venerdì 28 febbraio 2014

Anticipare

Il mio maestro mi insegna che le cose prima si fanno e poi si spiegano. Il metodo peraltro è sorprendentemente efficace, il fatto che nel mondo accademico si faccia il contrario dovrebbe farvi riflettere sul valore del mondo accademico.
Sarà per quello che anche i laureati sono a livello di un bambino cerebroleso delle elementari (che adesso si chiamano primarie ma tanto, alla fine, che differenza c'è lo sa solo la Gelmini(1)) ???
Se hai tante cose da fare prima si fa quella difficile, poi quelle più ovvie e banali. Anche qui dovrebbe farvi riflettere il fatto che il mondo accademico, fallendo miseramente, fa l'esatto contrario.

Allo stesso modo io credo che parlerò del modo più difficile di informarsi da soli.

Si perché nel blog precedente ho detto che è cosa banale, ma non sono entrato nel merito. Del resto nel mio stato d'animo c'era già l'avvilimento di dovere spiegare una cosa che per me è praticamente ovvia, quindi immaginate come mi sento a dover eviscerare qualcosa che per me è scontato e che faccio automaticamente nella mia quotidianità.

Ma qualcuno ha giustamente eccepito con un "no" lapidario il mio tirar via ed evitare il discorso. In effetti mi si potrebbe eccepire una certa disonestà intellettuale nel non entrare nel merito, come dire "si vabbè fai lo sborone e ci dici che sei un mago e poi però non ci spieghi nemmeno il trucco più facile".

Dulcis in fundo la medesima ed ovvia richiesta da parte di altri.

Allora vi parlerò di anticipare.

Quando andavo a scuola avevo un'insegnante incompetente e disonesta che insegnava lettere. Una persona infida che, nell'incapacità di impostare un lavoro vero e proprio, valutava le persone sulla base di un pregiudizio di fiducia basata su criteri che solo lei conosceva.

Detta persona tuttavia una cosa utile la fece (l'unica a dire il vero) conducendomi nella biblioteca della scuola e consegnandomi nelle mani un libro di Ray Bradbury intitolato "Farenheit 451".

Quando lessi quel libro nell'ormai lontano 1992, per cui parliamo di 22 anni fa, quello che c'era scritto ancora aveva il sapore della fantascienza, tuttavia una strana inquietudine mi pervase. Già all'epoca mi interessavo di elettronica, telecomunicazioni, informatica, anche se ad un livello hobbistico e assolutamente poco approfondito, ma un'idea di cosa era tecnicamente possibile o di cosa avremmo visto negli anni a venire già ce l'avevo.

In effetti rimasi sorpreso dalla capacità visionaria dell'autore, soprattutto pensando che il libro fu scritto nell'ancora più lontano, direi addirittura remoto 1953.

Ma io mi trovavo in quella che, rispetto alla trama del libro, potremmo definire era di mezzo. Io ero in pieno medioevo perché la distopia tecnologica del libro ancora non esisteva ma io sapevo essere tecnologicamente possibile.

All'epoca, 22 anni fa dico, sapevo che prima o poi avrebbero fatto schermi grandi come pareti, che tutti ne avremmo avuto almeno uno, che il treno automatico sarebbe arrivato (la metropolitana 5 di Milano), qualunque luogo avrebbe avuto schermi e audio pubblicitari dovunque (pensate alla pubblicità al cinema che una volta non c'era o ai monitor onnipresenti con sopra video pubblicitari), che i libri cartacei sarebbero stati superati (kindle & co).

Il nocciolo della distopia, ovvero che un governo vietasse i libri, era già evidente che fosse inutile: nel 1992 ci pensavano le persone da sole ad essere vittime della loro ignoranza crassa, ed io ero uno degli ignoranti, anche se rimasi sorpreso dal leggere idee tanto ardite e consapevoli.

Oggi, a distanza di 22 anni, il medioevo è finito e ci troviamo in una situazione che ha già superato il futuro distopico di Bradbury. Ci sono voluti 61 anni affinché il suo pessimismo diventasse realtà. Immagino che coloro che abbiano letto il libro prima degli anni 90, ma forse anche nella seconda metà degli stessi anni 90, non si sia posto il problema di quanto fosse realistico, anche se in quel periodo iniziava già ad essere chiaro che il fosco futuro stesse diventando pericolosamente possibile.

