giovedì 9 gennaio 2014

Arretratezza

E sono quindi a riallacciarmi al post precedente, fresco di un sevizio comparso sul TG3 regionale Emilia Romagna dove si è parlato, tra le tante cose, di bullismo e di costumi sociali dei giovani studenti.

Questo esempio a mio avviso è significativo perché è uno spaccato di come funzionano tutte le istituzioni pubbliche italiane.

Pare che giovani bande abbiano reclutato violenza tramite l'ausilio di un social network a seguito del quale si è consumata l'ennesima rissa in un parco. Ovviamente cos'è che ha destabilizzato l'animo dei vecchi bigotti impalati che popolano questo paese? Che non conoscevano l'esistenza di quello specifico social.

Si perché non è facebook e non è twitter.

Allora la prima cosa che ho fatto, visto che nemmeno io lo conoscevo, anche se non sono più un ragazzino ho aperto internet e sono entrato su detto social network. Effettivamente va riconosciuto che il tenore delle conversazioni è quello dei ragazzi di scuola media, che adesso si chiama scuola secondaria ma è sempre la stessa roba di prima.

Io non sono più un ragazzino, non ho figli, sono un tecnico informatico e potrei tranquillamente fregarmene di sapere come vivono i ragazzini di oggi, se io ignorassi (come effettivamente ignoravo fino a mezzora fa) l'esistenza di quel social network potrei sopravvivere e occuparmi dei miei problemi.

Eppure non l'ho fatto.

Allora la mia domanda è: come caspita fanno gli insegnanti a non sapere QUALI social network usano e COME li usano?
Posto che anche i giovani andrebbero lasciati liberi di agire di propria testa, ma io vedo in questa situazione la solita unilateralità con cui le istituzioni approcciano il pubblico. Gli insegnanti quindi, con la loro bella scopa piantata nell'ano, si rifiutano di comprendere chi hanno davanti mentre pretendono di essere ascoltati unilateralmente, ma il problema grave è che questo comportamento viene percepito in maniera completamente diversa dai giovani e dagli adulti:

  1. l'adulto medio crederà di essere stato inflessibile e severo, lo crederà ovviamente tanto più è ottuso antiquato e bigotto dal momento che il sottoscritto, pur essendo adulto, non lo crede affatto. E dunque attirerà le approvazioni degli altri ottusi bigotti benpensanti, credendo di operare per il meglio nei confronti dei giovani, forte di una scontatezza intrisa di ignoranza ed ipocrisia si pavoneggerà dei suoi metodi seri ed integerrimi, che per aggravare il tutto farà pesare ai giovani, mentre la realtà pratica è che così facendo sta dando il colpo di grazia al rapporto umano già complesso e difficile che intercorre con i propri figli/studenti
  2. l'adolescente medio invece penserà che è costretto ad avere a che fare con gente che è talmente vecchia e ignorante che non è capace di accedere ad un sito, inconsciamente inizierà a pensare che detta persona sia incapace di insegnargli qualunque cosa, ad iniziare dalla materia scolastica se si tratta di un insegnante, passando per l'educazione, e l'opinione che avrà di detta persona è quella che si può avere per un decerebrato petulante, nonché la consapevolezza che su detti siti potrà agire in totale libertà e scelleratezza perché proprio chi dovrebbe controllare non è nemmeno lontanamente capace di farlo.

Purtroppo dobbiamo riconoscere che delle due posizioni quella più autentica e vicina al risultato effettivo è quella dei giovani.
La realtà fattiva è che l'incapacità degli adulti di comprendere cosa fanno e perché lo fanno per loro si trasforma in un territorio fertile e selvaggio di libertà.
Lungi da me volere disquisire su quali siano i valori da trasferire ai giovani, questo discorso sarebbe a mio avviso fuorviante in quanto non conosco nessun genitore che possieda valori talmente profondi che sia un peccato non tramandarli, anzi, direi proprio il contrario, a cominciare dalla cristianità bigotta e passando per il moralismo newage anarco-fascio-catto-comunista-borghese, un sistema di valori a fisarmonica che si contrae e dilata a seconda del più becero opportunismo contingente.

Posso però osservare con stupore l'uso che i giovani riescono a fare di un social network stupido come http://ask.fm col quale i tuoi amici ti fanno domande e tu rispondi. E' interessante vedere che i giovani riescono ad andare oltre il format ed utilizzare i campi per instaurare una comunicazione di tuttaltra natura.

