che è sufficientemente potente e furbo da decidere chi mandare, avere la vera ultima parola e non doverci nemmen mettere la faccia.

Il mondo è suo. Lui decide e sa benissimo quanto sia una merda il bigotto medio. Ed è là dove il bigotto medio è ignorante e gretto lui divide et impera.

Per dirla terra terra: te lo mette nel culo col sabbione però ti ha preventivamente convinto che dire "ahia" sia maleducazione, quindi subisci in silenzio, anzi, tu bigotto ti preoccupi che nessun altro dica "ahia".

In pratica gli regali la vittoria e difendi il suo podio in cambio di una vessazione.

Posto che in questo blog non volevo parlare di potenti ne tantomeno appunto giungere all'identità di queste persone, la ragionevole conseguenza che mi sovviene è questa, che è poi il ragionamento da cui ero invero partito.

In una spassosa chiacchierata avvenuta qualche giorno fa con un amico gli ho fatto notare come sussistano certe cose che non si possono dire alla propria fidanzata. E lui, che è molto meno rincoglionito di quanto voglia far credere, mi ha scherzosamente risposto: "come ad esempio dirle che è grassa?". Io: "beh così mi scadi di stile, hai preso proprio la prima del decalogo, puoi fare di meglio".

Dal riconoscere un po' di questa falsa etichetta di fondo nel loro rapporto è partita la mia riflessione sulla maggiore autenticità che sta in un'amicizia, che si è poi ricondotta ad una riflessione sulla scarsissima autenticità che c'è in quella schiavitù reciproca che tipicamente chiamiamo amore:
se una persona che ami è grassa la cosa più ovvia da fare è dirglielo.

Non c'è amore nel mentirgli/le e lasciarlo/a da solo/a nel rovinare la propria salute.

Allora come fa ad essere sano un rapporto dove la sincerità, se non è omologata ad un canone, diventa scomoda o comunque motivo di dissapori?

Cioè se il tuo fidanzato omette un particolare spiacevole con il solo fine di farti contenta transitoriamente cosa ci guadagni? Non è forse come una dipendenza da una droga dove l'approvazione omologata alle regole di quello che è un gioco sociale standardizzato, apparentemente priva di forzature ma in realtà forzata, ti aliena dalla realtà e ti tiene lontana dal risolvere un problema che hai e che è anche grave?

Posto che il tuo fidanzato, se sta con te, probabilmente non gli interessa se sei grassa anche se lo sei veramente, sennò non ci starebbe, ma quanto è autentico un rapporto del genere? Possiamo chiamarlo amore?

Io penso proprio di no. Infatti poi non risponde a nessuna definizione dello stesso, posto che di sensate io non ne ho ancora lette da nessuna parte.

Se per te trovare l'amore è trovare qualcuno che ti mente consapevolmente per farti felice stai vivendo un amore bigotto, falso, fatto di menzogne omologate, di dichiarazioni non spontanee che nascono da un codice morale ben preciso, un rapporto di mutua dipendenza che funziona esattamente come una droga: fattivamente sono un aborto umano però ho una persona che non fa che ripetermi che sono un dio, non mi importa se è vero o falso, l'importante è che continui a dirmelo così mi dimentico della realtà.

Ma se ti fai una dose sufficientemente forte di una qualunque sostanza stupefacente non ti dimentichi di tutti i tuoi problemi lostesso?

Una cosa a me compare evidente: possiamo chiamare questo tipo di approccio in tanti modi, ma amore è sicuramente l'ultimo. Infatti per come la vedo io è un'interdipendenza, uno stupefacente sociale che fa effetto ad entrambi i partecipanti alla farsa.

Il suddetto amico era stato piuttosto brusco con la fidanzata, certo la stessa cosa si può dire gentilmente senza per questo essere falsi, e ad onor del vero non aveva invero fatto niente di speciale, anzi, aveva fatto quello che chiunque dovrebbe fare ovvero ragionare, agire e vivere indipendentemente da lei. Tuttavia io l'ho provocato e l'ho fatto sentire in colpa, ho recitato con lui la parte del bigotto medio, volevo vedere fino a che punto è consapevole di come si vive un rapporto dove l'amore è autentico e fino a che punto è condizionato dal codice morale vigente.

E dunque l'ho messo davanti ad un controsenso: da un lato gli ho detto che non ci si comporta così con la fidanzata, dall'altro gli ho detto in faccia esattamente quello che pensavo di lui con la stessa crudezza con cui lui aveva trattato lei, facendo peraltro la parte dello stronzo che ti spiattella in faccia gratuitamente una critica esacerbata della sua gravità.

Ovviamente la mia opinione non era contingente e dovuta al suo comportamento con la fidanzata ma era basata sull'intera esperienza conoscitiva che io ho nei suoi confronti, per cui gli ho spiegato in che modo io vivo l'amicizia, più o meno come sto cercando di fare qui nel blog, e gli ho mostrato che i suoi difetti ce li ho tutti li, sotto gli occhi, ma che questo non mi impedisce di amarlo e di considerarlo un amico.

E quindi mi sono detto, tra me e me, ma se fossi al suo posto (io sono single) mi sentirei più amato da una fidanzata che mi dice "che gnocco che sei" e non mi ricorda che sono grasso o da un amico che la prima cosa che mi dice dopo 6 mesi che non mi vede è "non ti sei ancora messo a dieta?".

Personalmente vedo molto più amore nella seconda.

Certo puoi dire la stessa cosa in maniera gentile senza essere falso, ma se vuoi spaccare i vincoli che portano all'inerzia, al lasciarsi andare, al trascurare la propria salute, non puoi essere delicato.

Se non fosse una questione di amore autentico perché mai un amico, peraltro estremamente giovane, salterebbe un appuntamento con la propria fidanzata per stare due giorni con te?

Forse perché inconsciamente si rende conto che il rapporto che tipicamente costruiamo con un partner in questa società ed in questo periodo storico è un rapporto di mera circostanza, magari non sa spiegarsi il perché, magari si sente in colpa quando la fidanzata fa le sue rimostranze, non si capacita dentro del perché pur provando per lei attrazione ed affetto non riesce a darle quello che lei vuole, gli sembra tuttavia normale che sia così perché a sua volta non ottiene da lei ciò che vuole.

In verità nessuno dei due sa quello che vuole, se glielo chiedi ti risponderà in maniera più o meno confusa qualcosa che si potrebbe tradurre in "cerco amore", ma non ha la più pallida idea di cosa sia. E questo perché vive in una società dove amore è tutto ciò che non hai.