Cosa mancava per concretizzarsi?

Pensarci. A qualcuno prima o poi sarebbe venuto in mente di mettere schermi pubblicitari dovunque, la tecnologia esisteva, ma finché non sono arrivati gli LCD la resa estetica demoliva ogni iniziativa. Anche se ormai un televisore piatto è cosa normale, nel nostro inconscio associamo lo schermo LCD a qualcosa di fantascientifico.
Viviamo ancora di rendita della cosmogonia di Star Trek e similari, dove schermi piatti artefatti per la cinematografia sembravano già reali anche prima che fossero tecnicamente realizzabili. E il motivo per cui li costruiamo esteticamente così è che nel nostro canone estetico avevano già fatto breccia gli sceneggiatori, designer ante litteram, pionieri della fantatecnologia.

Come anche il cellulare della Motorola, il celeberrimo Star Tac (che guardacaso assuona con Star Trek) e che è identico ai comunicatori che usavano Kirk ed il suo equipaggio.
I moderni tablet sono esattamente come il dpad che veniva portato a Kirk contenente la burocrazia del futuro, e potrei citarne altri di esempi.

Questo è il motivo per cui, inconsciamente, se vediamo uno schermo LCD pensiamo a qualcosa di futuribile. E questo è parimenti il motivo per cui se avessero messo i vecchi tubi catodici quando gli LCD non esistevano non si sarebbe ottenuto lo stesso livello di attenzione.

Ma come ha fatto Bradbury ad anticipare così bene i tempi?

Francamente ammetto di ignorarlo. L'ipotesi che ritengo più probabile è che lui non avesse nessuna particolare consapevolezza quando scrisse la sua storia, semplicemente per un caso fortuito gli eventi reali hanno preso una piega che per un caso beffardo del destino converge con la storia del libro.

Il libro del resto non ebbe poi così tanto successo, sembrava quasi che la sua fantascienza fosse di serie B, un autore molto più valido sotto il profilo letterario che narrativo, sicuramente conosciuto ma non certo in voga. Questo lo dico senza nulla voler togliere all'autore il quale comunque ebbe una notevole vena creativa, seppe condensare gli elementi del declino sociale in un'ambientazione solo parzialmente fantascientifica, averci preso con precisione fu solo fortuna, scrivere una storia così bella fu invece talento.

Il punto di vista anticipatorio infatti fu mio, che avendo letto il libro nell'età intermedia, ovvero quel periodo nebuloso in cui ancora la realtà non convergeva con la storia del libro ma si poteva capire che poteva benissimo succedere, fece suonare qualche campanello di allarme.

In sintesi il procedimento consiste nel raccogliere idee, ovviamente non parliamo di idee mainstream, parliamo di idee azzardate. Pronosticando possibili epiloghi, ovviamente su basi concrete, oppure a volte anche semplicemente dando retta al proprio istinto e annotare quando l'allarme suona, si può porre attenzione su dettagli che, in quel determinato momento, sono già attendibili, sono già prolifici, stanno già cambiando il mondo.

Non è una sfera di cristallo ma il risultato è lo stesso.

Sappiamo già che la maggior parte di quei pronostici è sbagliata in partenza. Ma qualcuno è corretto, lo è per forza, o se non è corretto ci va talmente vicino che è solo impreciso.

Vivere nel presente quindi consente di capire quale dei tanti pronostici era corretto. Certo può capitare che nessuno lo fosse, ma si fa sempre in tempo a farne uno appropriato. Non ci sono ovviamente garanzie, non c'è modo di sapere cosa succederà domani, ci sono eventi di cui comunque ignoreremo l'esistenza anche una volta avvenuti, alcuni che non possiamo immaginare, ma di quelli non interessa mai a nessuno se non per fare volume di stampa.

Anticipare in altre parole significa vivere ancorati alla realtà. Solo chi ha competenze sufficienti su qualcosa è capace di prevedere come questa evolve. Allora si tratta di diventare competenti di realtà pratica. Vivere con i piedi per terra è l'unico modo per anticipare gli eventi.
Se la tua capacità di analizzare la situazione presente conduce ad una sintesi efficace allora tutti i futuri possibili sono li, sotto i tuoi occhi.