Altra barriera è data dal fatto che, quando un'intera massa è trainata in un luogo di aggregazione, risulta sempre il peggio. Molto giovani sono squallidi al pari degli adulti, in moltissime pagine la bacheca è tappezzata di voti. Vista l'età è difficile dire se detti voti siano conseguenti ad una prestazione o se siano semplicemente un apprezzamento, ma ovviamente si tratta di una questione sessuale.

Certo anche questo nel suo squallore è un esempio di come aggirare il format del social network e plasmarlo al proprio uso e consumo, mentre l'adulto tipicamente tende ad essere più rigido e schematico e, col passare del tempo, a diventare incapace di concepire l'uso improprio delle cose al punto di diventare incapace di riconoscerlo negli altri.

Mi riesce difficile decifrare in toto il linguaggio, ma questo è un mio limite personale in quanto ero in difficoltà anche quando facevo la scuola media, io mi esprimevo in italiano e tramite concetti espliciti, invece la maggior parte dei miei compagni di scuola sentiva l'esigenza di adottare un codice che spesso io stesso non comprendevo o ignoravo volutamente.

Questo ha generato il coniare nuovi termini e modi di esporre per tutte le generazioni e l'obsolescenza di un codice è data proprio dalla comprensione del suo significato da parte di genitori/insegnanti/tutori.

Ma a cosa è dovuto questo fenomeno? All'esigenza di porre una barriera, esigenza bipartisan dettata dall'incapacità di comunicare. Personalmente ho sempre avuto con i miei genitori, mia madre in particolare, un rapporto di totale apertura, rapporto il cui merito va tutto a lei e che mi ha consentito di vivere libero senza la necessità di censurare quello che desideravo o facevo. Da qui la mia estraneità a detto costume.

Tuttavia devo riconoscere che nello specifico, trattandosi del rapporto tra adulti e adolescenti, questa barriera è accentuata dalla severità deforme degli educatori, che è poi la sola causa della perdita di rispetto dei giovani verso gli adulti e che sfocia nella ribellione adolescenziale.

Se vogliamo astrarre l'episodio di questo post non è poi così difficile ravvedere questa immobilità in tutti i livelli della cultura italiana, delle istituzioni, delle persone. Una terribile e deformante unilateralità che porta ad una condizione di totale stallo dettata dal fatto che chi ha in mano la responsabilità pretende di emanare diktat unilaterali che prendono forma di un folto elenco di divieti anziché in una schematica e dinamica prassi possibilistica come dovrebbe essere lo stato dell'arte della decisionalità.

E così l'adulto medio anziché stimolare la capacità di astrazione dei giovani, che potrebbe benissimo essere impiegata in maniera proficua anziché usata per aggirare il format di un social network stupido, si limiterà a fare una sfuriata dove emanerà un diktat proibizionista, ask.fm sarà così il male/la depravazione/il demonio, posizione per la quale i giovani occulteranno dentro di sé il rancore del sentirsi traditi ed abusati, qualcuno riderà per l'eccessiva reazione ad un semplice sito, qualcun altro perderà il rispetto per una persona che è talmente debole da rimanere spiazzata da un sito ma pretende di fare da educatore.

Ovviamente in questa assurda pantomima l'unica costante sarà che il giovane continuerà a scrivere cazzate su http://ask.fm indisturbato.

E così saranno stati gli adulti a costruire quel muro impenetrabile di cemento ma accuseranno ipocritamente i giovani di averlo usato come trincea per discolparsi della loro incapacità. E questi figli, una volta grandi, faranno un muro ancora più grosso ed impenetrabile, e così i figli dei figli ... finché la società non raggiungerà un livello di miseria emotiva tale da risultare completamente invivibile per chiunque. E chissà che a quel punto non crollino i muri.

Allo stesso modo le istituzioni italiane varano leggi, regolamenti, circolari, totalmente sprezzanti ed ignoranti di quello che fanno le persone, di quello che fattivamente succede nella realtà quotidiana, creano una barriera spessa ed impenetrabile con la quale trincerano la propria incompetenza, i cittadini si trovano così costretti ad inventarsi ogni genere di escamotage nell'impossibilità di adempiere a leggi farneticanti ed utilizzeranno la stessa barriera costruita dalle istituzioni per nascondere le azioni della loro vita quotidiana che, salvo qualche vero ed incallito criminale, non saranno altro che comportamenti più o meno normali dettati da cause di forza maggiore.

C'è un parallelismo sorprendente tra il rapporto genitori/figli e il rapporto stato/cittadino nel nostro paese, parallelismo dotato dal fatto che la stragrande maggioranza del popolo italiano non progredisce oltre la preadolescenza sia a livello sociale che culturale.

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