Ma l'amore è tuttaltra cosa, ciò che non hai è l'aberrazione del politicamente corretto che ti conduce a riconoscere come amore tutto ciò che la società non è in grado di darti, ma quello non è amore, è una compensazione. Quello è scambiarsi l'autorizzazione, tipicamente esclusiva, ad accedere l'uno/a ai genitali dell'altro/a con il salvacondotto per le malelingue, la trasformazione in lecito di un'esigenza fisiologica vituperata mascherandola da amore che non è.

E questo non è un discorso che riferisco a queste persone in specifico dal momento che sono molto più distaccate e serene della media, parlo di chiunque.

Io vedo questo nella maggior parte delle coppie, e mi fa una tristezza enorme vederlo, perché lo chiamano amore, ci mettono dentro tutti i peggiori pastoni precotti come l'amore della morale cattolica, il matrimonio, ecc. lo chiamano amore ma è solo un rapporto di interdipendenza basato su un codice morale che prevede la sussistenza di una comunicazione priva di spontaneità e politicamente corretta, un'etichetta in sintesi, che deve essere preservata intonsa e che, al primo sfregio, decade e diventa motivo di guerra.

Una persona a cui devo molto dice sempre: "i matrimoni moderni sono come lo yogurt, hanno la data di scadenza impressa già da quando escono dalla fabbrica". Ed è tristissimo toccare con mano nella vita quotidiana che ha ragione.

L'amico di cui ho parlato non ha ancora chiarissima sta cosa, la sta vivendo, io lo sto punzecchiando affinché riesca a vederla, il mio amore per lui mi fa sentire in dovere di mostrargliela affinché possa avere l'opportunità di essere consapevole di cosa sia una forma d'amore schietta e autentica, come ad esempio la mia che mi porta a punzecchiarlo crudelmente e dargli consigli "sbagliati".

Io vorrei che arrivasse ad avere chiaro quello che ho chiaro io. Per farlo spesso ricorro a espedienti crudeli, perché ciò che è autentico è forte, ciò che è forte è crudo e ciò che è crudo può spesso essere crudele quando ci tocca in prima persona.

E' uno di quei casi in cui il fine giustifica i mezzi, talmente importante come fine che qualunque mezzo è lecito. In amore ed in guerra infatti tutto è lecito.

Quanta tristezza mi fanno quei coniugi che per mere questioni di principio, tra cui ad esempio l'adulterio, fanno la parte delle vittime e si lanciano nelle peggiori meschinità pur di farsela pagare a vicenda. Gente che fino a 10 minuti prima non faceva altro che parlare d'amore, di fede, di rispetto e poi si vede quanto hai capito del rispetto, meno di zero.

Ma come fai a dire che ami una persona se non sei capace di lasciarla libera di scopare con chi vuole?

Se tu pensi che un essere umano debba scopare solo con te significa che tu pensi di possedere quell'essere umano, che lo consideri una tua proprietà come l'auto o la casa, dunque per te il matrimonio è un atto di proprietà legale, il fidanzamento è un compromesso di vendita .... quanta tristezza mi fa.

Sarà che io sono infastidito anche dal cellulare sulla scrivania, è mio, lo uso, mi serve, è piccolo, eppure la sua presenza è invadente.

Se per me è così difficile gestire un oggetto così piccolo ed inerte figuriamoci cosa me ne faccio di un intero essere umano ... niente! Anzi, troppa roba! Mi accontento di molto meno. Mi basta fare l'amore ogni tanto, non è che poi perché non voglio vederti non ti voglio bene, anzi, è proprio perché ti voglio bene che ti aiuto ad essere libero/a.

Il mio ruolo nella tua vita è renderti forte e libero/a, è esserci se hai bisogno ma anche non esserci se non hai bisogno. In altre parole la mia presenza nella tua vita non è un limite ma un aiuto a ciò che desideri fare, se vuoi condividerlo con me io sono felice, ma se non vuoi farlo ... beh ... sono felice lostesso.

Certo se sparisci, se non mi consideri più, se ti dimentichi che devi esserci quando io ho bisogno e non esserci quando io non ho bisogno, quello è un tradimento, l'unico tradimento che esiste ovvero il fatto che per me non hai più rispetto e/o considerazione. Ma questo è davvero difficile da fare, devi impegnarti per farlo (e qualcuno con me c'è riuscito pure, quindi in effetti non c'è limite al peggio).

Quindi se ciò di cui hai bisogno è un pugno sui denti, perché in assenza di esso la tua vita sta derivando verso una grigia condizione di non morte, il mio amore per te è darti un pugno sui denti, cogliere il tempismo per farlo affinché quel pugno riaccenda la tua vita e ti riporti a vivere tutte le sue emozioni e le sue dinamiche, compreso il conto del dentista che TU dovrai pagare.

Se io sento amore per te significa che le nostre vite condividono una meta, un qualcosa di superiore che non ci è necessariamente noto, ma siccome sappiamo che è importante la tua vita per me è importante tanto quanto la mia.

E dunque io sono quel parere esterno e distaccato che si accorgerà che stai facendo una cazzata ancora prima che tu la faccia, ma sarò anche il braccio che ti toglierà dalle macerie quando vi sarai seppellito, il coraggio di strappare via il dente marcio procurandoti un dolore immenso ma anche la forza di spingerti ad agire per il meglio quando esiterai, la saggezza che ti distoglierà dall'eccessivo attaccamento e dipendenza affettiva ma anche l'affetto sincero per consolarti veramente quando sarai disperato. E se siamo amanti sarò la persona con cui condividere i piaceri dell'intimità ma anche colui che ti lascerà in pace quando avrai la sacrosanta necessità di stare con qualcunaltro.

E quindi non mi lascerò condizionare da un'etichetta, se di amore si tratta tutte queste cose usciranno da me nella maniera più spontanea, cruda, rozza e politicamente scorretta, per il semplice fatto che il cuore ama e odia senza vie di mezzo, tertium non datur. Il resto sono segoni mentali e dunque non è amore ma è morale. Non c'è pezza.

Allora non mi interessa del tatto, anzi fanculo al tatto, al politicamente corretto, il mondo è di chi è sufficientemente coraggioso da usare una schietta diplomazia con gli amici, una scaltra diplomazia con i nemici. In altre parole il mondo va vissuto col cuore perché chi si perde in segoni mentali è tagliato fuori. E' un semplice fatto fisico: se viaggi sulla retta arrivi prima a destinazione di chi fa dei gran ghirigori.

La diplomazia schietta è accettare che le persone che ti amano veramente difficilmente saranno con te delicate, con esse vivrai gli estremi e dunque davanti a loro dovrai accettare di mettere tutti i tuoi pregi e difetti su un piatto in bella vista e venire costantemente lodato per i pregi e criticato per i difetti. E non importa se il prezzo della schiettezza è che i difetti diventino dolenti, perché è l'unico modo per vivere qualcosa di vero.