Quando una delle cose che hai ritenuto possibile, perché sai il perché può accadere, sta per accadere, allora lo vedi prima che succeda. Questo avviene perché sai il perché quella cosa avviene, dunque sai quale situazione è probabile che la generi. Lo capisci dagli indicatori, dalle avvisaglie, dal fatto che gli eventi prendono la piega che prevedibilmente avrebbero dovuto/potuto e che dunque le cose, tutto sommato, un senso, una causa-effetto la seguono.

Perché dunque non ho bisogno dei giornali stampati per fare questo?

Perché i giornali stampati non contengono una fotografia realistica di quello che sta succedendo, i giornali contengono kg di menzogne stampate con fine propagandistico o anche meramente commerciale, ai fini del nostro pronostico sono quindi del tutto ininfluenti.

A noi interessa quella che io chiamo realtà fattiva. L'insieme delle cose che stanno succedendo per davvero. A me non interessa se l'azienda del comune che assegna le case popolari statisticamente assegna 10 case al mese, a me interessa che una famiglia in difficoltà che conosco personalmente ne aspetta una da 2 anni e ci sono degli immobili vuoti privi di assegnazione.

Questa è la differenza tra la stampa e la realtà fattiva: la prima ti fa credere ciò che vuole, inventandosi dati, statistiche, fatti, meriti, ecc. per tutelare l'establishment, la seconda parla la lingua del fatto riscontrabile, della situazione concreta che puoi toccare con mano, quella che ti arriva direttamente imbattendoti nel problema e/o facendotelo riferire in prima persona da chi lo sta vivendo.

Se vado a lamentarmi in comune che ci sono degli immobili vuoti e della gente in mezzo alla strada loro hanno una specie di vecchio registratore a bobine integrato nel cervello sul quale premono play e parte un nastro che dice "l'anno scorso abbiamo assegnato più di 900 immobili, quest anno siamo pronti per assegnarne altri 1200 ..." ovvero tutte informazioni che ai fini della realtà fattiva sono completamente inutili.

I giornalisti invece hanno una specie di abitudine inamovibile di chiedere copie delle bobine anziché osservare la realtà fattiva. Forse perché quelli che gli pagano lo stipendio hanno a loro volta una bobina con cui dipingere la realtà che, non ci crederete, differisce notevolmente da quella fattiva.

Ma come faccio a sapere che è così? Perché io anticipo anche loro.

Non sono un mago, semplicemente quando leggo il giornale il mio scopo non è trarre un informazione ma scoprire in quale modo è stata alterata. Io ho già l'informazione in mano oppure, se non ce l'ho, so già che quella che trovo sul giornale non è corretta, probabilmente è pura fantasia (succede molto più spesso di quanto si immagini).

Molto spesso l'inganno si svela conoscendo l'argomento di cui tratta la notizia. Non è raro infatti che il giornale denunci fatti tecnicamente impossibili, che abusi dell'ignoranza media delle persone per fomentare le paure inconscie.

"Moglie assume hacker per spiare il telefonino del marito, riesce a sorprenderlo mentre si trova a letto con l'amante ..."

A parte che io un telefonino hackerato lo devo ancora vedere, ma ammettiamo pure che esista un cavallo di troia che ti consenta di spiare il telefono in tempo reale e di accedere alla totalità delle sue risorse:

1) il telefonino non ha banda sufficiente a mandarle tutte all'hacker senza che il traffico generato non risulti visibile nella bolletta telefonica o nel credito, senza che il cellulare sia rallentato o che il servizio non sia significativamente afflitto
2) anche ammesso che sia possibile (e non lo è) cosa facevano i due trasgressori? Si tenevano l'obiettivo della fotocamera puntato mentre scopavano e avevano il gps acceso?

Cioè la flagranza è ovviamente mendace. Potrai al limite scovare qualche messaggio mandato via SMS o tramite WhatsApp, ma nulla di più.

Come faccio a saperlo? E' vero: so come funziona un cellulare. Ma era sufficiente sapere come funziona la rete telefonica del cellulare per sapere che una simile notizia è completamente inventata. Visto che è praticamente la stessa da quando esiste è una cosa che nel mio bagaglio culturale era anticipabile da più di un decennio, anche prima che inventassero gli "smartphone" sapevo che semmai li avessero creati la rete cellulare sarebbe stata un limite per questo tipo di interferenze.

Avevo anche capito che prima o poi i cellulari sarebbero diventati smartphone, ovvero piccoli computer tascabili dalle capacità limitate ma comunque versatili. Ma questo avrebbe potuto dirvelo qualunque tecnico anche 10 o 15 anni fa.

Allora mi dico: visto che è tutto eccetto che infrequente trovare notizie completamente inventate come faccio a fidarmi del giornale?

E' semplicissimo: non mi fido.

Per me leggere il giornale equivale a leggere un'insieme di menzogne, il mio scopo non è dare per buone le notizie ma capire perché mi mentono a quel modo. Capire chi mi mente e perché è l'unica informazione veramente utile perché mi consente di capire chi decide e quali sono i suoi interessi.

Sapendolo posso anticiparli. Anticipandoli posso desumere quali decisioni prenderanno i "potenti" del momento e capire cosa succederà domani, o dopodomani, e dunque avrò anticipato anche parte degli eventi.

Per questi motivi io sostengo che anticipare sia necessario. Io ho messo in evidenza alcuni esempi che mi riguardano da vicino con i quali anticipare è stato possibile ed ha prodotto pronostici accurati.
Ciò che ci impedisce di farlo è semplicemente l'ignoranza. Più cose ignoriamo e meno pronostici possiamo fare. Se siamo pigri e rimaniamo nella nostra ignoranza virtualmente possiamo bere qualunque cazzata ci raccontino, soprattutto quelle cucite ad hoc per sembrare credibili.

L'abitudine e la volontà specifica consentono di diventare bravi a pronosticare le cose partendo dalle conoscenze. Cercare di capire dove sono le menzogne, le imprecisioni, l'ignoranza altrui, consente di sviluppare una capacità analitica che sia strettamente attinente alla realtà fattiva.

Il senso critico e la capacità di pronosticare sono dunque là dove converge una conoscenza con un'analisi della situazione attuale reale, epurata di tutte le informazioni inutili o fuorvianti, partendo dal presupposto che la stampa mente, che le persone interessate mentono, che i politici mentono, che i funzionari statali mentono, che lo fanno tutti in maniera sistematica, ragionata e spesso studiata per salvare la loro faccia o il loro personale business/interesse economico.

Del resto se c'è chi si scanna per pochi euro figuriamoci cosa possono fare persone meschine per tutelare la propria immagine, per quanto fasulla sia ... o per tutelare il proprio posto di lavoro, il proprio stipendio o il proprio business.

Che ci crediate o no riesco a pronosticare con largo anticipo situazioni molto più concrete e veritiere di quelle della stampa del giorno dopo.

Note a piè:
(1) A volte ritornano

mercoledì 26 febbraio 2014

L'Italia da buttare

E che se la tiri nel cesso si intasa e non va giù neanche se pronunci una formula magica in dialetto sumero, verrebbe da dire!

Un folle urlatore, molto bravo a dare il contentino ideologico alle folle, è troppo impegnato a puntare il dito contro i presunti colpevoli. Facendo questo, oltre a dimenticarsi che la colpa è del sistema, che li ha prodotti, e non dei singoli, si dimentica anche che gli accusati fanno esattamente la stessa cosa.

E' sorprendente vedere come 60 milioni di pecore caschino in questo giochino. Si dico 60 milioni perché non fa differenza cascare nel giochino di Grillo o di Renzi o di Berlusconi o di Monti .... è uguale.

C'è la stessa differenza che corre tra la Fiat Bravo e la Alfa Mito, se le guardi bene si capisce che più o meno è la stessa auto. Certo la Mito è più bella esteticamente, ma credo che il telaio, le geometrie e buona parte della meccanica siano identiche.
Del resto una casa marcia ben arredata fa molta più figura di una casa nuova ma rifinita economicamente.

Allora preferite stare dalla parte di chi dice "io sono onesto e voi no" oppure dalla parte di chi dice "io so fare e voi no" oppure dalla parte di chi dice "io sono il più bravo di tutti e voi fate schifo".
Le parole sono diverse ma il concetto è sempre lo stesso. E ci cascate come le pere cotte.