Allo stesso modo la diplomazia scaltra è quella che ti porta a fare il buono ed il cattivo tempo col nemico, egli per te non sarà dunque più un essere umano ma carne da macello, e nemmeno qui nessuno sarà delicato o politically correct. Pensare che qualcuno possa essere carne da macello è difatti politicamente scorretto, contro ogni morale in voga in questo periodo storico, ma è l'unica cosa che ti rende padrone della vita e vincitore, poiché chi perde difficilmente sarà libero di beneficiare della schiettezza di amici ed amanti sinceri.

Ciò detto l'unica cosa che dovrebbe rimanerti nel cuore è una semplice brezza nella quale risuona una frase banale come os-cia la diplomazia(1), un fuoco ardente che distilla veleno per liberarti di un tetro nemico e cercare la prosperità, tertium non datur.

Perché nel cuore, per come è fatto, non può passare niente di più complicato di questo.


Note a piè:
(1) caspita la diplomazia


lunedì 3 marzo 2014

Ma tu credi in Cristo?

Risposta:

Si, è di tutti gli altri che non mi fido.



Mi è stato chiesto di parlare di religione e così ho ritenuto di farlo veramente, ben sapendo che il richiedente lo faceva a suo rischio e pericolo e che, bhuahuahuahuahua, non ne uscirà illeso.

Come molti sostengono io mi drogo. Questo dipende dal fatto che, essendo io già fuori di mio, drogarmi è una necessità che mi consente di tornare normale limitatamente alla breve durata dell'effetto psicotropo. Dopodiché torno alla mia normalità che corrisponde al trip di chiunque altro.

Purtroppo il pusher a quanto pare è fuggito in Micronesia, probabilmente perché nel mentre è diventato ricco, per cui avendo finito la bamba oggi sono tornato alla mia normalità nella quale la seguente mala vision(1) ha preso possesso della mia mente:


Voce: fabioooooooooOOOOOoooo

Io: mo e mi signor t'am e fat ciapè un azident! Chi sit?(2)

Voce: sono Dio

Io: io chi?

Voce: no io, DIO!

Io: ahhh, am pareva a me!(3) Ma l'ho già sentita sta storia ....

Voce: tu devi stare attento perché sennò a te ti bruciano!

Io: anche questa l'ho già sentita ....

Voce: devi stare attento perché tu hai capito

Io: mah, capito, parole grosse! Veramente qualche dubbio mi sta sovvenendo a dirti il vero ...

Voce: ma no! Intendevo dire che hai capito della religione grazie alla tua fede in me.

Io: ma scusa eh, io non sono mica cristiano, pensa un po' che io non sono così convinto che tu sia Dio, non è che basta che una voce fuori campo mi dica "sono Dio" per convincermi, dopo tutte le robe che ho visto potrei anche pensare che tu sia qualcosaltro ...

Voce: Ma infatti io non sono mica il Dio dei cristiani, cioè non esiste mica un dio fatto così! Figurati.

Io: ma dai ...

Voce: eh ma non penserai mica che i cristiani di adesso siano uguali ai seguaci di Cristo

Io: in effetti non l'ho mai pensato, ma perché insisti su sta cosa? Se sei veramente Dio dovresti sapere che non me ne frega una ceppa di niente

Voce: oh ma tu sei proprio un cignale deh(4)

Io: si vabbè ci manca solo un dio fiorentino via! Dimmi piuttosto, qual'è la versione attendibile della Bibbia? Quella degli ebrei? Quella degli evangelici ... dei testim...

(mi interrompe)

Voce: ma cosa me lo chiedi a fare che lo sai già che hanno tolto tutto!

Io: come tolto tutto? E chi l'ha scritta George Lucas quella di adesso?

Voce: Se l'avesse scritta George Lucas sarebbe meno pesante da leggere ... comunque si, han tolto tutto quello che era scomodo, che poi è quello che è importante, l'hanno tolto e ci hanno scritto una marea di cazzate!

Io: temevo. Ma chi è stato quindi?

Voce: beh sai all'epoca c'era l'impero romano, era la civiltà più grande ricca e potente dell'epoca, come adesso se ci fosse un problema sociale di portata internazionale se non chiamano gli USA tempo due giorni e arrivano da soli e ...

Io: si si, ho capito che intendi

Voce: cioè se tu insegni alla gente a fare tesoro della propria natura quelli non hanno più bisogno di niente, si danno alla macchia e poi?

Io: eh e poi?

Voce: è il peggiore incubo di ogni potente. Dopo chi li fa i lavori sporchi se tutti sanno che si può vivere liberi con poco e niente e che questo è anche abbastanza piacevole? 

Io: Quindi insomma i romani sono stati abbastanza furbi per smascherarli

Voce: purtroppo non serve molta consapevolezza del problema per contrastarlo, ti sembra che quelli che adesso si proclamino fedeli lo siano davvero?

Io: ma figurati! E' pieno di gente che proclama l'amore incondizionato e poi venderebbe la propria madre per pochi spiccioli.

Voce: eh appunto, la gerarchia sociale per le alte sfere è una droga che da dipendenza. Di fatto i potenti dipendono dai poveracci che tirano la carretta, ma per fare in modo di schiavizzarli devono necessariamente imporre regole che li tengano poveri e privi di potere. Se le masse si rendono conto che esiste una vita altrettanto dura ma libera ai potenti gli hai rotto il giochino. 

Io: e ovviamente già all'epoca dell'impero romano i potenti sapevano come tenere il loro potere

Voce: ovvio altrimenti non sarebbero stati potenti. I metodi sono sempre stati molteplici, alcuni violenti, altri subdoli ...

Io: col tempo hanno smesso con quelli violenti perché con quelli subdoli possono tirare il sasso e nascondere la mano

Voce: apparentemente si ma non è così vero, una volta ti crocifiggevano, poi hanno iniziato a bruciare le persone, adesso hanno metodi più fantascientifici ma il modo di farti fuori lo trovano se rompi troppo le scatole ....

Io: fanno prima a vendertela bene

Voce: verissimo! Infatti il cristianesimo fu la prima operazione di marketing internazionale della storia moderna.

Io: cioè?

Voce: hanno preso tutti i testi sacri, li hanno aggiustati affinché gli facesse comodo, poi hanno sfruttato la loro posizione di potere per far credere quello che volevano loro dicendo che quello era l'insegnamento di Cristo.

Io: quindi hanno messo la notte in una scatola, ci hanno scritto "Giorno di alta qualità" e hanno preteso che fosse quello il giorno.

Voce: esattamente.

Io: Ma i cristiani di allora?

Voce: è successo talmente tanto tempo fa che anche i responsabili ne hanno perso memoria, i reietti erano un grido soffocato già allora, figurati dopo così tanti anni, potremmo dire Game Over.