Vi lasciate imbastardire da 4 cazzate in croce, che peraltro sono sempre le stesse dalla notte dei tempi, la differenza è che uno per dirle ha comperato dei canali televisivi, l'altro dei giornali stampati, l'altro invece è arrivato per ultimo e lo fa tramite un blog. Se non altro l'ultimo è più furbo, ha speso 1 milionesimo degli altri per ottenere lo stesso risultato ... non ha tradito la fama dei genovesi!

E se dico così la gente mi chiede: ma se non guardo la TV, non leggo il giornale o non leggo il blog di Grillo mi isolo dal mondo, come faccio a tenermi informato?

Io davanti a questa eccezione idiota ho anche smesso di rispondere. Perché la risposta è talmente semplice da essere idiota.

E mi vorticano i testicoli come turboreattori a doverla scrivere qui!

Cioè secondo voi i giornalisti le cazzate che vi propinano quello che scrivono sui giornali, le deiezioni di cui riempiono la TV i talk show, i blog ... è lo spirito santo a dettarglieli la notte? Ce l'hanno scritto nel genoma?

Ah no forse sono dei moderni Mohammed che però hanno perso il numero di Allah e quindi, non potendo nemmeno emulare da lontano il celeberrimo profeta, si ostinano a comporre il numero che gli fa ricevere in visione lo spirito di un fondatore di chat line erotiche deceduto il quale, spacciandosi per una divinità che non è, gli detta la merda che vediamo tutti i giorni da 50 anni a questa parte.

Ma dai, suvvia! (per non usare altre espressioni verbalmente violente ...)

Evidentemente un modo per raccogliere informazioni c'è, che vi piaccia o no. L'unica cosa che vi separa dall'ottenimento di informazioni di prima mano è la vostra ottusità, la vostra pigrizia, la vostra ignoranza.

L'italiano medio è di un ignoranza che è spaventosa. Ha ottenuto un diploma di scuola superiore ma se lo metti alla prova il suo livello fattivo è da quinta elementare (che adesso si chiama primaria ma è cambiato solo il nome(1)). Ma non di un bambino di quinta elementare sveglio, di uno un po' ritardato e somaro. Qui in Romagna diremmo di uno un po' sgumbiato/imbarlato a seconda della zona della Romagna da cui proviene il commento. 

Cioè raccogliere notizie non è una Kabbalah, non si fa con la sfera di cristallo, non si fa invocando spiriti o demoni, non serve nessuna particolare preparazione scolastica, se servisse del resto non si spiegherebbe come mai quella sottospecie umana che in Italia chiamiamo giornalisti sia capace di far pervenire le edizioni in edicola e alla TV tutti i giorni.

Poi ecco, magari in assenza di preparazione scolastica il risultato che si ottiene è quello che vediamo, quindi forse anziché dargli dei subumani dovremmo battergli una pacca sulla spalla e dirgli: "dai su non ti abbattere, continua così e vedrai che entro il compimento del 256° anno di età riuscirai a scrivere qualche riga sensata, per sbaglio, dentro almeno uno di tutti gli articoli che hai scritto".

Allora mi spiegate come mai sembra che in mancanza di giornalisti non si possa vivere? Soprattutto quando è 50 anni che dimostrano di avere una cultura ed una conoscenza di quello che scrivono che è più scarsa di quella del vincitore della gara "peggior BAR della penisola".

Cioè io cosa sono un profeta eletto che riesco a scrivere queste bloggate dopo 13 anni che in casa mia non c'è la TV? Che leggo meno di una volta al mese la cronaca locale, senza soffermarmi troppo sui dettagli, spesso guardando solo le figure, velocemente mentre prendo il caffè?

Come faccio ad avere un'idea politica precisa senza sorbirmi le cazzate che dicono Renzi/Grillo/Berlusconi/Letta/Brunetta/Sailcazzochisaltafuoridomaniinquelcasino ... eh??

Come mai se prendo in mano un giornale qualsiasi mi viene il voltastomaco?
E come mai i talk show, il blog di Grillo, le chiacchiere da bar, mi fanno lo stesso effetto?
Che sia che è sempre la stessa merda trita e ritrita, un condensato di crassa ignoranza mascherata da cultura tramite un velo di pseudorevisionismo storico tipo "ah i treni delle FS sono sempre in ritardo perché durante il periodo etrusco, quando il rè assiro Alì Morteìc si recò in visita a Timbuktù ... allora per $sailcazzoqualemotivoinesistente i binari portano sfiga e quindi i capitreno, che discendono tradizionalmente tutti da una famiglia assira, procedono sempre con la massima cautela".