Io: capisco, forse ti riferisci ad un'epoca in cui avevano ancora la croce facile?

Voce: e tanti chiodi ...

Io: Ma quindi i famosi testi antichi? La fonte Q ?

Voce: Ahahaha, la fonte Q! Ti piace scherzare eh! Quando è successo non erano ancora così antichi, poi tieni conto che anche adesso si scannano per 10 euro secondo te non hanno fatto la fatica di togliere le stesse cose anche da quelli visto quanto era grande ciò che era in pericolo?

Io: già ... ma Muhammad(5) se ne accorse!

Voce: si, ma se non lo chiami Maometto gli italiani non sanno chi sia! E anche lui cercò di spiegarlo, ma hanno tolto tutto pure da li, cioè erano potenti, potevano fare il buono e il cattivo tempo anche solo per capriccio, figurati se avevano paura degli arabi, anche a costo di farsi male avrebbero comunque calcato la mano ... come adesso insomma. Così nacque il califfato ...

Io: Sticazzi! Sai che non ci avevo pensato che potesse essere andata così ... i conti quadrerebbero anche sotto il profilo storico.

Voce: ma scusa non ti sembra una gran paraculata che il Corano è stato tramandato per 3 secoli per via orale? Non ha l'aria di una scusa un po' strascicata?

Io: in effetti ... se fosse una scusa non è che sarei stupito ecco.

Voce: ma tu ce l'hai presente quanto sono scassamaroni gli arabi?

Io: vabbè dai so ragazzi ... cioè quelli che ho conosciuto io sono persone estremamente oneste e semplici

Voce: si vabbè, mettiamola pure così, talmente onesti e puliti che finiscono per essere abbastanza testardi e orgogliosi, ma secondo te erano così stupidi da non scriverlo?

Io: non l'ho mai creduto infatti, sono convintissimo che l'abbiano scritto, meno convinto che il testo sia immutabile come sostengono. E lo dico dispiaciuto.

Voce: ma veramente Muhammad stesso lo aveva scritto! Non ti è venuto il dubbio che all'origine l'Islam sia stato fondato dai cristiani reietti esautorati del loro stesso credo?

Io: bah, basta parlare di ste cose, lo sai che mi viene su la perfidia... si che ci ho pensato. Quelli dall'oggi al domani si sono ritrovati esautorati di professare ciò che fino al giorno prima professavano con fede autentica e qualcuno che professava in loro nome la versione tarocca ... se ne saranno sì andati altrove a ricominciare daccapo. Sennò come si spiega che l'Islam è praticamente la versione 2.0 del cristianesimo?

Voce: eh ma temo che li abbiano trovati e abbiano fatto taglia e cuci anche della versione 2.0 trasformandola nella versione imperiale

Io: però non sono riusciti ad eliminare quel verso nella prima sura dove accusano la romana chiesa di blasfemia

Voce: era difficile scalzare via il presupposto stesso ma ... non lo trovi divertente?

Io: con una buona dose di sadismo si, ma alla fine non è servito a un cazzo nemmeno quella consapevolezza li per mantenere attenzione sul nocciolo del problema! Così si sono convinti che i testi e le tradizioni siano autentici anche se sono stati pesantemente alterati.

Voce: beh se fosse tutto così autentico ed immutabile perché la scissione in sciiti e sunniti? Evidentemente qualche elemento discordante c'è.

Io: dai per favore! Lo sai che mi sale la perfidia a parlare di questo! Cioè mi viene male a pensare a quanta gente sente bisogno di prendersi cura della propria anima ma tutto ciò che è mainstream a riguardo di questo argomento è il frutto di un colossale e perfettamente riuscito raggiro politico ...

Voce: come vuoi, vedi che hai capito? Del resto non c'è niente che non ti abbia già spiegato

Io: mettila pure come vuoi, se ti fa piacere pensare di essere tu la mia guida fai pure ma io non mi fido di te! Sarai il solito spiritello della domenica che arriva e pontifica sui massimi sistemi, probabilmente sei nato e vissuto dentro una foglia della pianta del mio studio, hai meno anni di me e non sei mai uscito da questa casa ... andar bene ciò che sai l'hai imparato proprio dal sottoscritto vivendo qui ...

Voce: credi ciò che ti pare, mettimi pure alla prova se vuoi.

Io: allora visto che tanto ti piace parlarmi di religioni dimmi, che tipo era Gesù?

Voce: era un rompipalle come te!

Io: eh si sta a vedere che mo sono come Gesù Cristo

Voce: ma se sei nato anche tu verso natale, hai anche il suo codice fiscale li memorizzato in un file sul computer, devi essere per forza tu! (divertito)

Io: va a caghé va la(6) dimmi piuttosto perché la gente lo ha mitizzato così, cosa faceva veramente?

Voce: beh lo sai anche tu che se entri in profondità nella tua natura puoi guarire dalle malattie, puoi imparare a vivere forte e sereno, puoi superare tutte le difficoltà anche gravi ed essere comunque mediamente felice. All'epoca non era tutto di cemento come adesso, se purificavi e potenziavi la tua anima potevi vivere veramente una vita prospera senza migrare all'altro capo del mondo ...

Io: ma quindi Gesù come faceva a convincere le persone?

Voce: Lo sai meglio di me come si fa a stimolare la curiosità

Io: tutto qui?

Voce: si tutto qui, l'unica differenza è che adesso c'è Internet, di gente che lo fa è pieno, se già al primo tentativo tutti hanno scritto una marea di cazzate figurati adesso che tutti lo fanno che marea di cazzate c'è ... e comunque anche tu hai convinto un sacco di persone facendole stare meglio, anche se poi non sono volute andare oltre hanno apprezzato lostesso.

Io: sospettavo che fosse così ... e comunque finora chi ha accettato i miei consigli e ne ha tratto beneficio continua a chiedermi consigli.

Voce: si ma ti conviene lasciare perdere, vivi la tua vita sereno, pensa alla tua anima ed a quella delle persone che sanno amare o che sanno essere grate, tieni lontane le altre e fai il possibile per fermarle se nuociono, è il massimo che puoi fare, alla fine sei solo un uomo.

Io: lo sto già facendo, non credo mica di essere dio, anzi, a so sfighé dur(7)

Voce: lo so ....

Io: farò finta che "lo so" non si riferisse all'ultima cosa che ho detto. Ma mi dici chi sei insomma?

Voce: tanto non ti fidi di me, nessun uomo di conoscenza anche sfigato come dici tu lo farebbe, sai bene a chi devi chiedere sul mio conto.

Io: vabbè non te la prendere, di spiriti che pontificano ed irrompono nelle visioni quotidiane è pieno il mondo, per di più mi hai detto cose che già pensavo, non è che il tuo apporto sia così significativo ai fini della mia esistenza.

Voce: che scassacazzo che sei! E comunque le pensavi ma non eri convinto del tutto, il mio parere per quanto sia ti influenza un po'.

Io: forse hai ragione, devo dire che condivido ciò che vai dicendo, ma che importa?

Voce: ah beh, niente, si sa. Tutte le vie sono uguali e nessuna è importante, Don Juan docet (8).

Io: dunque non ti offendi se torno alle mie faccende domestiche, ho i piatti da lavare, il bagno che fra un po' mette le gambe e scappa ....

Voce: no no, vai pure, ci sentiamo alla prossima

Io: allora ti saluto alla maniera del mio maestro animo y fuerza y hasta pronto!(9)

Voce: anche a te, ciao!




A.A.A. cercasi disperatamente pusher con vasto assortimento di sostanze psicotrope, devo assolutamente assumerne per tornare normale affinché la prossima bloggata parli di calcio e di figa come farebbe chiunque al mio posto.



Note a piè:

(1) In lingua castigliana terribile visione
(2) In lingua romagnola oh mio signore mi hai fatto prendere un accidente! Chi sei?
(3) In lingua romagnola ah mi pareva a me
(4) Espressione fiorentina oh ma sei proprio un cinghiale che intende fare riferimento alla scarsa socievolezza e scarsa raffinatezza nei modi
(5) Abū l-Qāsim Muḥammad ibn ʿAbd Allāh ibn ʿAbd al-Muţţalīb al-Hāshimī, Maometto per gli amici
(6) In lingua romagnola vai a cagare vai
(7) In lingua romagnola sono sfigato duro
(8) DON JUAN: «Tutto è solo una strada tra tantissime possibili. Devi sempre tenere a mente che una strada è solo una strada; se senti che non dovresti seguirla, non devi restare con essa a nessuna condizione. Per raggiungere una chiarezza del genere devi condurre una vita disciplinata. Solo allora saprai che qualsiasi strada è solo una strada e che non c'è nessun affronto, a se stessi o agli altri, nel lasciarla andare se questo è ciò che il tuo cuore ti dice di fare. Ma il tuo desiderio di insistere sulla strada o di abbandonarla deve essere libero dalla paura o dall'ambizione.» (C.Castaneda - Gli insegnamenti di Don Juan)
(9) In lingua castigliana forza e coraggio e a presto! in realtà è la traduzione del saluto tradizionale del popolo Shuar che nella loro lingua è Kàkaram Ajastà che significa più verosimilmente ma meno letteralmente diventa forte e potente al quale ho aggiunto a presto

venerdì 28 febbraio 2014

Anticipare

Il mio maestro mi insegna che le cose prima si fanno e poi si spiegano. Il metodo peraltro è sorprendentemente efficace, il fatto che nel mondo accademico si faccia il contrario dovrebbe farvi riflettere sul valore del mondo accademico.
Sarà per quello che anche i laureati sono a livello di un bambino cerebroleso delle elementari (che adesso si chiamano primarie ma tanto, alla fine, che differenza c'è lo sa solo la Gelmini(1)) ???
Se hai tante cose da fare prima si fa quella difficile, poi quelle più ovvie e banali. Anche qui dovrebbe farvi riflettere il fatto che il mondo accademico, fallendo miseramente, fa l'esatto contrario.

Allo stesso modo io credo che parlerò del modo più difficile di informarsi da soli.

Si perché nel blog precedente ho detto che è cosa banale, ma non sono entrato nel merito. Del resto nel mio stato d'animo c'era già l'avvilimento di dovere spiegare una cosa che per me è praticamente ovvia, quindi immaginate come mi sento a dover eviscerare qualcosa che per me è scontato e che faccio automaticamente nella mia quotidianità.

Ma qualcuno ha giustamente eccepito con un "no" lapidario il mio tirar via ed evitare il discorso. In effetti mi si potrebbe eccepire una certa disonestà intellettuale nel non entrare nel merito, come dire "si vabbè fai lo sborone e ci dici che sei un mago e poi però non ci spieghi nemmeno il trucco più facile".

Dulcis in fundo la medesima ed ovvia richiesta da parte di altri.

Allora vi parlerò di anticipare.

Quando andavo a scuola avevo un'insegnante incompetente e disonesta che insegnava lettere. Una persona infida che, nell'incapacità di impostare un lavoro vero e proprio, valutava le persone sulla base di un pregiudizio di fiducia basata su criteri che solo lei conosceva.

Detta persona tuttavia una cosa utile la fece (l'unica a dire il vero) conducendomi nella biblioteca della scuola e consegnandomi nelle mani un libro di Ray Bradbury intitolato "Farenheit 451".

Quando lessi quel libro nell'ormai lontano 1992, per cui parliamo di 22 anni fa, quello che c'era scritto ancora aveva il sapore della fantascienza, tuttavia una strana inquietudine mi pervase. Già all'epoca mi interessavo di elettronica, telecomunicazioni, informatica, anche se ad un livello hobbistico e assolutamente poco approfondito, ma un'idea di cosa era tecnicamente possibile o di cosa avremmo visto negli anni a venire già ce l'avevo.

In effetti rimasi sorpreso dalla capacità visionaria dell'autore, soprattutto pensando che il libro fu scritto nell'ancora più lontano, direi addirittura remoto 1953.

Ma io mi trovavo in quella che, rispetto alla trama del libro, potremmo definire era di mezzo. Io ero in pieno medioevo perché la distopia tecnologica del libro ancora non esisteva ma io sapevo essere tecnologicamente possibile.

All'epoca, 22 anni fa dico, sapevo che prima o poi avrebbero fatto schermi grandi come pareti, che tutti ne avremmo avuto almeno uno, che il treno automatico sarebbe arrivato (la metropolitana 5 di Milano), qualunque luogo avrebbe avuto schermi e audio pubblicitari dovunque (pensate alla pubblicità al cinema che una volta non c'era o ai monitor onnipresenti con sopra video pubblicitari), che i libri cartacei sarebbero stati superati (kindle & co).

Il nocciolo della distopia, ovvero che un governo vietasse i libri, era già evidente che fosse inutile: nel 1992 ci pensavano le persone da sole ad essere vittime della loro ignoranza crassa, ed io ero uno degli ignoranti, anche se rimasi sorpreso dal leggere idee tanto ardite e consapevoli.

Oggi, a distanza di 22 anni, il medioevo è finito e ci troviamo in una situazione che ha già superato il futuro distopico di Bradbury. Ci sono voluti 61 anni affinché il suo pessimismo diventasse realtà. Immagino che coloro che abbiano letto il libro prima degli anni 90, ma forse anche nella seconda metà degli stessi anni 90, non si sia posto il problema di quanto fosse realistico, anche se in quel periodo iniziava già ad essere chiaro che il fosco futuro stesse diventando pericolosamente possibile.