Ma vaffanculo va, se i treni arrivano in ritardo è perché l'azienda è gestita da un branco di papponi pieni di soldi ma trogloditi, che hanno tutti l'autista e la limousine, e un treno non sanno neanche da che parte è girato. E' bastato che qualcuno vi facesse uno straccio di concorrenza e trattasse anche solo apparentemente decentemente i passeggeri che se non volevate perdere il 101% della clientela (vale a dire che pure i vostri colleghi si servono della concorrenza e, per dispetto, anche chi non ha mai preso il treno ci fa un giro per spocchia anche se non deve andare da nessuna parte) avete dovuto boicottarli!

Allora il Grillo di turno è un troglodito che punta il dito contro il risultato anziché contro il problema, e tutti quanti, dopo avere guardato il dito per un paio d'anni, gli viene il dubbio che stesse indicando qualcosa/qualcuno, perché sono a loro volta dei trogloditi analfabeti che non distinguono una batana da un transatlantico(2).

E gli altri, quelli indicati, a passare notti insonni non tanto perché si sentano vilipesi nell'animo, ma perché "noi puntiamo il dito da 50 anni, questo qui è arrivato l'altro ieri e pretende di essere più bravo di noi" ... sia mai che qualcuno scarichi le colpe agli altri meglio, il titolo nazionale, la maglia rosa, non la vogliono mica cedere ... cioè neanche più la soddisfazione di vincere lo sport nazionale gli lasci!

E insomma tutto questo merdaio, sta gente inutile, l'ignoranza crassa che ti impedisce anche di riconoscere il problema, come la butti via?
Chi mandi a casa? Cioè mandi a casa Berlusconi e arriva Renzi ... e quando Renzi andrà a casa (si appunto quando, non se) chi arriverà? Topo Gigio? Vabbè e quando va a casa pure Topo Gigio? Dopo a chi la dai la colpa?

Perché la verità è che la colpa non è di nessuno, nemmeno di Berlusconi, figuriamoci Renzi che a confronto è un ragazzino smarrito, la colpa è di 60 milioni di rintronati.

Vogliamo fare la rivoluzione? A chi spariamo? Ai colpevoli? Ahahahahaha ....Allora ci spariamo a vicenda?

E poi?
E poi il cazzo. Siamo daccapo se non ci inventiamo niente di nuovo.

Triste da dire ma sarà quello che succederà prima o poi e, quando sarà morta inutilmente un sacco di gente, più o meno innocente o più o meno colpevole, a seconda di come la vogliamo vedere, allora, stanchi di vedere cadaveri putrefatti e sangue dovunque, quando tutti avremo almeno un morto da piangere (se non tocca proprio a noi, perché no), forse qualcosa cambierà.

Ma non è detto che cambi in meglio eh ... occhio.


Note a piè:
(1) questa frase compare grosso modo in tutte le mie bloggate, a sto punto tanto vale tormentarvici
(2) "Vigliac ad barcon! Mo a mi l'am par sempar na batana" (cit. Batanic, in dialetto ferrarese)

martedì 18 febbraio 2014

Ogni fiume nasce in cielo

Ed esso scende a nutrire e fecondare la Terra che, resa fertile, è la madre di tutti gli esseri viventi.

Il fiume continua il suo percorso dalla cima delle montagne fino al mare, ed il suo enorme potere, la sua forma, ci ricordano un lungo e vigoroso serpente, che è un simbolo fallico, maschile, che feconda la terra che invece è femminile e il cui seme, l'acqua, la ingravida di ogni specie esistente.

Ed è questo ritmo, incessante, in cui nonno Cielo feconda e rende viva nonna Terra, finché piove c'è speranza, e finché piove nessuno mai potrà morire di fame.

E se l'alluvione ha distrutto le città è perché ci abbiamo messo troppo cemento a impedire la vita, e se non siamo capaci di concepire che le nostre case devono essere progettate per accogliere l'acqua non meritiamo pietà.

E dunque come mi è stato insegnato io lo riporto a voi.

Dedicato a chi ha paura della pioggia...