Cosa mancava per concretizzarsi?

Pensarci. A qualcuno prima o poi sarebbe venuto in mente di mettere schermi pubblicitari dovunque, la tecnologia esisteva, ma finché non sono arrivati gli LCD la resa estetica demoliva ogni iniziativa. Anche se ormai un televisore piatto è cosa normale, nel nostro inconscio associamo lo schermo LCD a qualcosa di fantascientifico.
Viviamo ancora di rendita della cosmogonia di Star Trek e similari, dove schermi piatti artefatti per la cinematografia sembravano già reali anche prima che fossero tecnicamente realizzabili. E il motivo per cui li costruiamo esteticamente così è che nel nostro canone estetico avevano già fatto breccia gli sceneggiatori, designer ante litteram, pionieri della fantatecnologia.

Come anche il cellulare della Motorola, il celeberrimo Star Tac (che guardacaso assuona con Star Trek) e che è identico ai comunicatori che usavano Kirk ed il suo equipaggio.
I moderni tablet sono esattamente come il dpad che veniva portato a Kirk contenente la burocrazia del futuro, e potrei citarne altri di esempi.

Questo è il motivo per cui, inconsciamente, se vediamo uno schermo LCD pensiamo a qualcosa di futuribile. E questo è parimenti il motivo per cui se avessero messo i vecchi tubi catodici quando gli LCD non esistevano non si sarebbe ottenuto lo stesso livello di attenzione.

Ma come ha fatto Bradbury ad anticipare così bene i tempi?

Francamente ammetto di ignorarlo. L'ipotesi che ritengo più probabile è che lui non avesse nessuna particolare consapevolezza quando scrisse la sua storia, semplicemente per un caso fortuito gli eventi reali hanno preso una piega che per un caso beffardo del destino converge con la storia del libro.

Il libro del resto non ebbe poi così tanto successo, sembrava quasi che la sua fantascienza fosse di serie B, un autore molto più valido sotto il profilo letterario che narrativo, sicuramente conosciuto ma non certo in voga. Questo lo dico senza nulla voler togliere all'autore il quale comunque ebbe una notevole vena creativa, seppe condensare gli elementi del declino sociale in un'ambientazione solo parzialmente fantascientifica, averci preso con precisione fu solo fortuna, scrivere una storia così bella fu invece talento.

Il punto di vista anticipatorio infatti fu mio, che avendo letto il libro nell'età intermedia, ovvero quel periodo nebuloso in cui ancora la realtà non convergeva con la storia del libro ma si poteva capire che poteva benissimo succedere, fece suonare qualche campanello di allarme.

In sintesi il procedimento consiste nel raccogliere idee, ovviamente non parliamo di idee mainstream, parliamo di idee azzardate. Pronosticando possibili epiloghi, ovviamente su basi concrete, oppure a volte anche semplicemente dando retta al proprio istinto e annotare quando l'allarme suona, si può porre attenzione su dettagli che, in quel determinato momento, sono già attendibili, sono già prolifici, stanno già cambiando il mondo.

Non è una sfera di cristallo ma il risultato è lo stesso.

Sappiamo già che la maggior parte di quei pronostici è sbagliata in partenza. Ma qualcuno è corretto, lo è per forza, o se non è corretto ci va talmente vicino che è solo impreciso.

Vivere nel presente quindi consente di capire quale dei tanti pronostici era corretto. Certo può capitare che nessuno lo fosse, ma si fa sempre in tempo a farne uno appropriato. Non ci sono ovviamente garanzie, non c'è modo di sapere cosa succederà domani, ci sono eventi di cui comunque ignoreremo l'esistenza anche una volta avvenuti, alcuni che non possiamo immaginare, ma di quelli non interessa mai a nessuno se non per fare volume di stampa.

Anticipare in altre parole significa vivere ancorati alla realtà. Solo chi ha competenze sufficienti su qualcosa è capace di prevedere come questa evolve. Allora si tratta di diventare competenti di realtà pratica. Vivere con i piedi per terra è l'unico modo per anticipare gli eventi.
Se la tua capacità di analizzare la situazione presente conduce ad una sintesi efficace allora tutti i futuri possibili sono li, sotto i tuoi occhi.

Quando una delle cose che hai ritenuto possibile, perché sai il perché può accadere, sta per accadere, allora lo vedi prima che succeda. Questo avviene perché sai il perché quella cosa avviene, dunque sai quale situazione è probabile che la generi. Lo capisci dagli indicatori, dalle avvisaglie, dal fatto che gli eventi prendono la piega che prevedibilmente avrebbero dovuto/potuto e che dunque le cose, tutto sommato, un senso, una causa-effetto la seguono.

Perché dunque non ho bisogno dei giornali stampati per fare questo?

Perché i giornali stampati non contengono una fotografia realistica di quello che sta succedendo, i giornali contengono kg di menzogne stampate con fine propagandistico o anche meramente commerciale, ai fini del nostro pronostico sono quindi del tutto ininfluenti.

A noi interessa quella che io chiamo realtà fattiva. L'insieme delle cose che stanno succedendo per davvero. A me non interessa se l'azienda del comune che assegna le case popolari statisticamente assegna 10 case al mese, a me interessa che una famiglia in difficoltà che conosco personalmente ne aspetta una da 2 anni e ci sono degli immobili vuoti privi di assegnazione.

Questa è la differenza tra la stampa e la realtà fattiva: la prima ti fa credere ciò che vuole, inventandosi dati, statistiche, fatti, meriti, ecc. per tutelare l'establishment, la seconda parla la lingua del fatto riscontrabile, della situazione concreta che puoi toccare con mano, quella che ti arriva direttamente imbattendoti nel problema e/o facendotelo riferire in prima persona da chi lo sta vivendo.

Se vado a lamentarmi in comune che ci sono degli immobili vuoti e della gente in mezzo alla strada loro hanno una specie di vecchio registratore a bobine integrato nel cervello sul quale premono play e parte un nastro che dice "l'anno scorso abbiamo assegnato più di 900 immobili, quest anno siamo pronti per assegnarne altri 1200 ..." ovvero tutte informazioni che ai fini della realtà fattiva sono completamente inutili.

I giornalisti invece hanno una specie di abitudine inamovibile di chiedere copie delle bobine anziché osservare la realtà fattiva. Forse perché quelli che gli pagano lo stipendio hanno a loro volta una bobina con cui dipingere la realtà che, non ci crederete, differisce notevolmente da quella fattiva.

Ma come faccio a sapere che è così? Perché io anticipo anche loro.

Non sono un mago, semplicemente quando leggo il giornale il mio scopo non è trarre un informazione ma scoprire in quale modo è stata alterata. Io ho già l'informazione in mano oppure, se non ce l'ho, so già che quella che trovo sul giornale non è corretta, probabilmente è pura fantasia (succede molto più spesso di quanto si immagini).

Molto spesso l'inganno si svela conoscendo l'argomento di cui tratta la notizia. Non è raro infatti che il giornale denunci fatti tecnicamente impossibili, che abusi dell'ignoranza media delle persone per fomentare le paure inconscie.

"Moglie assume hacker per spiare il telefonino del marito, riesce a sorprenderlo mentre si trova a letto con l'amante ..."

A parte che io un telefonino hackerato lo devo ancora vedere, ma ammettiamo pure che esista un cavallo di troia che ti consenta di spiare il telefono in tempo reale e di accedere alla totalità delle sue risorse:

1) il telefonino non ha banda sufficiente a mandarle tutte all'hacker senza che il traffico generato non risulti visibile nella bolletta telefonica o nel credito, senza che il cellulare sia rallentato o che il servizio non sia significativamente afflitto
2) anche ammesso che sia possibile (e non lo è) cosa facevano i due trasgressori? Si tenevano l'obiettivo della fotocamera puntato mentre scopavano e avevano il gps acceso?

Cioè la flagranza è ovviamente mendace. Potrai al limite scovare qualche messaggio mandato via SMS o tramite WhatsApp, ma nulla di più.

Come faccio a saperlo? E' vero: so come funziona un cellulare. Ma era sufficiente sapere come funziona la rete telefonica del cellulare per sapere che una simile notizia è completamente inventata. Visto che è praticamente la stessa da quando esiste è una cosa che nel mio bagaglio culturale era anticipabile da più di un decennio, anche prima che inventassero gli "smartphone" sapevo che semmai li avessero creati la rete cellulare sarebbe stata un limite per questo tipo di interferenze.

Avevo anche capito che prima o poi i cellulari sarebbero diventati smartphone, ovvero piccoli computer tascabili dalle capacità limitate ma comunque versatili. Ma questo avrebbe potuto dirvelo qualunque tecnico anche 10 o 15 anni fa.

Allora mi dico: visto che è tutto eccetto che infrequente trovare notizie completamente inventate come faccio a fidarmi del giornale?

E' semplicissimo: non mi fido.

Per me leggere il giornale equivale a leggere un'insieme di menzogne, il mio scopo non è dare per buone le notizie ma capire perché mi mentono a quel modo. Capire chi mi mente e perché è l'unica informazione veramente utile perché mi consente di capire chi decide e quali sono i suoi interessi.

Sapendolo posso anticiparli. Anticipandoli posso desumere quali decisioni prenderanno i "potenti" del momento e capire cosa succederà domani, o dopodomani, e dunque avrò anticipato anche parte degli eventi.

Per questi motivi io sostengo che anticipare sia necessario. Io ho messo in evidenza alcuni esempi che mi riguardano da vicino con i quali anticipare è stato possibile ed ha prodotto pronostici accurati.
Ciò che ci impedisce di farlo è semplicemente l'ignoranza. Più cose ignoriamo e meno pronostici possiamo fare. Se siamo pigri e rimaniamo nella nostra ignoranza virtualmente possiamo bere qualunque cazzata ci raccontino, soprattutto quelle cucite ad hoc per sembrare credibili.

L'abitudine e la volontà specifica consentono di diventare bravi a pronosticare le cose partendo dalle conoscenze. Cercare di capire dove sono le menzogne, le imprecisioni, l'ignoranza altrui, consente di sviluppare una capacità analitica che sia strettamente attinente alla realtà fattiva.

Il senso critico e la capacità di pronosticare sono dunque là dove converge una conoscenza con un'analisi della situazione attuale reale, epurata di tutte le informazioni inutili o fuorvianti, partendo dal presupposto che la stampa mente, che le persone interessate mentono, che i politici mentono, che i funzionari statali mentono, che lo fanno tutti in maniera sistematica, ragionata e spesso studiata per salvare la loro faccia o il loro personale business/interesse economico.

Del resto se c'è chi si scanna per pochi euro figuriamoci cosa possono fare persone meschine per tutelare la propria immagine, per quanto fasulla sia ... o per tutelare il proprio posto di lavoro, il proprio stipendio o il proprio business.

Che ci crediate o no riesco a pronosticare con largo anticipo situazioni molto più concrete e veritiere di quelle della stampa del giorno dopo.

Note a piè:
(1) A volte ritornano

mercoledì 26 febbraio 2014

L'Italia da buttare

E che se la tiri nel cesso si intasa e non va giù neanche se pronunci una formula magica in dialetto sumero, verrebbe da dire!

Un folle urlatore, molto bravo a dare il contentino ideologico alle folle, è troppo impegnato a puntare il dito contro i presunti colpevoli. Facendo questo, oltre a dimenticarsi che la colpa è del sistema, che li ha prodotti, e non dei singoli, si dimentica anche che gli accusati fanno esattamente la stessa cosa.

E' sorprendente vedere come 60 milioni di pecore caschino in questo giochino. Si dico 60 milioni perché non fa differenza cascare nel giochino di Grillo o di Renzi o di Berlusconi o di Monti .... è uguale.

C'è la stessa differenza che corre tra la Fiat Bravo e la Alfa Mito, se le guardi bene si capisce che più o meno è la stessa auto. Certo la Mito è più bella esteticamente, ma credo che il telaio, le geometrie e buona parte della meccanica siano identiche.
Del resto una casa marcia ben arredata fa molta più figura di una casa nuova ma rifinita economicamente.

Allora preferite stare dalla parte di chi dice "io sono onesto e voi no" oppure dalla parte di chi dice "io so fare e voi no" oppure dalla parte di chi dice "io sono il più bravo di tutti e voi fate schifo".
Le parole sono diverse ma il concetto è sempre lo stesso. E ci cascate come le pere cotte.

Vi lasciate imbastardire da 4 cazzate in croce, che peraltro sono sempre le stesse dalla notte dei tempi, la differenza è che uno per dirle ha comperato dei canali televisivi, l'altro dei giornali stampati, l'altro invece è arrivato per ultimo e lo fa tramite un blog. Se non altro l'ultimo è più furbo, ha speso 1 milionesimo degli altri per ottenere lo stesso risultato ... non ha tradito la fama dei genovesi!

E se dico così la gente mi chiede: ma se non guardo la TV, non leggo il giornale o non leggo il blog di Grillo mi isolo dal mondo, come faccio a tenermi informato?

Io davanti a questa eccezione idiota ho anche smesso di rispondere. Perché la risposta è talmente semplice da essere idiota.

E mi vorticano i testicoli come turboreattori a doverla scrivere qui!

Cioè secondo voi i giornalisti le cazzate che vi propinano quello che scrivono sui giornali, le deiezioni di cui riempiono la TV i talk show, i blog ... è lo spirito santo a dettarglieli la notte? Ce l'hanno scritto nel genoma?

Ah no forse sono dei moderni Mohammed che però hanno perso il numero di Allah e quindi, non potendo nemmeno emulare da lontano il celeberrimo profeta, si ostinano a comporre il numero che gli fa ricevere in visione lo spirito di un fondatore di chat line erotiche deceduto il quale, spacciandosi per una divinità che non è, gli detta la merda che vediamo tutti i giorni da 50 anni a questa parte.

Ma dai, suvvia! (per non usare altre espressioni verbalmente violente ...)

Evidentemente un modo per raccogliere informazioni c'è, che vi piaccia o no. L'unica cosa che vi separa dall'ottenimento di informazioni di prima mano è la vostra ottusità, la vostra pigrizia, la vostra ignoranza.

L'italiano medio è di un ignoranza che è spaventosa. Ha ottenuto un diploma di scuola superiore ma se lo metti alla prova il suo livello fattivo è da quinta elementare (che adesso si chiama primaria ma è cambiato solo il nome(1)). Ma non di un bambino di quinta elementare sveglio, di uno un po' ritardato e somaro. Qui in Romagna diremmo di uno un po' sgumbiato/imbarlato a seconda della zona della Romagna da cui proviene il commento. 

Cioè raccogliere notizie non è una Kabbalah, non si fa con la sfera di cristallo, non si fa invocando spiriti o demoni, non serve nessuna particolare preparazione scolastica, se servisse del resto non si spiegherebbe come mai quella sottospecie umana che in Italia chiamiamo giornalisti sia capace di far pervenire le edizioni in edicola e alla TV tutti i giorni.

Poi ecco, magari in assenza di preparazione scolastica il risultato che si ottiene è quello che vediamo, quindi forse anziché dargli dei subumani dovremmo battergli una pacca sulla spalla e dirgli: "dai su non ti abbattere, continua così e vedrai che entro il compimento del 256° anno di età riuscirai a scrivere qualche riga sensata, per sbaglio, dentro almeno uno di tutti gli articoli che hai scritto".

Allora mi spiegate come mai sembra che in mancanza di giornalisti non si possa vivere? Soprattutto quando è 50 anni che dimostrano di avere una cultura ed una conoscenza di quello che scrivono che è più scarsa di quella del vincitore della gara "peggior BAR della penisola".

Cioè io cosa sono un profeta eletto che riesco a scrivere queste bloggate dopo 13 anni che in casa mia non c'è la TV? Che leggo meno di una volta al mese la cronaca locale, senza soffermarmi troppo sui dettagli, spesso guardando solo le figure, velocemente mentre prendo il caffè?

Come faccio ad avere un'idea politica precisa senza sorbirmi le cazzate che dicono Renzi/Grillo/Berlusconi/Letta/Brunetta/Sailcazzochisaltafuoridomaniinquelcasino ... eh??

Come mai se prendo in mano un giornale qualsiasi mi viene il voltastomaco?
E come mai i talk show, il blog di Grillo, le chiacchiere da bar, mi fanno lo stesso effetto?
Che sia che è sempre la stessa merda trita e ritrita, un condensato di crassa ignoranza mascherata da cultura tramite un velo di pseudorevisionismo storico tipo "ah i treni delle FS sono sempre in ritardo perché durante il periodo etrusco, quando il rè assiro Alì Morteìc si recò in visita a Timbuktù ... allora per $sailcazzoqualemotivoinesistente i binari portano sfiga e quindi i capitreno, che discendono tradizionalmente tutti da una famiglia assira, procedono sempre con la massima cautela".

Ma vaffanculo va, se i treni arrivano in ritardo è perché l'azienda è gestita da un branco di papponi pieni di soldi ma trogloditi, che hanno tutti l'autista e la limousine, e un treno non sanno neanche da che parte è girato. E' bastato che qualcuno vi facesse uno straccio di concorrenza e trattasse anche solo apparentemente decentemente i passeggeri che se non volevate perdere il 101% della clientela (vale a dire che pure i vostri colleghi si servono della concorrenza e, per dispetto, anche chi non ha mai preso il treno ci fa un giro per spocchia anche se non deve andare da nessuna parte) avete dovuto boicottarli!

Allora il Grillo di turno è un troglodito che punta il dito contro il risultato anziché contro il problema, e tutti quanti, dopo avere guardato il dito per un paio d'anni, gli viene il dubbio che stesse indicando qualcosa/qualcuno, perché sono a loro volta dei trogloditi analfabeti che non distinguono una batana da un transatlantico(2).

E gli altri, quelli indicati, a passare notti insonni non tanto perché si sentano vilipesi nell'animo, ma perché "noi puntiamo il dito da 50 anni, questo qui è arrivato l'altro ieri e pretende di essere più bravo di noi" ... sia mai che qualcuno scarichi le colpe agli altri meglio, il titolo nazionale, la maglia rosa, non la vogliono mica cedere ... cioè neanche più la soddisfazione di vincere lo sport nazionale gli lasci!

E insomma tutto questo merdaio, sta gente inutile, l'ignoranza crassa che ti impedisce anche di riconoscere il problema, come la butti via?
Chi mandi a casa? Cioè mandi a casa Berlusconi e arriva Renzi ... e quando Renzi andrà a casa (si appunto quando, non se) chi arriverà? Topo Gigio? Vabbè e quando va a casa pure Topo Gigio? Dopo a chi la dai la colpa?

Perché la verità è che la colpa non è di nessuno, nemmeno di Berlusconi, figuriamoci Renzi che a confronto è un ragazzino smarrito, la colpa è di 60 milioni di rintronati.

Vogliamo fare la rivoluzione? A chi spariamo? Ai colpevoli? Ahahahahaha ....Allora ci spariamo a vicenda?

E poi?
E poi il cazzo. Siamo daccapo se non ci inventiamo niente di nuovo.

Triste da dire ma sarà quello che succederà prima o poi e, quando sarà morta inutilmente un sacco di gente, più o meno innocente o più o meno colpevole, a seconda di come la vogliamo vedere, allora, stanchi di vedere cadaveri putrefatti e sangue dovunque, quando tutti avremo almeno un morto da piangere (se non tocca proprio a noi, perché no), forse qualcosa cambierà.

Ma non è detto che cambi in meglio eh ... occhio.


Note a piè:
(1) questa frase compare grosso modo in tutte le mie bloggate, a sto punto tanto vale tormentarvici
(2) "Vigliac ad barcon! Mo a mi l'am par sempar na batana" (cit. Batanic, in dialetto ferrarese)